La “Provola dei Nebrodi” ha avuto, finalmente, un giusto riconoscimento di identità e di tutela giuridica della denominazione. La DOP (Denominazione di Origine Protetta) ha ricevuto il suo battesimo a Randazzo dove, simbolicamente, sono stati marchiati a fuoco i primi esemplari durante una manifestazione pubblica tenutasi all’interno dell’area mercantile per prodotti artigianali e agroalimentari sita in via Marotta, nei locali del dismesso “ex acquedotto” che l’amministrazione comunale ha messo a disposizione del Consorzio del formaggio “Provola dei Nebrodi”.
A vigilare sull’osservanza e sulla conformità al disciplinare di produzione e a svolgere le funzioni di controllo ci sarà il “Consorzio di Ricerca Filiera Carni – CoRFilcarni GCC” con sede presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina, Ente sottoposto all’attività ispettiva sia del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo sia della Regione Siciliana.
La storia del marchio “Provola dei Nebrodi DOP” nasce nell’estate del 2016, quando un gruppo di venticinque imprenditori del settore lattiero-caseario, supportati da dieci sindaci, si sono consorziati per dar vita a un organismo che potesse affrontare il lungo e complesso iter per il riconoscimento della DOP da parte dell’Unione Europea.
I soggetti giuridici cui il Ministero ha già concesso, a titolo transitorio di livello nazionale, la tutela e la denominazione “Provola dei Nebrodi” sono il “Consorzio del Formaggio Provola dei Nebrodi” e “l’A.T.S. Pro-Nebrodi” (comune capofila Floresta). Ci vorranno, ancora, all’incirca, sei mesi affinché la “Provola dei Nebrodi” possa annoverarsi definitivamente tra le eccellenze “Made in Italy”, con la ratifica e l’iscrizione nel registro delle DOP europee.
“Ringrazio i produttori consorziati per aver creduto nel progetto e tutte le autorità che ci hanno sostenuto in questi anni di duro lavoro – dichiara il Presidente del Consorzio “Provola dei Nebrodi”, Piero Valenti – un ringraziamento particolare va al Prof. Licitra per il contributo tecnico e scientifico relativo all’elaborazione del dossier che ha portato al riconoscimento della DOP. Senza la sua opera quest’impresa non sarebbe stata possibile. L’ottenimento della DOP è un punto di partenza e non di arrivo – afferma Valenti – d’ora in poi tanto il Consorzio quanto i produttori dovranno impegnarsi a valorizzare e diffondere il marchio per una commercializzazione capillare del prodotto. Non siamo ancora organizzati per essere presenti nei banconi della grande distribuzione, ma il nostro territorio e le nostre aziende hanno la potenzialità e le caratteristiche per quest’ulteriore salto di qualità”.
“Il progetto “Provola dei Nebrodi DOP” ha bisogno di nuove adesioni da parte di altri sindaci del comprensorio dei Nebrodi e dell’aiuto economico della Regione Siciliana – afferma il Prof. Giuseppe Licitra –. L’immobile messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Randazzo con i suoi ambienti interrati, che un tempo erano utilizzati come serbatoi di acqua potabile, offre caratteristiche microclimatiche peculiari, fattore importantissimo per una speciale stagionatura delle provole. Con un progetto di adeguamento, la cui spesa prevista ammonta a circa 300mila euro, riusciremo a far diventare questo luogo non solo un ambiente produttivo, ma anche un’attrazione turistica internazionale”.
“La città di Randazzo insieme con altri nove comuni si è associata per sostenere il progetto di ottenimento della DOP, un marchio sinonimo di alta qualità e di territorialità – dichiara il Sindaco di Randazzo, Francesco Sgroi – i pastori dei Nebrodi da secoli custodiscono la cultura della provola, che oggi viene codificata nei suoi processi di lavorazione e di produzione con la concessione della DOP. Il comune di Randazzo, aderendo all’indirizzo della precedente amministrazione, ha voluto accompagnare questo processo concedendo in uso gratuito un immobile di proprietà dell’Ente da destinare al conferimento e alla stagionatura della “Provola dei Nebrodi DOP”, nella speranza che l’intero settore lattiero-caseario si rivitalizzi e possa creare nuovi posti di lavoro. Accogliendo l’appello del prof. Licitra – conclude il Sindaco Sgroi – mi impegnerò a stimolare non soltanto gli altri comuni, ma anche la Regione e i GAL per reperire i fondi necessari per la realizzazione di un apposito centro di stagionatura collettiva”.
Gaetano Scarpignato