La storia si ripete. Dopo le scuole gli uffici pubblici. Freddo polare negli ambienti dell’ex tribunale di corso Europa, oggi sede degli uffici giudiziari e delle aule del Giudice di pace. I riscaldamenti nell’edificio giudiziario dall’inizio della stagione invernale non sono stati mai accesi, cosi come sono rimasti spenti, in piena estate, nonostante gli innumerevoli solleciti all’ufficio tecnico, i condizionatori. Il freddo negli ambienti spaziosi del plesso giudiziario, oltretutto interessato da persistenti problematiche idrauliche che hanno originato infiltrazioni di acqua piovana, è tangibile.
Dal Comune di Giarre la struttura giudiziaria, a giudicare dai recenti avvenimenti, sono stati offerti solo disservizi, molti dei quali gravi e con ricadute sullo svolgimento persino dei procedimenti giudiziari. La scorsa estate, rammenta il giudice di pace, Lo Giudice, per la mancata attivazione dei condizionatori e quindi con temperature roventi, si è reso necessario, d’accordo con gli avvocati, rinviare le udienze in autunno, quando le temperature sono più fresche. Tornando al freddo, anche lo scorso anno, più volte è stata sollecitatal’amministrazione comunale, senza però ottenere risultati tangibili. L’assessore ai Lavori pubblici Franco Di Rao ripete la stessa manfrina.
Occorre una ditta che si occupi di far ripartire l’impianto centralizzato. Un disco rotto considerato che, per l’appunto, a febbraio dello scorso anno era fornita la medesima giustificazione. Una assurdità in un Comune che celebra, a due anni dall’avvio del servizio di igiene ambientale, l’avvio del servizio di raccolta degli oli usati. Con tanto di foto che ritrae ttti “gli uomini del presidente”, sventolando in faccia ai giarresi un diritto, spacciato per un servizio aggiuntivo.
Una amministrazione incapace di programmare gli interventi manutentivi nelle scuole, lasciando al freddo centinaia di bambini, salvo poi invocare il dialogo costruttivo con le dirigenti scolastiche che, stanche del paralizzante immobilismo del sindaco hanno chiesto persino l’intervento del prefetto.