Gestione centri migranti e cooperative, 12 arresti I NOMI

Dodici persone sono state arrestate (alcune finite in carcere, altre ai domiciliari) per associazione a delinquere, frode nelle pubbliche forniture e caporalato, reati commessi nella gestione di centri per richiedenti asilo. Sequestrate anche otto tra società cooperative e associazioni. Le ordinanze sono state emesse dai Gip di Gela e Catania – su richiesta delle due procure, nell’ambito di indagini collegate – ed eseguita dalla polizia della città nissena e dai carabinieri della sezione pg del capoluogo etneo.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

  1. BIONDI Pietro Marino, cl.’56 tradotto carcere Catania Piazza Lanza.
  2. CHYLEWSKA Hatarzyna Eugenia, detta “KASIA” cl.’80, ai domiciliari.
  3. DI FRANCA Natale, cl.‘59; ai domiciliari.
  4. DUCA Paolo, cl.‘68; ai domiciliari.
  5. FAVATELLA Clara, cl.‘82; ai domiciliari.
  6. FOTI Giuseppina, cl.‘72; ai domiciliari.
  7. GIANNONE Alessandro, cl ‘83; ai domiciliari.
  8. IAPICHELLO Gemma, cl.’76, tradotto carcere Catania Piazza Lanza.
  9. PALUMBO Giuseppe Maria, cl. ‘57; ai domiciliari.
  10. PASQUALINO Liliana Giuseppina, cl.‘63; ai domiciliari.
  11. POLITI Francesca Provvidenza, cl.‘85; ai domiciliari.
  12. VENTIMIGLIA Francesca, cl.’61, ai domiciliari.

Le indagini, implementate sotto la direzione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, al fine di ottenere i necessari riscontri alle diverse dichiarazioni acquisite inizialmente, sono state condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri presso la predetta A.G. attraverso un’articolata serie di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali che, corroborate da attività istruttorie (sommarie informazioni di persone informate sui fatti e l’acquisizione di corposa documentazione) e mirata consulenza economico/finanziaria (che evidenziava in capo al sistema “BIONDI” un considerevole patrimonio), consentivano di acquisire elementi dall’elevata carica probatoria; difatti, si ottenevano riscontri precisi e individualizzanti in ordine alle gravissime ipotesi delittuose.

Le indagini, avviate sin dal giugno 2017, consentivano di acquisire concrete fonti di prova in ordine alla sussistenza e attività dell’associazione delinquenziale sopra indicata. Nel dettaglio, le investigazioni, hanno permesso di acclarare che:

Le indagini, implementate sotto la direzione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, al fine di ottenere i necessari riscontri alle diverse dichiarazioni acquisite inizialmente, sono state condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri presso la predetta A.G. attraverso un’articolata serie di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali che, corroborate da divere attività istruttorie (sommarie informazioni di persone informate sui fatti e l’acquisizione di corposa documentazione) e mirata consulenza economico/finanziaria (che evidenziava in capo al sistema BIONDI un considerevole patrimonio), consentivano di acquisire elementi dall’elevata carica probatoria; difatti, si ottenevano riscontri precisi e individualizzanti in ordine alle gravissime ipotesi delittuose sopra illustrate.

Per tali motivi, il G.I.P. del Tribunale di Catania, concordando sul quadro indiziario rappresentato dalla Procura della Repubblica di Catania, emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Pietro Biondi e Gemma Iapichello, mentre per i restanti disponeva la misura cautelare degli arresti domiciliari; inoltre, accogliendo la richiesta formulata dalla Procura della Repubblica, disponeva il sequestro preventivo delle seguenti cooperative e associazioni: Associazione Solidarietà 2000, Cooperativa Comunità Per Vivere Insieme, Cooperativa Onlus Pianeti Diversi, Cooperativa Progetto Vita Onlus, Cooperativa Comunità Il Quadrifoglio Onlus, Cooperativa Alba, Cooperativa Le Fata Dell’arcobaleno, Associazione Albero Della Vita che, nell’insieme, si è stimato avere una valore patrimoniale di circa € 3 Milioni e un giro di affari di circa € 20 Milioni.

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