Dopo aver bloccato l’azione dei mezzi è stata condotta una prima verifica della documentazione in possesso del titolare dell’azienda, nel corso della quale è emerso che l’area in esame ricade all’interno della cosiddetta Zona “D” del Parco dell’Etna, zona sottoposta a speciale vincolo naturalistico e paesaggistico dove è assolutamente vietato poter condurre alcuna attività che ne possa modificare o alterare l’aspetto, men che meno quella estrattiva.
Poiché il titolare dell’azienda non è risultato in possesso di documentazione autorizzatoria valida, i due mezzi in questione, l’area risultata essere stata oggetto di estrazione abusiva ed il materiale basaltico lavico che si trovava sul cassone dell’autocarro sono stati sottoposti a sequestro preventivo.
Diverse sono, allo stato, le contestazioni mosse al titolare che è stato deferito per aver avviato dei lavori di sbancamento all’interno di un’area posta all’interno del Parco Naturale dell’Etna in assenza della prescritta concessione estrattiva, di competenza del Distretto Minerario, oltre chedell’art. 734 del codice penale per aver causato il deturpamento dei luoghi sottoposti a speciale tutela di tipo paesaggistico.