La chiesa parrocchiale SS. Apostoli in Riposto, affidata ai Padri Canossiani, ha appena 19 anni di vita essendo stata inaugurata nel mese di gennaio del 2000. Un vero gioiello di architettura religiosa moderna che “parla il linguaggio del tempo”. Struttura imponente e protettiva rivestita con mattoni lavorati ‘a mano’ su un’area di circa un ettaro alla confluenza delle vie Pier Santi Mattarella e Carbonaro, zona Quartirello, per accogliere varie attività. L’Aula per l’assemblea dei partecipanti su una sottostante aula (livello stradale) per uso convegni e/o assemblee parrocchiali, spazi esterni (agorà) di aggregazione per i giovani, impianti sportivi, alloggio per la comunità.
Un gioiello per rigore della disposizione spaziale, l’ordine ritmico delle emergenze liturgiche e l’applicazione corretta delle disposizioni della Commissione episcopale per la liturgia nella progettazione di nuove chiese, tanto da avere ricevuto l’onore di pubblicazione su riviste specializzate.
L’arch. Leone, rivendicando il diritto d’autore, ritenendo che la propria “creatura” sia stata offesa in modo eclatante, ha ritenuto opportuno comunicarlo e chiedere (Natale 2016) a S.E. il Vescovo, mons. Antonino Raspanti, al sindaco di Riposto e al Padre generale dei Canossiani (Verona), il loro intervento.
Ad oggi solamente da parte di S.E. il Vescovo ha ricevuto l’impegno ad una verifica nei propri Uffici di Curia delle inadempienze lamentate. “Nel tempo – dichiara Marcello Leone – si è arrivati al rifiuto del rispetto che si deve ad un’opera di architettura religiosa debitamente approvata e costruita secondo le norme canoniche del Concilio”.
Rammentiamo, tra l’altro, che la Commissione episcopale per la Liturgia SC 122-129 così si esprime: “nella chiesa deve esserci libertà di espressione (123) purché serva con la dovuta riverenza e il dovuto onore alle esigenze degli edifici sacri e dei sacri riti“; ” In particolare (125) il luogo del battesimo deve essere “decoroso e significativo, visibile dall’assemblea, di capienza adeguata”.
La Commissione ricorda, inoltre, che nella chiesa “vanno sottolineate le grandi presenze simboliche permanenti: altare, ambone, fonte battesimale. Seguono poi il luogo della penitenza, la custodia eucaristica, la sede del presidente”.
L’arbitraria modifica dell’ubicazione della Custodia Eucaristica sulla finestra nord del presbiterio (angolo nord-est), approvata con entusiasmo dal parroco Finotto perché veniva illuminata direttamente dal “Sole”.
La cesura inspiegabile fra abside e cappella secondaria, eseguita con una modesta tramezzatura, mortifica la sede del celebrante ed elimina la visione spaziale di ampio respiro. L’ultima contestazione riguarda il fonte battesimale.
“La sostituzione e la variazione dell’ubicazione del fonte battesimale – conclude Leone – realizzato a suo tempo in forma quadrata e ubicato in apposito spazio coram populo per lo svolgimento del rito secondo le norme liturgiche, è un vero scempio”.
Il fonte battesimale originale, oggi, viene utilizzato come piano d’appoggio per una “commerciale statua della Madonna”, mentre il nuovo viene così individuato all’ingresso, eseguito in pietra lavica con una modesta colonnina. A quasi due anni da questa denuncia, nulla è cambiato.
Camillo De Martino