Etna, cresce l’attività ai crateri sommitali

Le ultime attività eruttive dell’Etna risalgono alla primavera di un anno fa. Poi una sorta di letargo, un letargo solo apparente, ha dominato, fino a qualche settimana fa, la vulcanessa.

I recenti sciami sismici su Ragalna, una scossa a Zafferana Etnea e due terremoti “consistenti”, che si sono verificati sull’alto versante sudovest dell’Etna, 3,6 Ritcher e 3,5 Ritcher, distanziati da pochi secondi, e avvertiti in tanti comuni pedemontani, hanno ricordato a tutte e a tutti che l’Etna non è paragonabile ad un’orsa che va in letargo.

Le scosse sismiche, infatti, sono state accompagnate da una crescente attività stromboliana all’interno dei crateri sommitali, attività visiva all’esterno attraverso l’emissione di gas e fumo, ben visibili in tutte le ore della giornata.  L’attuale attività che riguardano “a Muntagna” prepara l’ennesima eruzione?

“Questi fenomeni – dichiara Marco Neri, vulcanologo dell’INGV di Catania – sono un evidente segnale di attività, ma si tratta di fenomeni che al momento rimangono confinati all’interno dei due crateri sommitali”.

Orazio Vasta

foto di copertina di Claudia Urzì