Giarre, vertici autolinee Buda – Sag: “I Comuni non ci pagano e la Regione non eroga i contributi. Ritardi dal 2015”

Respingono con fermezza le accuse e preannunciano iniziative forti i vertici delle due aziende di autolinee giarresi Buda Sag, i cui dipendenti – secondo una durissima nota dell’organizzazione sindacale Fast-Confsal, trasmessa alla prefettura e all’Ispettorato territoriale del lavoro, sono “costretti  a lavorare con mezzi fatiscenti e ambiguamente revisionati, mentre i lavoratori non ricevono lo stipendio da oltre 8 mesi”. Piccata  la replica delle due storiche aziende di trasporto collettivo con sede operativa a Giarre.

“Si sottolinea che una serie di contingenze ormai da lungo tempo pregiudicano la regolare attività di delle due società di autolinee Buda e Sag anche a fronte di  un consistente credito dalla Regione strettamente connesso ai ritardati pagamenti dei contributi di esercizio, risalenti al 2015 e che ammontano a 440 mila euro per la società Sag e 314 mila euro per la società Buda” . In questo quadro particolarmente critico si inserisce  un “pesante arretrato dei Comuni, anche del versante taorminese, che, a loro volta, ritardano il pagamento degli abbonamenti agli studenti che fruiscono dei nostri servizi: 200 mila euro Sag e circa 300 mila euro per l’altra società Buda”.

Complessivamente circa 500mila euro, “una somma importante che – sottolineano i vertici di Buda – Sag –  incide fortemente nel bilancio delle due società di autolinee che da quasi 100 anni espletano la propria attività nel versante Jonico Etneo della Sicilia. Sullo sfondo di una situazione difficile anche il nuovo regolamento delle banche che non concedono alcuna anticipazione sulle somme da corrispondere”. I vertici di Buda e Sag, inoltre, replicando alla sigla sindacale, sottolineano che tutti i mezzi, con assoluta diligenza, vengono revisionati, mentre le corse previste vengono effettuate regolarmente, ad eccezione di qualche sporadico caso connesso all’eventuale avaria di un autobus”. Relativamente, infine, al Durc  sottolineano che “ha inciso il ritardato pagamento degli enti pubblici, unici clienti, oltre alla complessa burocrazia che condiziona i rapporti con l’ente previdenziale INPS per attivare l’intervento sostitutivo”.