Da oltre vent’anni sono il simbolo del degrado. In via Trieste quei due enormi palazzi con le pareti sventrate, il cemento a vista e i tondini che bucano il cemento di mediocre qualità, sono la rappresentazione di un fallimento: organizzativo, economico, morale. 62 alloggi rimasti incompiuti dopo che i lavori, avviati all’inizio degli anni ‘90, sono stati bruscamente interrotti dall’impresa detentrice dell’appalto bandito dall’Iacp, improvvisamente fallita (a Giarre esiste una casistica unica a livello nazionale) mentre i cantieri erano quasi in via di ultimazione.
Nel frattempo i cantieri sono rimasti eternamente ai nastri di partenza, cosi come è rimasta lettera morta quel bando emanato dal Comune di Giarre per l’assegnazione in locazione semplice di alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nel territorio comunale, con l’obiettivo di aggiornare, nel contempo, le graduatorie.
Nessun sopralluogo è stato nel frattempo organizzato dalle commissioni consiliari preposte, se non altro per verificare lo stato dei luoghi e predisporre una relazione aggiornata da trasmettere all’Istituto Autonomo Case Popolari e alla stessa Regione che ha bloccato gli stanziamenti. Frattanto gli alloggi popolari incompiuti di via Trieste sono diventati la più grande piazza dello spaccio in tutto il comprensorio, teatro di continue operazioni elle forze dell’ordine in un rione sempre più irrecuperabile e abbandonato al suo destino di villaggio fantasma.