Alcantara e Jonio: quattro asili nido sospesi per inadempienza dello Stato

Da domani 80 bambini e 30 dipendenti troveranno sbarrate le porte delle strutture per l’infanzia gestite dall’associazione “A.SO.FA.” a Taormina, Francavilla di Sicilia, Santa Teresa di Riva e Savoca. Da mesi, infatti, non vengono liquidati i costi di gestione attestati dalla presentazione di regolari fatture. Avviato il licenziamento del personale

C’è poco da star tranquilli quando autorevolissimi enti pubblici si impegnano, con tanto di atti ufficiali, ad erogare finanziamenti perché, spesso e volentieri, per chi dovrebbe beneficiarne si tratta dell’inizio di un vero e proprio calvario. Ne sa qualcosa l’associazione di solidarietà familare “A.SO.FA.”, avente sede nel Comune di Gaggi e guidata dalla presidente Agata Famà, che coordina i progetti “P.A.C. Infanzia” finanziati dal Governo nazionale, ed esattamente dal Ministero dell’Interno.

A partire da domani mattina, lunedì 15 gennaio, gli oltre ottanta bambini di età compresa tra i tre ed i trentasei mesi residenti nei Comuni di Taormina, Francavilla di Sicilia, Santa Teresa di Riva e Savoca si troveranno infatti privi dei rispettivi servizi di asilo nido in quanto, dopo oltre sette mesi di attività, gli uffici ministeriali non hanno ancora provveduto a liquidare le fatture regolarmente prodotte dall’Asofa attestanti i costi di gestione delle quattro strutture per l’infanzia ad essa affidate, malgrado il relativo capitolato d’oneri preveda che dalla presentazione dei documenti contabili alla loro liquidazione non possano intercorrere più di trenta giorni.

Dal canto suo, la presidente Famà ha già provveduto ad annunciare la sospensione del servizio ai responsabili dei Comuni interessati.

«Nonostante le rassicurazioni ricevute – spiega la massima rappresentante dell’associazione Asofa – ad oggi non ci sono state ancora accreditate le somme dovuteci. La situazione è dunque divenuta insostenibile perché non possiamo più permetterci di anticipare i costi dei trenta dipendenti, del servizio mensa, del materiale didattico e dei giocattoli. Ci siamo dovuti addirittura indebitare con un istituto di credito per poter versare i contributi previdenziali onde evitare di trovarci in difetto  con il Durc (ossia il certificato attestante la regolarità contributiva, richiesto per poter svolgere delle attività, ndr). Quando lo scorso anno l’Asofa, a seguito di gara pubblica, si è vista affidare dal Distretto Sociosanitario di Taormina questi progetti di asilo nido, nulla faceva presagire tutto ciò. A questo punto arrivati ci riserviamo di avviare ogni iniziativa a tutela dei nostri diritti ed in considerazione del grave danno causato dalla sospensione dei servizi».

Ed oltre che per i tanti bambini e le rispettive famiglie fruitori dei servizi degli asili nido, il grave danno si profila anche per i trenta impiegati dislocati nei quattro plessi, nei confronti dei quali l’associazione Asofa si è vista costretta ad avviare la procedura di licenziamento.

Come accennavamo prima, vicende di questo tipo devono mettere in guardia dagli apparentemente “allettanti” finanziamenti pubblici, stanziati con “solenni” decreti ufficiali ma, per un motivo o per un altro (esaurimento della copertura finanziaria, inghippi burocratici, ecc.), spesso fonte di seri problemi per i destinatari, costretti ad indebitarsi per sopperire a del denaro che, in realtà, è solo “virtuale” o, nella migliore delle ipotesi, accreditabile nell’arco di tempi biblici (ed intanto lavoratori e fornitori hanno il sacrosanto diritto ad essere retribuiti puntualmente).

Nel caso degli asili nido gestiti dall’Asofa si è in presenza di un’attività sociale di interesse pubblico, ma nel recente passato anche facoltosi imprenditori operanti nel settore privato (turismo, agricoltura, artigianato, commercio, ecc.) sono stati messi in ginocchio da pubbliche sovvenzioni considerate certe, ma rivelatesi invece “pie illusioni”.

Probabilmente sarebbe il caso di “ripensare” il sistema di accreditamento di questi stanziamenti, mettendo i beneficiari nel possesso integrale delle somme già prima dell’avvio delle attività, senza per questo rinunciare, da parte dell’ente che le concede, al successivo controllo sulla correttezza del loro utilizzo.

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: le dipendenti dei quattro asili nido gestiti dall’A.SO.FA. e, nel riquadro, la presidente Agata Famà