Damiano, tifoso speciale della Juventus, ripercorre una stagione straordinaria -
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Damiano, tifoso speciale della Juventus, ripercorre una stagione straordinaria

Damiano, tifoso speciale della Juventus, ripercorre una stagione straordinaria

Juve sei leggenda! Siamo qui, io Damiano Calabrò e tutti i fedeli tifosi, a festeggiare il 35° scudetto conquistato dalla Vecchia Signora. La Juve è nella Leggenda. Mai nessuno aveva vinto sei scudetti consecutivi.

Quest’anno abbiamo vinto con un gruppo di ragazzi straordinari, magistralmente allenati da uno dei tecnici più preparati, equilibrati, capaci del mondo.

Massimiliano Allegri e i suoi uomini raccolgono quanto seminato in dieci mesi di dominio, e a distanza di quattro giorni alzano il secondo trofeo di un’altra stagione pazzesca. Sei campionati consecutivi e tre accoppiate scudetto-Coppa Italia di fila: anche questo è un record. Questa stagione 2016/17 è stata veramente leggendaria, regalandoci forti emozioni.

Queste mie emozioni riaffiorano nell’accingermi a scrivere questo mio quinto articolo consecutivo sulle fantastiche imprese di questa magica squadra. Il campionato si è concluso con 91 punti conquistati, quattro in più rispetto alla seconda classificata; sulle 38 partite giocate 29 sono state vinte, quattro pareggiate e solo cinque perse. Nella casa di tutti gli Juventini, cioè nello Juventus Stadium, su 19 partite disputate solo una è stata pareggiata, le altre tutte vinte.

Nella prima partita del girone di ritorno, dopo la sconfitta con la Fiorentina, Allegri decide che è giunto il momento di cambiare modulo. Il mister ha capito che con il sistema di gioco fino a quel momento adottato, la squadra non sarebbe riuscita a ottenere maggiori risultati, con il rischio di perdere lo scudetto e non andare avanti in coppa Italia e in Champions.

Quello precedentemente usato non era così efficace malgrado i risultati positivi; con il 4-2-3-1, il gioco diventa visibilmente più fluido. Al successo del nuovo modulo ha dipeso anche la disponibilità di tutta la squadra, in fase difensiva e offensiva.
Il campionato si è concluso in casa, il 21 maggio 2017, con una giornata di anticipo battendo il Crotone per 3 a 0.

Il gol di Mandzukic al 12° del primo tempo, di Dybala al 39° e quello di Alex Sandro al 38° del secondo tempo, chiudono il discorso scudetto. Ai tre fischi dell’arbitro noi tifosi e i giocatori esultiamo, con la conquista del sesto scudetto consecutivo entriamo così nella legenda. Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner, Marchisio e il capitan Gigi Buffon, sono i sei giocatori che hanno il privilegio di poter festeggiare per sei volte di seguito. A questa partita, a questa emozione, a questa festa, avrei dovuto partecipare anch’io.

Sì io, Damiano Calabrò, 24 anni (foto a destra), ho cercato di superare i miei limiti fisici, soffro di distrofia muscolare che mi limita nei movimenti, le mie difficoltà economiche e mi sono organizzato per partecipare a questa partita con il Crotone durante la quale sentivo che avremmo alzato la coppa.

Dall’8 settembre 2011, data della sua inaugurazione, sogno di assistere a una partita nel mitico Juventus Stadium, di incontrare i giocatori, il mister, la società e vedere la mattonella con inciso il mio nome accanto a quello del mio idolo Alessandro Del Piero.

Quest’anno il sogno si stava per realizzare, già avevo versato l’acconto per l’albergo, pagato i biglietti e le cuccette del treno, ad accompagnarmi, come sempre, sarebbe stato mio padre. Per l’ingresso allo stadio si era reso disponibile un addetto, al quale sono arrivato attraverso delle amicizie, che mi aveva assicurato l’ingresso nell’area riservata ai diversamente abili.
La valigia era già pronta, la partenza prevista per giovedì sera.

Il martedì precedente, con una mail mi viene comunicato non esserci più di disponibilità di posto, malgrado erano diversi mesi che già sapeva. Grande è stata la mia delusione; ci tenevo tanto, la Juve è la mia ragione di vita, il mio unico grande amore, per nulla al mondo perdo una partita, non so proprio quando e se mai potrò realizzare questo sogno.

È nostra! Ancora! Ancora! Ancora! È il 17 maggio 2017 e per il terzo anno consecutivo alziamo la coppa Italia, è la dodicesima, la storia è riscritta. E’ subito Dani Alves al 12° del primo tempo, grazie a un traversone di Alex Sandro, con una diagonale mette in rete. Arriva poi il raddoppio con Bonucci che, grazie a un corner battuto da Dybala, e la deviazione di testa di Alex Sandro con inserimento perfetto, Bonucci tocca nell’area piccola infilando il pallone nell’angolino. È il 25° e la Juve ha già le mani sulla Coppa.

Nella Champions League nel suo girone la Juventus incontra: il Siviglia, la Dinamo Zagabria e il Lione. Si classifica prima con 14 punti; sulle 6 patite giocate 4 sono state vinte e 2 pareggiate. Resta così imbattuta. Passando ai quarti di finale, batte il Porto fuori casa per 2 a 0 e in casa per 1 a 0. Qualificandosi così per i quarti di finale per affrontare il Barcellona, ritenuta una squadra forte. Invece riusciamo a vincere, nel nostro tempio nel Juventus Stadium, per 3 a 0. Più che battere il Barcellona la Juve la travolge. Nei primi 22 minuti Dybala insacca due gol, la Joya è in perfetta forma!

Il primo già al 7° minuto, da un passaggio di Quadrado, Dybala, con intorno tre-quattro avversari, si inventa un sinistro e a giro mette in rete. Se il primo è geniale, il secondo gol al 22° è una esecuzione perfetta. Dall’incursione di Mandzukic parte un cross che viene caricato e trasformato in gol da Dybala. Al 10° minuto del secondo tempo, da un calcio d’angolo battuto da Pjanic, Chiellini con un colpo di testa mette in rete. Temevo stessi sognando la partita, invece era tutto vero.

Merito di questo successo è da riconoscere anche al grandissimo Buffon che in più occasioni ha salvato la nostra porta.
Nella partita di ritorno giocata a Barcellona, è la nostra difesa approntata da tutto la squadra a dare il meglio di sé, inchiodando gli avversari sullo 0 a 0. E così ci qualifichiamo per le semi finali; il prossimo avversario sarà il Monaco.
La prima partita giocata fuori casa, ha come protagonista Higuain che segna il primo gol al 29° triangolando con Dani Alves.
Higuain continua a segnare al 14° del secondo tempo, sempre assistito da Dani Alves. Siamo sempre più vicini alla finale.

Il ritorno si gioca in casa, l’avvio del Monaco è scoppiettante, poi la Juve prende campo, il primo gol arriva al 33° del primo tempo. Il cross di Dani Alves viene preso di testa da Mandzukic, respinta dal portiere torna da Mandzukic che questa volta di piede la mette in rete. Il secondo arriva al 44° del primo tempo da un calcio d’angolo battuto da Pjanic che, intercettata dal portiere la respinge con i pugni, arriva ai piedi di Dani Alves che al volo, con una bomba, di destro segna. Al 24° del secondo tempo arriva il gol del Monaco con Mbappè, la partita si conclude 2 a 1.

Lo stadio esplode, i tifosi esultano; la mia emozione è grande. Il prossimo appuntamento per tifare Juve è per la finale con il Real Madrid. Finalmente il grande giorno arriva: il 3 giugno la finale di Champions League che si gioca al National Stadium of Wales a Cardiff nel Galles.

Nel primo tempo sembra che si possa giocare alla pari, quando il Real passa in vantaggio al 20° con Ronaldo, la Juve si arrabbia, Pjanic apre per Alex Sandro che dalla sinistra, al volo, trova in area Higuain. Il Pipita controlla e tocca per Mandzukic che al 27° stoppa di petto e, spalle alla porta si coordina per una sforbiciata tanto spettacolare quanto letale.
Impazziamo tutti quanti dalla gioia, il primo tempo si chiude in parità fiduciosi per un buon esito del secondo tempo.

Invece le cose non vanno secondo le nostre speranze, si dirà poi che durante l’intervallo nello spogliatoio della Juve sia accaduto qualcosa che abbia disunito tutti influenzando il resto della partita. Secondo me non è successo niente, come dicono anche allenatore e giocatori. Nella ripresa la Juve perde mordente e gli spagnoli tornano a segnare, il tiro al 16° di Casemiro deviato da Chedira, viene visto da Buffon all’ultimo minuto, malgrado il suo tuffo non riesce a parare.
Il 2 a 1 spezza le gambe alla Juve, il Real vedendo l’avversario in difficoltà ne approfitta e dopo tre minuti replica con Ronaldo.

Allegri a questo punto gioca il tutto per tutto, inserendo Cuadrado e Marchisio al posto di Barzagli e Pjanic. Più tardi, alla mezz’ora, tocca anche a Lemina rilevare Dybala, ma secondo me la Juve ha un calo fisico e non riesce a produrre altro se non un colpo di testa di Alex Sandro a lato. Al 39° errore dell’arbitro che dà il secondo giallo a Cuadrado e viene espulso: Sergio Ramos simula in maniera clamorosa dopo che il colombiano lo ha sfiorato. Sergio Ramos già ammonito meritava lui di essere espulso per simulazione. A questo punto è davvero finita e nel recupero il Real infierisce ancora con il gol di Asensio al 46°.

Purtroppo la partita finisce 4 a 1, facciamo i complimenti e riconosciamo la superiorità del Real Madrid che è stato più forte di noi. Perdere una finale fa sempre male, ma questa volta più delle altre, perché pensavamo di poter vincere, restiamo comunque la seconda squadra più forte d’Europa.

Nei tre anni che Allegri allena la squadra, per due volte siamo arrivati in finale senza vincerle, vicini al successo, segno che c’è ancora qualcosa da migliorare, manca da superare l’ultimo ostacolo per poter sollevare la coppa. Per me è la seconda finale alla quale assisto, mi manca la gioia di vedere la coppa in mani Juventine; spero questo si avveri presto.

La delusione è feroce, questo non ci impedisce di applaudire i nostri ragazzi, perché questa volta sarebbe davvero potuta andare diversamente, ma una sconfitta, non può ridurre i meriti di una grande squadra che ha condotto una stagione comunque straordinaria, piena di successi. Nel post partita arrivano le parole del presidente della Juve Andrea Agnelli.
“Sono orgoglioso. Ora ripartiamo più cattivi. Abbiamo la consapevolezza di aver assunto una dimensione europea totale. Se pensavano che avessimo potuto perdere gli stimoli, ecco che li ritroviamo: tutti hanno il mio appoggio”.
A inoltre aggiunto: “Tutti quanti noi dobbiamo essere orgogliosi dei nostri ragazzi, come si deve essere dopo sei scudetti di fila, tre coppe Italia di fila e due finali di Champions”.

Arrivano anche i commenti e le valutazioni di Gigi Buffon, che nella sua prestigiosa carriera di grande portiere, avrebbe meritato sollevare questa coppa che manca alla sua collezione. “È una grande delusione, perché pensavamo di aver fatto tutto il necessario per poterla vincere – dice il portiere e capitano della Juve -. Penso abbiamo fatto un grande primo tempo, avevamo messo alle corde il Real. Mi lasciano interdetto gli episodi che non girano mai bene, però è anche vero che per arrivare a vincere questi trofei occorre essere più forti di tali episodi. L’approccio era stato ottimo, non gli avevamo dato vantaggi: avevamo corso tantissimo ma non siamo riusciti a concretizzare tutto. Nella ripresa la loro classe, la loro forza, la loro attitudine a vincere queste gare si è vista. È normale che possa esserci qualche rimpianto: negli episodi ci è andato tutto male”.

Ha aggiunto rivolgendosi ai tifosi che hanno sostenuto la squadra sia a Cardiff che da casa: “ringrazio per l’amore e il sostegno ininterrotto, hanno cercato di spingerci al miracolo, purtroppo non ce l’abbiamo fatta. Non essere stato in grado di aver potuto regalare loro quello che meriterebbero rappresenta per me la più grossa sconfitta”.

Anche se abbiamo perso questa finale, questo non deve intaccare la straordinaria stagione, dobbiamo essere orgogliosi dei nostri campioni che ogni anno riescono a regalarci grandi emozioni.

Mi sento in obbligo di ringraziare tutti: il presidente Andrea Agnelli e il suo vice Pavel Nedved, il mister Massimiano Allegri, tutti i giocatori, Marotta e Paratici che riescono nell’acquisto dei giocatori giusti che faranno sempre grande questa squadra.
Ringrazio anche, tutti quelli che ogni giorno con modestia e dedizione si prendono cura del mondo Juve.

In questa stagione purtroppo siamo rammaricati di dover salutare Leonardo Bonucci, va nel Milan, un grande campione della difesa, che dopo sette anni di permanenza nella Juve era diventato un leader amato da tutti i tifosi. Mi è dispiaciuto tanto, sono incredulo, pensavo non abbandonasse mai la Juve. Sarà una grande tristezza non sentire più annunciare il suo nome nella formazione.A lui i nostri sentiti ringraziamenti, per tutto quello che ha dato, per aver contribuito in questi sei anni a creare la “leggenda”, ma bisogna accettare le sue scelte.

Anche Dani Alves va via, dopo un anno di permanenza, giocherà con il Paris Saint Germain, anche lui ringraziamo per tutto quello che ha fatto. Salutiamo e ringraziamo per tutto quello che ha fatto, Patrice Evra che da gennaio gioca con il Marsiglia.
Per la nuova stagione 2017/18 accogliamo dei nuovi campioni che faranno parte della famiglia della Juve che sono Bernardeschi, De Sciglio, Szczesny, Duglas Costa, Bentancur e ritorna Pinzoglio.

Dal 1 luglio la Juventus entra ufficialmente nel futuro, con il nuovo logo , cambia anche il nome dello stadio che diventa: Allianz Stadium. All’interno del J/Village, il 17 luglio, viene anche aperta la nuova sede sociale, moderna, più funzionale.
Tutto è pronto per una nuova fantastica, entusiasmante ed emozionante stagione.
E anche io, juventino doc, sono pronto. Fino alla fine, sempre e comunque, forza Juve.

Damiano Calabrò

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