Ex Provincia: esposto-denuncia per un pagamento non pubblicato. Interviene l’Anac ma non sanziona

Il 28 febbraio 2014 Francesco Mineo, avvocato capo della Città Metropolitana di Catania, disponeva un pagamento a favore del professore Giuseppe Barone per degli incarichi svolti dal professionista nel 1989, per conto della Provincia Regionale di Catania. Il pagamento è avvenuto dopo un “accordo bonario”: dai 302.019 46 euro chiesti da Barone (ovviamente, inizialmente la somma era in lire) si è giunti a 181.211,68 euro.

Ma ci sono due passaggi che mancano in questo avvenuto pagamento, “passaggi” che l’Unione Sindacale di Base ha denunciato alla Corte dei Conti e all’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), a firma di Franco Nobile, segretario regionale USB-Pubblico Impiego e di Sergio Giambertone, dirigente sindacale nazionale .

Il primo passaggio contestato dall’USB è che “l’accordo bonario”, nonostante contenga esplicitamente la clausola che obbliga l’Ente alla pubblicazione sul sito nazionale dello stesso Ente, nella sezione “Consulenti e collaboratori-incarichi di patrocinio legale e domiciliazione”, non è stato pubblicato. Infatti, prima di procedere al pagamento, occorreva, come prevede la legge, pubblicare tutti i dati, pena la responsabilità del dirigente che ha disposto il pagamento, del pagamento. Per questa “omissione” l’USB ha chiesto “sanzioni conseguenti dal mancato rispetto dell’obbligo di pubblicazione”.

Il secondo “passaggio” che l’USB riscontra è una “anomalia” nelle scelte dei minimi e dei massimi tariffari applicati alla parcella oggetto dell’esposto-denuncia.

Alla denuncia dell’USB ha fatto seguito l’intervento, nei confronti della Città Metropolitana di Catania, di Tiziana Morgante, dirigente dell’Ufficio Vigilanza sugli obblighi di trasparenza dell’Anac: “Nell’adunanza del 9 novembre 2016 il Consiglio dell’Anac ha deliberato di invitare il Responsabile per la Trasparenza in indirizzo di volersi attivare tempestivamente per l’inserimento dei dati in questione sul sito web istituzionale dell’Ente. Con l’espresso avvertimento che, qualora dovessero emergere ulteriori o persistenti violazioni agli obblighi di pubblicazione, potrà procedersi nei confronti di codesto Ente con l’adozione di tutti gli atti di competenza dell’Autorità”.

Insomma, l’Anac da ragione all’USB, ma senza adottare, come previsto dalla legge, alcuna sanzione all’Ente per la palese violazione: “Chissà perché – commenta Giambertone, dirigente dell’USB- ma, leggendo la risposta dell’Anac, mi viene in mente la locuzione latina contenuta nell’Ars poetica di Orazio che, pressappoco si traduce con La montagna ha partorito il topolino…”.

Ma per l’USB  la questione non è chiusa: “affinché – sottolinea Giambertone – non si affermi la scoraggiante idea che siano assolutamente inutili l’impegno e gli sforzi da parte di semplici cittadini che vogliono contribuire a garantire l’imparzialità e il buon andamento della Pubblica Amministrazione”.

Orazio Vasta