Processo agli ex consiglieri provinciali Danubio, Cannavò e Cutuli: sentiti due testi

Entra nel vivo il processo che vede imputati gli ex consiglieri provinciali Antonio Danubio, Gianluca Cannavò e Sebastiano Cutuli. I tre sono accusati di truffa ai danni dello Stato in relazione a dei presunti indebiti rimborsi lavorativi.

L’indagine, partita nel 2012, è stata condotta dai militari dalla Guardia di Finanza. Al termine il pm Tiziana Laudani ha contestato ai tre ex consiglieri i reati di truffa aggravata a danno della Provincia Regionale di Catania, per avere attestato rapporti di lavoro inesistenti o compensi per posizioni lavorative diverse da quelle realmente ricoperte, al fine di lucrare il rimborso per permessi retribuiti. Coinvolti anche i datori di lavoro.

Il danno erariale calcolato dalla Procura ammonta in totale a quasi 500 mila euro. Ieri, il processo (presenti due ex consiglieri Danubio e Cutuli, assente Cannavò), davanti al giudice Giuseppina Montuori, ha visto la deposizione di due testi: l’operaio edile Carmelo Catalano e l’ex impiegata della “Euroservizi” Laura Cutrufello. Dal primo sono arrivati tanti “non ricordo” e “non so”.

La Cutrufello ha ammesso di essere stata socia solo sulla carta “perché mi è stato detto che essendo una cooperativa dovevo diventare formalmente socia, in realtà ho sempre avuto mansioni da dipendente. Sono stata assunta da Cannavò inizialmente in nero, dopo qualche mese e un controllo delle forze dell’ordine, mi hanno messo in regola ma la busta paga era sempre minore allo stipendio effettivo. La presenza di Cannavò non era frequente in azienda e nei cantieri. Le decisioni però spettavano sempre a lui”.

La donna ha negato di aver partecipato alle assemblee dei soci – i cui verbali attestavano la sua presenza – in cui sarebbero avvenute le discussioni delle nuove nomine.

“Non mi è stato nemmeno spiegato perché il mio nome era presente tra i soci e improvvisamente ho ricevuto una doccia fredda – riferendosi alla ricezione della notifica di indagine – Cannavò e Pulvirenti sono venuti a casa mia dicendomi di stare tranquilla e affidarmi al loro avvocato, ma da lì ho deciso di prendere un’altra strada”. Prossima udienza il 19 maggio.