Di fronte ad un pubblico ora stregato ora divertito ora indotto alla riflessione, la Leotta, è stata protagonista leale e coraggiosa di ruoli diversi, di testi tutti storicamente interpretati da uomini. E si è dimostrata una “cantattrice”, di spessore, quando ha cantato talvolta con grande pathos e talvolta con ironia brani di mostri sacri come il celeberrimo “Gastone” di Ettore Petrolini e “Vecchio frac” di Mimmo Modugno, rievocando atmosfere d’altri tempi e riflessioni sul significato della vita.
Particolarmente riuscita la scena de Il rilegatore Wanninger” di Karl Valentin, lo Charlot dadaista, in cui ha messo a fuoco le sue doti, interpretando più parti contemporaneamente, ma anche suoni e rumori, insomma da vera mattatrice della scena. L’attrice si è “sacrificata” volentieri sull’altare del palcoscenico, offrendosi al pubblico di casa con semplicità. Un gesto molto coraggioso, perché il pubblico di casa non è mai particolarmente benevolo. Eppure questa volta il pubblico ha risposto bene e con generosità applaudendo a scena aperta la nostra, che si è donata completamente, senza alcun risparmio di energia.
Al termine i ringraziamenti di rito e quelli particolari alla Compagnia teatrale “Jonica” (i cui componenti ha voluto sul palco) per la quale sta curando da regista il prossimo spettacolo, che sarà presentato nei prossimi giorni. Una prova d’attrice quella scritta, diretta e interpretata da Maria Rita Leotta che vale la pena di vedere, di gustare e magari di rivedere.
Mario Pafumi