Musumeci, il mese successivo, con propria nota, dichiarava la propria disponibilità alla restituzione delle somme dovute e percepite; Il Comune, lo scorso agosto, con determinazione dirigenziale, accertava in entrata il predetto importo sul Bilancio 2015.
Ritenuta la somma dovuta liquida ed esigibile e, in considerazione del fatto che il pagamento non è stato effettuato, l’11 scorso è stata recapitata al consigliere Raffaele Musumeci una diffida e messa in mora con invito ad adempiere, entro 8 giorni, al versamento della somma indebitamente percepita.
Tale procedura è stata preceduta da quella delibera di Giunta del 12 ottobre scorso, con la quale il sindaco Bonaccorsi è stato autorizzato a proporre, nei confronti di Musumeci, azione legale per il recupero della somma erroneamente percepita.
Il primo cittadino giarrese, nei giorni scorsi, con propria nota, aveva anche rifiutato l’invito ad aderire a convenzione di negoziazione assistita, avanzato dal legale di Musumeci, avv.Giuseppe Fiumanò, “tenuto conto che il recupero della somma è un atto non discrezionale ma vincolato e pertanto non può essere oggetto di negoziazione nonchè di rinunce o transazioni”.
Il provvedimento di costituzione in mora è stato nel frattempo dichiarato illegittimo dal legale del consigliere Musumeci, poiché carente dei presupposti di legge; non sussiste, secondo l’avv.Fiumanò, uno dei presupposti posti alla base della messa in mora vale a dire la liquidità del credito, dovendosi, ricalcolare gli importi da restituire. Il concetto di liquidità – ha osservato il legale del consigliere Musumeci – esprime, infatti, la certezza del debito e del suo ammontare.
Oltretutto – è stato precisato nella risposta all’atto di diffida e costituzione in mora, trasmessa al dirigente della I Area – il debito è stato quantificato a circa 16 mila euro, al netto delle somme prescritte e delle ritenute Irpef e non di 45 mila euro. Di tale importo, il consigliere Musumeci, ieri ha versato, a titolo di acconto, la somma di 3.372,86 euro e che il residuo importo di 13 mila euro verrà versato nell’arco di 24 mesi, riservandosi ogni tipo di iniziativa giudiziale a tutela dei propri diritti e interessi.