Un esercito di maleducati. Sporcaccioni provenienti dall’intera provincia e soprattutto dal “blasonato” capoluogo etneo, hanno invaso le spiagge di Fondachello, Marina di Cottone e Calatabiano. Centinaia di tende e gazebo hanno conquistato ogni centimetro quadrato di spiaggia, trasformandolo in un gigantesco accampamento.
ASTERIX La notte di Ferragosto – per chi ha avuto la sventura di recarsi in spiaggia – ha suscitato a molti la sensazione di entrare nelle pagine di Asterix: il grande braciere con la lingua di fuoco al centro che svetta al cielo, il cinghiale abbrustolito e i Galli (cata-paternesi) tutti intorno a spartirsi il cibo, strappando brandelli di carne con le mani. Cibo a volontà. Per lo più contemporanee super porzioni di pasta al forno, salsiccia, carne arrostita e l’immancabile anguria. I “galli” (cata-paternesi) hanno usato di tutto per accendere il fuoco: sradicati alberi, smontati interi tratti di pedane, passerelle di legno dei lidi .
FALLIMENTO COLOSSALE Fondachello e Sant’Anna, in piena notte, si sono trasformati in veri “live-ring”. Risse, baruffe in spiaggia che solo per fatalità non hanno avuto un epilogo ben diverso. E ancora: viabilità incontrollata, parcheggi dissennati, furti d’auto, atti di vandalismo sfrenato. L’inciviltà e l’anarchia hanno trionfato nella Fondachello invasa dai Galli (cata-paternesi) tra l’indignazione di tanti che, spingendo il dito sulla tastiera del proprio computer, hanno attaccato sui socialnetwork le forze dell’ordine e le amministrazioni comunali competenti per il loro colossale e soprattutto plateale fallimento. Eppure ciò che è accaduto a Ferragosto altro non è che un mortificante rituale. Possibile che, al netto delle indignazioni popolari, non si possa fare nulla?
Ora che Ferragosto è passato (madre Natura ha attenuato in qualche modo l’oltraggio) non resta che piangerci addosso. Le spiagge ridotte a pattumiera, i boschi “protetti” dalla Forestale trasformati in bracieri, i lidi in volgari bettole. Certo, a pensare a quei servizi igienici chimici posizionati a Fondachello e Marina di Cottone e vederli poi ridotti in puzzolenti vespasiani, viene da pensare: ma a che cosa serve tentare di portare avanti iniziative improntate alla civiltà dinanzi alle invasioni barbariche del Ferragosto cui nessuno, in tanti anni, è mai riuscito a fronteggiare? Certo, leggeremo quanto prima di multe inflitte a qualche paternese sfigato, ma non ci lasceremo convincere che il problema è stato risolto.
MINIMIZZARE Nell’era degli smartphone e dei mezzi multimediali di cui tutti, ormai, sono in possesso, sarà difficile negare l’evidenza, rischiando di rimanere sepolti da centinaia di foto e video. Ogni tentativo di minimizzare quanto è accaduto venerdi notte sarà inutile. I sindaci dei Comuni di Mascali, Fiumefreddo e Calatabiano abbiano per la prima volta la forza e il coraggio di ammettere il loro fallimento. Di denunciare apertamente ciò che non ha funzionato.
MARE INQUINATO Di affermare, senza timore, che il mare da mesi è inquinato. E che nessuno ha mai avviato una indagine seria per cercare di comprenderne l’origine. Centinaia di persone con il virus intestinale, farmacie intasate da bagnanti che giurano di non tornare mai più a Fondachello, fatti incresciosi che dovrebbero fare riflettere. Abbiate il coraggio, sindaci, di ammettere che il depuratore di Sant’Anna forse non funziona al meglio, che a Fondachello e Sant’Anna ci sono centinaia di scarichi fognari abusivi. E che le correnti ci regalano i rifiuti e reflui maleodoranti provenienti dal messinese, magari a causa di qualche altro depuratore, nella zona di Giardini che non funziona. Rebus.
CORAGGIO Se non ammettete tutto ciò allora contribuirete ad ingannare i vostri concittadini, illudendoli che, in fondo, è stato solo un problema transitorio. Un brutto venerdì da dimenticare. Già, in fondo è conveniente nascondere l’evidenza, pur di avere il coraggio di essere per una volta intellettualmente onesti, decisi, determinati a salvaguardare i vostri territori. O forse non lo farete in nome del turismo-monnezza da istituzionalizzare.
Mario Previtera