Catania calcio, la cordata di “imprenditori” catanesi si ritira

“Avevano risposto all’appello del sindaco Bianco per evitare che il calcio a Catania potesse essere cancellato dallo scandalo della compravendita delle partite. Poiché il presidente Pulvirenti, con le sue esternazioni, sembra intenzionato a proseguire nella gestione del Calcio Catania, gli imprenditori che si erano messi a diposizione per rilevare la società rossazzurra ritengono non più necessario un loro intervento” .

Con queste parole, rese note dall’assessore Girlando che personalmente si era occupato di riunire un cospicuo numero di imprenditori catanesi (una quindicina pare) che potessero tenere a galla il Catania dopo lo scoppio del caso “I treni del gol” a nome del Comune, la cordata che giovedì avrebbe dovuto incontrare l’ex presidente rossazzurro Pulvirenti fa marcia indietro e si ritira dopo aver ascoltato le parole di Pulvirenti. Dopo la conferenza stampa di ieri è sembrato infatti abbastanza chiaro, secondo la nota, che l’attuale maggiore azionario della società voglia proseguire nella gestione del club per cui un intervento della stessa sembra essere superfluo.

Ma, a dire il vero, sembra soprattutto essere sfumato un tentativo goffo della politica di sfruttare un’occasione per cavalcare la tigre del “salvataggio Catania calcio” che, al di là della vergogna dello scandalo della compravendita delle partite è molto lontana dall’essere una società sull’orlo del fallimento, anzi. Ma questo imprenditori seri dovrebbero saperlo. E avrebbero dovuto sapere che è una società patrimonializzata, per una precisa strategia, poco soggetta al fallimento e quindi difficile da comprare anche in periodo di “saldi”. Quindi se il Catania sarà ceduto lo sarà al giusto prezzo. Prezzo per pagare il quale occorrono tanti soldi, troppi evidentemente per i 15 imprenditori catanesi che immaginavano, forse, un regalo o giù di lì.