“Dalla data di aggiudicazione – continuano i consiglieri – a causa del conflitto giurisprudenziale si deve attendere per la riapertura delle attività il 29/05/2014 ma, dato ancor più significativo, è che bisognerà aspettare ulteriori 6 mesi per la stipula del contratto avvenuta con la A.T.I. Edilgecos s.r.l. in data 27/11/2014. Il 17/12/2014 si svolge un’incontro alla Prefettura di Catania dal quale emerge la necessità di perfezionare la documentazione rinviando a nuova seduta fissata per la data del 08/01/2015. Il 13/01/2015 viene inviato dall’ente il contratto per l’approvazione ma il 30/01/2015 la dottoressa Famiglietti (responsabile della linea di intervento 2.8) nel corso di una riunione comunica che il contratto non poteva essere firmato in quanto tutte le attività andavano concluse entro il 30/06/2015. L’Ufficio, pertanto, predispone un nuovo cronoprogramma riducendolo da 250 gg a 150 gg. La dott. Famiglietti il 13/02/2015 propone al comitato di valutazione il definanziamento dell’opera. Con delibera n.13/2015 la Giunta Municipale approva una perizia di variante di € 212.332,02 necessari per la ricostruzione del tetto che nel frattempo era stato oggetto di furto degli stessi pannelli di copertura. Il 16/03/2015 vengono consegnati i lavori alla ditta”.
“Successivamente – spiega l’opposizione consiliare – la ditta segnala alla stazione appaltante di essere “impossibilitata a dare concreto inizio ai lavori a causa di eventi atmosferici verificatisi nella notte tra il 24 e 25 c.m.”. Da quel momento i lavori non avranno mai inizio. Solo il 15/05/2015 il sindaco chiede all’autorità di gestione una proroga per l’esecuzione dei lavori. Il funzionario responsabile in data 01/07/2015 emette un provvedimento per la risoluzione del contratto. Alla luce di quanto relazionato e ricostruito attentamente dal responsabile, si ha come la sensazione di cimentarsi in un intrigante romanzo giallo che, durante tutto il suo racconto, avvolge nel mistero una figura che non emergerà mai se non solo nel triste epilogo, ovvero quella del sindaco che, il 15 maggio 2015, chiede proroga dei lavori per poi attendere che il 1 luglio il funzionario emetta il provvedimento di risoluzione del contratto. Tanti e legittimi sono i quesiti che rimangono senza risposta a causa della mancata produzione degli atti da noi richiesti, fatto che riteniamo di grave inadempienza amministrativa e che perseguiremo all’ass.to reg.le agli Enti locali. Non sappiamo se durante l’iniziale conflitto giuridico tra le ditte aggiudicatrici sarebbe stato necessario tutelare l’ente da ritardi ed eventuali aggravi finanziari? Quali sono state le motivazioni che hanno portato ad attendere sei mesi (29/05/2014 – 27/11/2014) dalla riapertura delle attività alla stipula del contratto con la ditta? Quali sono le motivazioni che hanno indotto la dott.ssa Famiglietti in data 13/02/2015 a proporre il definanziamento? Sarebbe stato importante proteggere la struttura con la stipula di una polizza assicurativa contro i furti? Avremmo potuto agire prima nei confronti della ditta che ritardava l’inizio dei lavori senza arrivare alla scadenza dei termini? Quali saranno, data la risoluzione del contratto gli obblighi a carico dell’ ente nei confronti della ditta?”.
Saremo altresì attenti ed esigenti, sulla responsabilità e sull’inoperosità della politica in questa vicenda non permettendo che il nostro Comune ancora una volta venga etichettato come “il paese delle incompiute” affidando al governo della città l’unico compito di trarne nel prossimo futuro le ovvie conclusioni”.
Orazio Vasta