Giarre e l’Ospedale: tra passato, protesta e futuro

Il “treno” delle vibranti proteste è arrivato a destinazione. La rabbia del popolo giarrese e non, ferito dagli ultimi decessi, ha costretto le alte sfere istituzionali a rivedere le proprie posizioni. Tutte le risorse umane e materiali trasferite al pronto soccorso di Acireale dopo la dismissione del pronto soccorso di Giarre, torneranno infatti nel nosocomio giarrese di via Forlanini. Le otto ore di interlocuzione all’Asp di Catania, alla fine hanno fruttato il ripristino di un servizio che, seppur non di eccellenza, assicura comunque la presenza di due medici h24 ed il recupero della strumentazione antecedente al 27 aprile.

Lo scetticismo che, alla diffusione della notizia via web, aleggiava tra i manifestanti presenti alla stazione di Giarre, ha così gradatamente lasciato spazio a manifestazioni di moderata soddisfazione per l’esito dell’incontro. Splendeva ancora la luce del sole quando in stazione i familiari della defunta Maria Mercurio mostravano volti rabbuiati per via di notizie secondo cui l’assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino non intendesse assecondare le istanze presentate dalla delegazione giunta all’Asp di Catania. Tuttavia, dopo lunghe ed estenuanti trattative, la task force istituzionale presentatasi nella sede dell’azienda sanitaria catanese, ha ottenuto la riattivazione di un presidio che a molti appariva ormai impossibile da ripristinare.

Gli sforzi profusi dal sindaco di Giarre Roberto Bonaccorsi, dal presidente della commissione straordinaria per l’ospedale Tania Spitaleri, dal vice-sindaco di Giarre Salvo Patanè, dal sindaco di Fiumefreddo Marco Alosi, dal sindaco di Piedimonte Etneo Ignazio Puglisi, dal consigliere comunale di Linguaglossa Salvatore Rinaldi (delegato dal sindaco del medesimo comune Rosa Maria Vecchio) e dal sindaco di Riposto Enzo Caragliano, alla fine hanno ammorbidito le iniziali posizioni assunte da Asp e assessorato alla sanità, originando una soluzione compatibile con le esigenze espresse dalla delegazione giunta fino a Catania in compagnia degli esponenti delle seguenti associazioni giarresi: Confcommercio, Città Viva e rete delle associazioni. Il servizio ripristinato si sostanzierà concretamente in un Pte (presidio territoriale di emergenza) potenziato.

Ecco quali saranno i servizi offerti dal presidio anche in termini di risorse umane e di attrezzature: laboratorio di analisi dalle 8:00 alle 20, radiologia, cardiologia, reperibilità di cardiologia e presenza di un anestesista. Ai predetti servizi si accompagnerà il rientro del personale medico e infermieristico precedentemente in forza al pronto soccorso di Giarre e poi trasferito in quello di Acireale. Il raddoppio dei turni di guardia medica per quanto concerne Fiumefreddo e Riposto costituirà un altro punto di forza dell’offerta sanitaria erogata dal territorio. Già ieri sera è stata la medicalizzata l’ambulanza di Mascali, mentre l’avvento di un’ambulanza medicalizzata in convenzione a Riposto dovrebbe avvenire tra 10 giorni.

Per quanto concerne i codici rossi, essi saliranno a bordo di un’ambulanza medicalizzata del 118 per poi essere stabilizzati o a bordo del mezzo stesso o nel potenziato Pte di Giarre. Successivamente, in base alle esigenze, il soggetto che presenta una criticità da codice rosso sarà trasferito presso il pronto soccorso di un altro ospedale.  Il presidio non erogherà il servizio Utic (unità di terapia intensiva cardiologica), così come non offrirà la rianimazione h24.

Tuttavia, sebbene questo tipo di Pte potenziato non offrirà un servizio sanitario dello stesso livello del pronto soccorso di Acireale, i codici rossi godranno di un più efficiente supporto medico. Tra oggi e domani, nel nosocomio di Via Forlanini tornerà dunque quanto trasferito nel pronto soccorso di Acireale. Tra trenta giorni si procederà invece con un resoconto per verificare lo stato di efficienza del presidio. Conclusasi la manifestazione di protesta presso la stazione di Giarre, parte della cittadinanza locale si è radunata in piazza Duomo per celebrare la vittoria del buon senso. Tanti gli attestati di stima piovuti  sui componenti della famiglia Mercurio. In particolare, i presenti hanno riconosciuto ai familiari della defunta Maria Mercurio il merito di aver scosso gli animi con i loro accorati appelli alla collettività del distretto socio-sanitario.

Con la loro discesa in campo, innescata dalla morte di Maria Mercurio, la popolazione giarrese ha preso consapevolezza della gravità della situazione, sposando una battaglia che in un primo momento sembrava aver assunto i contorni di una manifestazione tesa a rendere onore alla memoria della defunta. La manifestazione di protesta di ieri, che  si è allargata anche alle scuole sostanziandosi in un corteo (guidato da Angelo Larosa, Maurizio De Luca e Nancy Puglisi) il quale ha toccato piazza Carmine, piazza Duomo, il Municipio e la stazione, ha dunque garantito alla città la riappropriazione di un diritto alla sanità fortemente mutilato in questi ultimi mesi.

Soddisfatto Maurizio Mercurio, fratello della vittima “Mi auguro che quanto accaduto insegni alla popolazione a lottare per i propri diritti. So che mia sorella non tornerà in vita ma sono anche consapevole che la città, grazie a questa manifestazione di protesta, ha iniziato a capire cosa significhi difendere strenuamente il proprio diritto alla vita. Esistono accadimenti così drammatici che la diplomazia rischia di diventare un’arma nelle mani di chi desidera continuare a perpetrare logiche criminose. Ecco perché, in circostanze come quelle vissute, è dovere morale del popolo scendere in piazza per esercitare quella sovranità che la politica calpesta se riconosce nella gente forme di debolezza e di sudditanza. È solo con il coraggio e con l’unione di intenti che si raggiungono risultati apparentemente insperati”.