Lavoro nero, controlli nella provincia etnea. Sospese 4 attività imprenditoriali, 9 denunciati, sanzioni e ammende per circa 200.000 euro

I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Catania, nelle ultime due settimane hanno proseguito i servizi finalizzati al contrasto del fenomeno del lavoro nero presso 6 cantieri edili e 6 attività commerciali.

I controlli sono stati effettuati principalmente a Catania, ma anche a Misterbianco, Aci Castello, Acireale, Mascalucia e Aci S. Antonio.

In particolare, a Catania, venivano scoperti: in un cantiere edile, 3 lavoratori in nero su 3 presenti; in un supermercato, 5 lavoratori in nero su 7 presenti; in un negozio di alimentari, 2 lavoratori in nero su 2 presenti; in un negozio di calzature, 2 lavoratori in nero su 2 presenti. In altri due esercizi commerciali venivano individuati altri 2 lavoratori in nero, ma non avendo superato la soglia del 20% del personale presente non è scattata la sospensione dell’attività imprenditoriale. Per le quattro ditte sono scattate le sospensioni amministrative dell’attività imprenditoriale poiché occupavano complessivamente 12 dei 14 lavoratori “in nero”.

Alcuni datori di lavoro proseguono nel rischiare a mantenere i lavoratori in nero, mentre a seguito dei controlli regolarizzano prontamente le posizioni delle maestranze, ottenendo quindi la revoca dei provvedimenti impeditivi all’esercizio delle attività con il pagamento di 1950€ e della maxi sanzione di 4000€ per singolo lavoratore.

Le 9 le denunce sono scattate per le seguenti violazioni: il titolare di una ditta edile che non ha ottemperato ad una precedente sospensione, a seguito dell’utilizzo di un lavoratore in nero; in un secondo caso, un altro imprenditore edile che ha impiegato tutto il personale in nero; per altre ditte edili, si sono riscontrate violazioni quali: il non avere proceduto al fissaggio delle tavole nelle impalcature di ponteggi in cantieri attivi, la mancata formazione/informazione dei lavoratori, la mancata transennatura dei ponteggi sospesi, la mancata protezione dei ponteggi con parapetti e tavole fermapiede; per le aziende commerciali, oltre all’impiego di personale in nero, si è evidenziato l’utilizzo illecito di videosorveglianza senza accordo sindacale e senza permesso della Direzione Territoriale del Lavoro senza tener conto che il vincolo è finalizzato non da una mera autorizzazione, ma ad un esame di merito da parte della DTL tesa a verificare che l’impianto di telecamere sia finalizzato alla sicurezza aziendale, alla salvaguardia della proprietà privata e non all’illecito controllo dei lavoratori.

Oltre alla denunce ed alla sospensione delle attività imprenditoriali i carabinieri hanno ottenuto i seguenti obiettivi: 45 posizioni lavorative controllate di cui 14 “in nero”; elevato sanzioni amministrative per 93.900€, 24 ammende per 99.457€ e 26.600€ di contributi INPS recuperati. L’impegno dei militari dell’Arma nella lotta al lavoro nero è sotto gli occhi della popolazione, che si spera si senta incoraggiata a denunciare ogni sopruso, al fine di rivalutare sempre di più la consapevolezza che ad ogni prestazione di lavoro deve coincidere un corrispettivo composto da: Un contratto giusto, una retribuzione adeguata, i contributi versati, la dignità dei luoghi di lavoro rispettata. Fuori da questi limiti prolifera la rassegnazione e l’illegalità, due fattori su cui il malaffare cresce e funge da humus per la criminalità organizzata.