Riposto, tentata estorsione vice sindaco: rinvio a giudizio per Amendolia, Daidone e Virgitto

Sono stati rinviati a giudizio per tentata estorsione in concorso, l’ex deputato regionale Antonino Amendolia e i consiglieri comunali Biagio Daidone e Antonino Virgitto. La prima udienza è stata fissata per il 18 ottobre 2016 presso il Tribunale di Catania, I Sezione, aula I, in composizione monocratica. Lo ha deciso il Gup di Catania, Daniela Monaco Crea ieri dopo una breve camera di consiglio. I legali dei tre imputati, avv. Carmelo Peluso e Enzo Iofrida prima che il Gup si chiudesse in camera di consiglio, avevano chiesto il non luogo procedere. Nell’udienza preliminare di ieri, dinanzi al Gup, si è costituita la parte offesa, ovvero il vice sindaco di Riposto, Gianfranco Pappalardo Fiumara.

“Mi aspettavo un rinvio a giudizio – commenta l’avv. Enzo Iofrida, legale dei consiglieri  Daidone e Virgitto –. D’altra parte faccio questo lavoro dal 1995 e non ho mai letto una sentenza di non luogo a procedere emessa da un Gup. Quello che dispiace e che imputati e persone offese, ognuno dal proprio punto di vista, debbano attendere più di 18 mesi perché inizi, non si concluda, ma inizi un processo. A tal fine avanzaremo istanza motivata di anticipazione udienza in modo che la verità, e soprattutto, tutta la verità emerga prima possibile”.

IL COMMENTO DEL VICE SINDACO PAPPALARDO FIUMARA

Il vice sindaco di Riposto, Gianfranco Pappalardo Fiumara, così commenta il rinvio a giudizio: “I fatti sono ben noti a tutti. Oggi sono sereno e vado ad affrontare il mio ruolo pubblico dopo la mia denuncia senza nausee e sgomenti. Quando nel luglio del 2013 mi sono insediato nella qualità di assessore, ho subito avuto richieste di denaro da parte di questi soggetti. Inizialmente ho pensato si trattasse di uno scherzo. Quando queste persone hanno detto che dietro a tale richiesta c’era una promessa da parte del primo cittadino, io, allibito, ho  immediatamente chiesto al sindaco se fosse vero!

Ed ovviamente, e non poteva essere diversamente  – continua Pappalardo Fiumara – ho avuto secca la smentita dal primo cittadino il quale, mi ha invitato ad esporre senza indugio denuncia nei confronti dei soggetti in questione.  Ho atteso, pensando che, con l’ingresso in giunta di Daidone e quindi con la messa in atto dell’unico accordo politico di cui ero a conoscenza  (la nomina assessoriale di Daidone), non avrebbero più insistito premendo su quella sciagurata richiesta. Al contrario questi  hanno invece perseverato nella loro azione, mettendo in atto una durissima opposizione in seno alla maggioranza consiliare e nei miei confronti.

Amendolia, per fatti ancora più gravi che saranno oggetto del processo, ha invece avuto il compito balordo di estorcermi del denaro. E, ciò che appare più grave, è  che egli intendeva svolgere il ruolo di intermediario perché io potessi raggiungere il loro scopo: ovvero l’ottenimento della somma richiesta. Ho fiducia nella Magistratura come ho sempre avuto; oggi sono sereno e sono convinto della giustezza della mia azione. Il mio legale avv. Enzo Guarnera, chiederà al Comune di costituirsi parte civile in quanto è stata lesa la dignità di un pubblico amministratore”.

Conclude Pappalardo Fiumara: “Sono a conoscenza che anche l’associazione antiestorsione Asaec di Catania, si costituirà parte civile.  Voglio ancora ribadire la mia piena serenità e ringrazio i miei familiari e tutti coloro, a partire dal sindaco, che a vario titolo mi sono stati vicino“.

I FATTI

Secondo la Procura di Catania (indagini coordinate dalla dott.ssa Agata Santonocito), Amendolia, Virgitto e Daidone, avrebbero preteso 5 mila euro da Pappalardo Fiumara, in cambio di una meno pressante opposizione in Consiglio comunale. La denuncia di Pappalardo Fiumara era stata inoltrata alla Guardia di finanza di Riposto, nel marzo del 2014, che ha avviato le indagini, supportate da registrazioni audio contenenti numerosi brani di conversazioni con Daidone, Amendolia e Virgitto che lo stesso Pappalardo Fiumara ha consegnato agli investigatori.