Randazzo, Sgroi: «governano “i Facci Mucciati”?»

Prima parte di una lunga intervista a Francesco Sgroi, major competitor del sindaco Mangione durante la tornata elettorale del 2013

Sono passati diciannove mesi dal voto amministrativo e per fare il punto della situazione politica locale abbiamo intervistato Francesco Sgroi, major competitor del sindaco Mangione durante la tornata elettorale del 2013.

Ma chi è Francesco Sgroi? Quarantaquattrenne, imprenditore agricolo, responsabile zonale dell’Unione Coltivatori Italiani, inizia la sua militanza politica negli anni Novanta. Dal 1998 al 2003 ricopre la carica di consigliere comunale. Dal 2003 al 2008 è riconfermato consigliere ed eletto presidente del consiglio comunale. In questo periodo si avvicina al movimento autonomista di Raffaele Lombardo. Nella successiva tornata elettorale crea una lista civica affermandosi come consigliere più votato. Nel 2013 costituisce una coalizione formata da tre liste civiche e si presenta come candidato sindaco e giunge secondo con circa seicento voti di scarto dall’eletto, ottenendo il 24,96% dei consensi.

– Tenuto conto della crisi del movimento dell’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, cui faceva riferimento durante la scorsa competizione elettorale, attualmente qual è l’orizzonte politico verso cui lei guarda?

Da sempre mi considero un convinto sostenitore dell’autogoverno dei popoli. Ero amico personale dell’on. Raffaele Lombardo e lo sono ancor di più oggi. Sono anche amico di molti deputati e senatori. Nell’ultima competizione elettorale il movimento politico che ha sostenuto la mia candidatura a sindaco ha rivestito una connotazione civica, che tuttora mantiene. Il nostro orizzonte politico va oltre gli steccati dei classici partiti. Noi guardiamo verso una nuova fase politica che metta al centro della discussione i problemi reali della gente e che abbia come minimo comune denominatore tra le varie forze politiche la voglia di autodeterminarsi in assoluta indipendenza da forze esterne alla propria terra.

– Considerato che all’interno del Consiglio comunale il suo gruppo ha già avuto uno strappo con la fuoriuscita di una consigliera e pare che l’altra consigliera sia membro della segreteria provinciale del partito del presidente Crocetta, qual è lo stato di salute della sua coalizione?

Le tre liste civiche, che ho avuto l’onore di guidare, hanno portato in Consiglio comunale quattro consiglieri (Pillera, Scalisi, Salanitri e Foti). La consigliera Salanitri ha deciso, dopo qualche mese, di dichiararsi indipendente ma posso ragionevolmente dire che le cause non sono da ricercarsi in sopragiunte diversità di vedute ma in motivazioni prettamente personali. Per quanto riguarda la consigliera Cettina Foti, cui sono legato anche da una profonda amicizia, posso affermare che in Consiglio comunale, tutt’oggi, continua a fare parte del movimento civico in cui è stata eletta.

– Durante le ultime elezioni amministrative i cittadini hanno dato fiducia al programma elettorale presentato dal candidato sindaco Mangione. Come giudica la sua azione politico-amministrativa e perché?

Negativamente, ma la reputo anche deludente e nociva per Randazzo. Sotto il profilo politico va rilevato, innanzitutto, che a fronte di una maggioranza numericamente inferiore rispetto alla minoranza, il sindaco Mangione piuttosto che cercare un ampio consenso politico ha iniziato la consiliatura con l’imbroglio sin dalla prima seduta, affermando di non avere nessun accordo per le poltrone. Circostanza smentita dai fatti. Questo modo di fare politica del “potere per il potere” si è rivelato deludente, negativo e superato. Certamente non fa onore a nessuno, né tantomeno a chi in passato contestava questo sistema ma che oggi, incoerentemente, continua a mettere in atto. Sotto l’aspetto amministrativo il giudizio va ben oltre il negativo. Basti pensare ai contenuti sconfortanti dell’intervista di fine anno. Anziché riferire ai cittadini sull’attività svolta in un anno e mezzo di amministrazione, il sindaco ha svolto un’inutile relazione sulla sagra dei “Tirrimulliri” che, con tutto il rispetto dovuto alle sagre paesane, non può sostituirsi ai fatti politico-amministrativi. Ma la cosa più grave è che la relazione sull’attività svolta in un anno e mezzo di amministrazione ancora non sia stata presentata al consiglio comunale, come invece prevede la legge. Alla luce di quanto ho detto, debbo pensare che il sindaco Mangione o svolge la sua attività da mero illusionista lanciando soltanto sterili proclami o sconosce le più elementari regole del buon amministratore o, peggio ancora, ha ragione chi in paese dice che a governare non sia il sindaco ma “i facci mucciati”, personaggi squallidi che vivono nell’ombra e che oggi si aggirano nei corridoi del Comune.

– Dalle colonne di questo giornale, il sindaco Mangione ha lanciato dei chiari segnali di apertura per tentare un allargamento della maggioranza appellandosi alla buona volontà dei singoli gruppi. Tenuto conto della grave crisi economica e politica che attanaglia la città, il suo gruppo è interessato a collaborare con la maggioranza?

Noi non siamo interessati ad alcuna poltrona né a far parte di una maggioranza allargata. Questo, sia chiaro! Siamo, invece, disponibili, come per altro lo siamo sempre stati, a collaborare sui temi che riteniamo d’interesse primario per la cittadinanza.

– Ma su quali temi siete disponibili a dialogare con l’amministrazione ed eventualmente far convergere i vostri voti in consiglio? Ci indici un esempio concreto.

Sono tanti i temi su cui potremmo collaborare. Naturalmente anche da parte della maggioranza dovrà esservi una corrispondenza d’interesse verso i medesimi temi. Riteniamo che primo fra tutti deve essere affrontato il tema della realizzazione di un’elisuperficie, struttura di vitale importanza per Randazzo considerata la lunga distanza dall’area metropolitana, dove è accentrata l’offerta sanitaria regionale. Riteniamo sia impensabile che la nostra città debba fare riferimento all’elisuperficie di Santa Domenica Vittoria o quella di altre località vicine. Su questo tema, certamente, non vi sarà nessun pregiudizio.

– Sul piano delle idee, quale consiglio intende offrire al sindaco per una maggiore governabilità e per una migliore incisività dello sviluppo della città?

Che impronti la sua azione amministrativa così come farebbe un buon padre di famiglia e non con enunciazioni senza contenuti, come, invece, ha fatto finora.

– Vi sono state risposte concrete da parte dell’Amministrazione comunale ai bisogni della cittadinanza?

A mio avviso non vi è stata nessuna risposta ai bisogni della gente che, ahimè, sono tanti.

– In cosa ha sbagliato, secondo lei, il sindaco e perché?

È difficile esprimere in cosa abbia sbagliato il sindaco Mangione. Ha prodotto poco e di quel poco non si intravede nulla che abbia indovinato.

– Se gli elettori avessero scelto lei come sindaco di Randazzo, invece, quali obiettivi si sarebbe prefissato nei primi due anni di amministrazione?

Avremmo realizzato piccoli obiettivi, ma di estrema importanza e urgenza per la nostra comunità. In primis, un’elisuperficie per garantire il diritto alla salute dei nostri concittadini. Poi, avremmo avviato un serio confronto a tutto campo sul redigendo piano regolatore generale, per verificarne l’effettiva rispondenza con le attuali esigenze di sviluppo della nostra comunità. Avremmo apportato tutti i correttivi utili per ottenere il massimo valore dei beni del patrimonio comunale, sia attraverso il piano delle valorizzazioni del patrimonio sia attraverso il futuro Prg. Avremmo ridato impulso all’economia agricola utilizzando i finanziamenti messi a disposizione dal Psr-Sicilia 2014/2020, ricontrattando con gli enti parco la zonizzazione del nostro territorio, ormai stretto da vincoli insopportabili, al fine promuovere gli investimenti agricoli produttivi. Avremmo affrontato la questione delle due zone artigianali dismettendo gli opifici di Sant’Elia per realizzare liquidità da reinvestire nel patrimonio comunale. Avremmo messo mani alla riorganizzazione degli uffici e dei servizi in un’ottica di migliore valorizzazione delle potenzialità del personale. E ancora, avremmo proposto l’approvazione di un nuovo regolamento del consiglio comunale rispondente allo Statuto del comune, alle leggi regionali e nazionali. Avremmo redatto un piano energetico in grado di attrarre investimenti privati. Avremmo ottimizzato la spesa pubblica per gravare meno possibile sui cittadini; ma principalmente avremmo avviato interventi per realizzare nuove sepolture nel cimitero comunale spostando l’area attualmente destinata alle calamita naturali fuori dal perimetro cimiteriale. Sono state scene indegne per un paese civile, mai accadute prima, quelle di vedere accatastate oltre sei barre all’interno dell’obitorio per mancanza di sepolture. Come doloroso è stato assistere a una seduta del consiglio comunale con l’intervento dei parenti dei defunti che hanno manifestato tutta la loro rabbia e sofferenza per l’increscioso ritardo nella tumulazione. Come può constatare si tratta di provvedimenti semplici, ma che richiedono buona volontà e competenze.

Gaetano Scarpignato

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