Il porto di Giardini Naxos, ossia la tela di Penelope

Ed il porto di Giardini Naxos tornò a far parlare di sé. Argomento di cui, da 52 anni, si discute e come una malattia endemica, ogni tanto, ritorna per allarmare e preoccupare

Iniziato nel lontano 1952 dal sindaco del tempo, prof. Lorino Mangano, è rimasto un argomento di discussioni e di discordia, per oltre mezzo secolo. Nel 1952, gli interessi e le necessità del paese erano ben diversi da quelli attuali: erano interessi prettamente pescherecci. L’obiettivo era quello di mettere in sicurezza la flotta peschereccia giardinese che, in quel tempo, assieme all’agricoltura, era un fonte sicura di guadagno. Era giusto che l’Amministrazione provvedesse a costruire un porto rifugio, che doveva però rispettare: l’ambiente, il paesaggio, la natura, salvaguardando le iniziative dei primi giardinesi che, con capacità e lungimiranza, cominciavano a capire l’importanza del turismo nascente e, quindi, l’enorme potenzialità della balneazione.
Da quel lontano 1952 è stato sempre un continuo parlare del porto di Giardini. E, finalmente, negli anni, è stato realizzato un progetto che però incontra mille ostacoli, scontrandosi con quasi tutte le forze politiche presenti nel territorio. Ed allora, giustamente, la popolazione si preoccupa e chiede la verità agli amministratori. Nascono allora queste domande: Cui prodest? È stato attenzionato, accuratamente, l’equilibrio idro-geologico del mare di Giardini? È stato accuratamente studiato il fenomeno che, da sempre, porta la sabbia dalla spiaggia antistante la stazione ferroviaria di Taormina fino a Schisò, interrandone il fondale? Durante le conferenze dei servizi che, nel tempo, si sono succedute, nel corso delle quali si è discusso di grandi opere da realizzare, è stata esaminata la compatibilità fra Porto commerciale-croceristico e balneazione?
Non dobbiamo dimenticare che i partecipanti alle conferenze di servizio sono portatori di competenze e di interessi diversi. Infatti, i tecnici sono portatori di competenze, mentre i portatori di interessi si dividono in due categorie: i portatori degli interessi del capitale (chi mette il denaro vuole, giustamente, ricavarne un guadagno) ed i portatori degli interessi della collettività. Di questi ultimi interessi l’esponente massimo è il Sindaco che deve portare i pareri vincolanti del Consiglio comunale.
Considerato che un progetto delle dimensioni e del costo del Porto di Giardini se, sfortunatamente, offrisse punti di incompatibilità con quanto i nostri padri ed i nostri nonni, in 70 anni hanno faticosamente saputo realizzare, sarebbe una calamità dalle proporzioni e dalle conseguenze incalcolabili. Non vogliamo essere la Cassandra dell’Evo moderno, ma dobbiamo ricordare le parole del grande Rousseau che diceva: “Delle case formano un borgo, ma sono gli uomini che fanno di un borgo una città”. È opportuno, quindi, che venga fatto un Consiglio comunale aperto al pubblico nel quale discutere l’argomento Porto. Ricordiamoci che in una democrazia partecipata sono i cittadini i proponenti principali.

Francesco Bottari