Trapani e Catania si dividono la posta in palio

L’undici di Sannino riesce a raddrizzare una gara che si era messa malissimo. In vantaggio di due reti al termine della prima frazione di gara, il Trapani rimane in dieci uomini e perde la bussola rischiando di capitolare nel finale. Il tecnico etneo prima sbaglia, poi cambia in corsa gettando le basi per la remuntada. Nel Catania, positivo il rientro di Almiron e la prestazione di Leto, migliore in campo.

Ai rossazzurri manca ancora il terzino destro. Peruzzi ed il giovane Parisi sono out e Gaston Sauro è quindi costretto ad adattarsi, per il secondo turno consecutivo, lungo la corsia destra. In avanti, la squalifica di Calaiò costringe Sannino a rischiare Leto prima punta, preferendolo a Cani che parte invece dalla panchina. In supporto al chiacchierato attaccante argentino c’è Almiron, al rientro dopo un lungo infortunio, schierato a sorpresa da regista avanzato. Rosina gli cede il posto e parte da centrocampo, defilato sulla destra.

Nel Trapani, Boscaglia deve rinunciare allo squalificato Aramu, oltre a gli infortunati Iunco e Vidanov. Panchina per Scozzarella, che non è al meglio della condizione, al pari di Nadarevic che ha addirittura interrotto l’allenamento di rifinitura della vigilia ma al quale il tecnico gelese non rinuncia dal primo minuto di gioco. In avanti, Abate vince il ballottaggio con Falco.

TRAPANI-CATANIA 2-2

MARCATORI: 9′ Abate (T), 18′ Basso (T), 47′ e 75′ Leto (C)

TRAPANI (4-4-2): 1 Gomis, 23 Lo Bue (13 Caldara dal 34′ s.t.), 4 Pagliarulo, 33 Terlizzi, 29 Rizzato, 7 Basso ( 6 Zampa dal 29′ s.t.) 21 Feola, 14 Ciaramitaro, 26 Nadarevic, 9 Abate, 11 Mancosu. A disp: 12 Ferrara, 22 Marcone, 3 Daì, 15 Pastore, 19 Martinelli, 20 Falco, 5 Scozzarella, 17 Barillà, 18 Citro, 25 Lombardi. All. Boscaglia

CATANIA (4-4-1-1): 1 Frison, 15 Sauro, 3 Spolli, 24 Capuano, 18 Monzon, 10 Rosina, 8 Escalante, 21 Rinaudo, 6 Martinho (17 Cani dal 30′), 4 Almiron, 11 Leto (7 Marcelinho dal 41′ s.t.). A disp: 12 Ficara, 22 Terracciano, 33 Ramos, 16 Calello, 20 Chrapek, 13 Garufi, 39 Odjer. All. Sannino

ARBITRO: Pasqua di Tivoli

ASSISTENTI: Daniele Ceccarelli di Terni e Ciro Carbone di Napoli

QUARTO UOMO: Federico La Penna di Roma

Ammoniti: Ciaramitaro, Spolli, Escalante, Sauro, Rizzato, Feola

Espulsi: Ciaramitaro al 27′ s.t.

Recupero: 1′ + 5′

La cronaca della gara

Il Trapani parte fortissimo e trova il vantaggio dopo appena nove minuti di gioco. Capuano rischia un improbabile retropassaggio a Frison ma il pallone lo scavalca e favorisce l’accorrente Abate, che infila l’estremo difensore etneo mettendo a segno la rete dell’uno a zero. Il Catania era partito male, ma riesce a fare addirittura peggio nei successivi venti minuti. In costante apnea a centrocampo, l’undici di Sannino rinuncia alla mediana perdendo tutti i contrasti a centrocampo. I granata ne approfittano e pervengono al raddoppio, al diciottesimo, per mezzo di Basso che arriva a rimorchio sfruttando l’abilità di Mancosu nel tenere impegnata l’intera retroguardia etnea e mettendo alle spalle di Frison. Per il Catania è notte fonda, mentre i locali giocano sul velluto.Il rientrante Almiron è in evidente disagio in un ruolo a lui non congeniale ed il Catania gioca a velocità dimezzata rispetto agli indiavolati ragazzi di Boscaglia.

Al trentesimo, Sannino perde Martinho per infortunio. L’ennesima tegola per una squadra falcidiata, da due stagioni, dagli infortuni. Un evento disgraziato che avrà un peso specifico importante, anzi decisivo, nel prosieguo della gara. Sannino getta nella mischia Cani, che va ad affiancare Leto all’interno del reparto avanzato. Rosina si colloca alle loro spalle e i rossazzurri si riposizionano in campo attraverso un 4-3-1-2. È un’altra storia, un’altra partita. Che cambia concretamente al secondo minuto della ripresa: Rosina lancia centralmente Çani che fa viaggiare Leto; l’argentino è freddissimo e batte Gomis con un preciso sinistro. Sulle ali dell’entusiasmo, il Catania potrebbe pervenire al pareggio appena un minuto dopo, con Escalante che in tuffo di testa sbaglia di poco la mira. L’inerzia della gara è adesso tutta in favore dell’undici di Sannino, che gestisce con ordine ed attacca con tutti gli effettivi, sfruttando con frequenza le corsie laterali, specie quella battuta da Monzon. Sulla testa di Leto altre due buone occasioni da rete (51′ e 52′) ed un assist, poco dopo, per Escalante  che è anticipato di un soffio da Gomis. Al 66′ l’ex Panatinaikos ha la peggio a seguito di uno scontro con Pagliarulo e necessita di cure mediche a bordo campo. Rientrerà all’interno del terreno di gioco con una vistosa fasciatura sulla testa.

Poco dopo, Ciaramitaro interviene a braccia larghe su Rinaudo. L’argentino cade a terra ed il direttore di gara estrae il rosso diretto nei confronti del centrocampista palermitano. Una decisione quanto meno assai severa. Tant’è. Il Catania non poteva chiedere di meglio e dieci minuti più tardi trova la rete del pari, doppietta personale per Leto: Rinaudo apre sulla sinistra per Cani che crossa nel cuore dell’area granata trovando Leto smarcato che insacca senza difficoltà la rete del 2-2. Nel finale, Rosina ha sui piedi il pallone dei tre punti ma si lascia ipnotizzare da Gomis. Sarebbe stata una vittoria memorabile ma forse, una punizione troppo severa per i granata.

L’analisi del match

Il Catania torna a far punti in trasferta ad un mese e mezzo di distanza (l’ultimo risultato utile esterno fu quello di Crotone, alla quinta di campionato) al termine di un derby spettacolare, ricco di emozioni e motivi tattici che hanno segnato lo svolgimento della gara.

Una gara dai due volti, segnata da un Catania impalpabile nel primo tempo che ci ha provato solo dalla distanza. Il passaggio al 4-3-1-2 ha decisamente cambiato pelle ai rossazzurri ed il rosso a Ciaramitaro ha fatto il resto. Da trequartista, Rosina ha avuto modo di organizzare la manovra con più efficacia ed aumentare il tasso di pericolosità. Al fianco di Cani, Leto ha giocato meglio. Sannino gli aveva chiesto di sostituire lo squalificato Calaiò, nel ruolo e nelle competenze. Troppo, per chi, da una vita sotto accusa e con una mai trovata condizione atletica, attaccante puro poi non è. Il rientro di Almiron, assieme alla grinta dimostrata nei secondi quarantacinque minuti di gioco, è la nota lieta. Il tecnico di Ottaviano lo costringe per buona parte del primo tempo a giocare in ruolo inedito, in avanti a supporto di Leto. Giusto il tempo di incassare due reti e produrre un paio di timide conclusioni dalla distanza, per poi riportarlo al centro, davanti alla linea difensiva.

Tra le squadre in cima alla classifica, vincono solo Carpi e Livorno mentre in basso, quasi tutte vanno a punti. Determinando una graduatoria particolarmente corta, con 12 squadre racchiuse in soli cinque punti. Prossimo avversario il Latina, che si è imposto di misura sul Lanciano.

Carlo Copani