A Francavilla di Sicilia la chiave della discordia

Anche il mondo sindacale, attraverso la Uil-Funzione Pubblica, si schiera a favore dell’impiegato comunale Sebastiano Cristaudo nel braccio di ferro tra quest’ultimo e la sua dirigente Maria Immesi, culminato nell’aspra “contesa” per la “conquista” del piccolo strumento d’accesso all’ufficio. E pure il sindaco Lino Monea vuol vederci chiaro nella spinosa vicenda

A Francavilla di Sicilia, la chiave non concessa al dipendente comunale Sebastiano Cristaudo per poter accedere al proprio ufficio, ha superato in popolarità, nonché in… scabrosità, quella dell’omonimo capolavoro cinematografico di Tinto Brass con protagonista la sensualissima Stefania Sandrelli.

Dopo il vicesindaco Angelo Russotti, il quale si è prontamente e personalmente adoperato per mettere in possesso Cristaudo dell’essenziale strumento di accesso all’ambiente lavorativo, anche la “UIL – Funzione Pubblica” di Messina è scesa direttamente in campo per fare quadrato attorno al proprio rappresentante sindacale al Comune di Francavilla, il quale, nei giorni scorsi, aveva pubblicamente denunciato presunte azioni persecutorie e discriminatorie nei suoi confronti (culminate, per l’appunto, nella mancata concessione della nuova chiave d’accesso all’ufficio) da parte del funzionario responsabile della sua area amministrativa, ossia quella di Vigilanza.

La “querelle” è stata, in particolare, oggetto di discussione nel recente incontro sindacale per la contrattazione decentrata, svoltosi al municipio francavillese, cui è intervenuto il rappresentante provinciale della Uil-Fp Francesco Costanzo, il quale ha preso apertamente le difese dell’impiegato nonché sindacalista Cristaudo (nel fotomontaggio con accanto l’indimenticabile locandina del film “La Chiave”).

«Siamo di fronte – ha dichiarato Costanzo – ad un caso alquanto inquietante e preoccupante. E la pubblica denuncia del nostro rappresentante sindacale va presa in seria considerazione ai fini del buon esito della contrattazione in favore dei dipendenti comunali francavillesi. Anche perché dal “Gazzettino Online” abbiamo appreso che la responsabile dell’area di vigilanza intende gestire secondo i propri criteri e punti di vista personali l’attribuzione dei salari accessori (straordinari, progetti-obiettivo, ecc.), il che costituisce una “fuga in avanti” rispetto alle nostre democratiche contrattazioni decentrate e collettive, mirate a coinvolgere tutti i pubblici dipendenti e non solo una parte di essi, così come è anche nelle intenzioni del sindaco di questo Comune, Lino Monea».

Quest’ultimo, dal canto suo, ha dato pienamente ragione al sindacalista Costanzo, impegnandosi contestualmente a convocare la responsabile dell’area di vigilanza, Maria Immesi, per chiederle conto di tale vicenda e delle sue future intenzioni riguardo alla gestione dei servizi di Polizia Municipale.

L’impiegato “perseguitato” ci ha, intanto, fatto pervenire una sua nota di replica a quella inviataci, e da noi pubblicata nei giorni scorsi, dalla sua presunta “persecutrice”, ossia la responsabile dell’area di vigilanza al Comune di Francavilla di Sicilia, Maria Immesi.

«Mi si dice – scrive Sebastiano Cristaudo, riferendosi al fatto di aver dovuto stazionare (nella mattinata dello scorso 23 ottobre) quasi un’ora “al freddo e al gelo” fuori dal municipio perché non in possesso della nuova chiave del suo ufficio – che in base al mio contratto devo arrivare al lavoro non prima delle ore 8.30. Mi risulta, invece, che tutti gli impiegati comunali, senza distinzione alcuna, dobbiamo essere in servizio alle ore 8.00, con la possibilità di anticipare o posticipare l’entrata di circa un quarto d’ora. Sta di fatto che la mia presenza prima dell’orario stabilito, anziché essere biasimata dal dirigente dell’ufficio, dovrebbe essere elogiata in quanto vantaggiosa per il cittadino utente.

«Per quanto, inoltre, attiene alle motivazioni addotte dalla signora Immesi in merito alla chiave che non mi è stata data, ritengo siano risibili e si commentino da sole, in quanto si è in presenza di un ufficio pubblico e non di un… appartamento privato, dove le chiavi vengono date ad un figlio piuttosto che ad un altro…

«Mi si viene, poi, a dire che sto per essere trasferito ad altro ufficio (quello del Giudice di Pace) e che, quindi, non c’era bisogno di darmi le chiavi: ma ancora non c’è nulla di ufficiale in tal senso e, pertanto, non mi si può impedire di accedere a quello che, sino a prova contraria, continua ad essere il mio attuale posto di lavoro.

«Per quanto concerne, infine, il lavoro straordinario ed i progetti-obiettivo dai quali sono stato sistematicamente escluso per presunte “ristrettezze finanziarie”, rammento alla signora Immesi che sia gli amministratori comunali che i sindacati (questi ultimi nelle concertazioni che ci riguardano) non hanno mai fatto la distinzione discriminatoria e quasi “razzista” tra impiegati “interni” ed “esterni”: le risorse economiche, anche se “esigue”, vanno distribuite a tutti i dipendenti, senza alimentare dissapori e diseguaglianze tra di loro».

Rodolfo Amodeo