Per la Juve il cuore oltre l’ostacolo

Per il terzo anno consecutivo la Juventus è campione d’Italia, aggiudicandosi così il 32°scudetto. Non accadeva dai lontani anni ‘30 che non vinceva 3 scudetti consecutivi. Ma ciò che rappresenta un record assoluto sono i 102 punti raggiunti durante questa mitica stagione 2013/2014. Questo record, difficilmente superabile, anche dalla stessa squadra, è stato ottenuto grazie all’impegno costante dei calciatori e dell’allenatore, sostenuti dai tifosi bianconeri. Delle 38 partite giocate, ben 33 sono state vinte, 3 sono state pareggiate e solo 2 perse. Le 19 partite giocate in casa sono state tutte vinte.

Alle fatiche del campionato si sono aggiunti gli impegni internazionali: nella Champions League l’avventura si è purtroppo conclusa nel proprio girone. A seguito dell’esclusione, l’impegno è proseguito nell’Europa League dove la Juve è arrivata in semifinale. Nella formazione della squadra, quest’anno, si sono aggiunti due nuovi elementi: lo spagnolo Fernando Llorente e l’argentino Carlitos Tevez. Llorente, detto per la sua chioma “il Re Leone bianconero”, ha avuto una partenza incerta, poi progressivamente si é ben integrato nella squadra, segnando alla fine ben 16 gol.

Tevez è diventato ben presto un idolo per i tifosi bianconeri. La sua storia e le sue origini sono leggendari. Detto “l’Apache”, perché Forte Apache è la favela dove è nato, nei quartieri di Buenos Aires, dove ha iniziato a dare i primi calci al pallone e dove ha perso i migliori amici, inghiottiti dalla droga o dalla malavita, ha avuto il coraggio di indossare la maglia numero 10, già del mitico capitano Alessandro Del Piero. Ha dimostrato di ben meritarla per il suo talento e per la generosità nel darsi. Durante il campionato sono stati 19 i gol che ha segnato; di questi solo uno su rigore.

Il regista della squadra, l’allenatore Antonio Conte, ha saputo risollevare le sorti della Juventus che nei due anni precedenti, prima del suo arrivo, si era classificata solo settima mentre nei tre campionati successivi, incredibilmente, ha vinto tre scudetti e per due volte la Supercoppa Italiana. Conte è rigoroso durante gli allenamenti e attivo a bordo campo durante le partite e riesce ad ottenere dai suoi ragazzi le massime prestazioni: 151 sono state le sue presenze sulla panchina della Juve, vantando ben 102 vittorie, 34 pareggi e solo 15 sconfitte.

Inaspettatamente, Conte lascia la Juve, anche se la sua presenza era stata fortemente voluta da noi tifosi che abbiamo saputo riconoscere le sue grandi capacità. Infatti, uno striscione, esposto durante l’ultima partita, diceva: “Senza di te non andremo lontano…perché sei il migliore e hai la Juve nel cuore”. E in modo più sintetico, un cartello diceva: ”Con…te”.

Per me, Conte ha rappresentato un modello per serietà e competenza, anche se lascia la Juve occupa per sempre un posto nel mio cuore. Lo ringrazio per questi splendidi 3 anni di successo, anche se va via rimane sempre un grande allenatore. Si chiude un capitolo di vittorie, se né riapre un altro col nuovo allenatore Massimiliano Allegri sperando possa ottenere anche lui altrettanti grandi successi.

Al successo ha poi di certo contribuito il nuovo stadio: “Juventus Stadium”(inaugurato l’otto settembre del 2011). Lì i giocatori si sentono a casa propria e sentono più vicina la presenza dei propri sostenitori. Sapiente è stata anche l’amministrazione da parte della dirigenza che nelle ultime stagioni ha saputo ben gestire gli acquisti.

Non sono nuovo a riportare i successi della mia squadra del cuore, la Juve. Già lo scorso anno, nell’articolo dal titolo “Il ciclone bianconero”, ho scritto delle sue gesta non sapendo che quest’anno ci sarebbero stati ancora maggiori successi. Ed è proprio sopra l’articolo da me scritto, che ho avuto il privilegio ed il piacere di avere, in esclusiva per me, gli autografi di Conte e di alcuni giocatori della Juve. Tutto è successo a Catania, il 23 marzo di quest’anno.

I calciatori bianco-neri erano in ritiro in un albergo alla Plaja. Avrei tanto voluto incontrarli, ma la squadra era blindata, i giocatori non si potevano avvicinare. Volevo dimostrare la mia fedeltà alla squadra, mostrando l’articolo che avevo scritto alla fine del campionato scorso, ma non ho potuto incontrare i miei beniamini, malgrado i dipendenti dell’albergo abbiano tentato di aiutarmi in tutti i modi. Però, ho almeno, ottenuto che i giocatori mettessero i loro autografi sull’articolo. Nella hall dell’albergo ho fatto la foto con Massimo Carrera, ex giocatore della Juve degli anni 90 ed ex collaboratore tecnico di Conte. Non ancora rassegnato, attendevo….ma il responsabile della sicurezza della squadra ha messo fine alle mie speranze; mi ha regalato alcuni gadget suggerendomi di andare a Torino dove sarebbe stato più facile soddisfare il mio desiderio. È vero, questo è il mio desiderio: assistere, almeno una volta, ad una partita allo “Juventus Stadium” di Torino, per provare l’emozione di tifare insieme agli sfegatati tifosi come me, ma l’impegno economico necessario mi ha sempre costretto a rimandare…

Vorrei incontrare i giocatori e vedere, come ho già detto nel precedente articolo, nello stadio, la mattonella che riporta il mio nome accanto all’icona di Del Piero, il mio idolo in assoluto. Continuo a sperare che questo mio sogno si possa realizzare e, nell’attesa, mi preparo a seguire ogni settimana le partite in televisione, informandomi sugli orari ed i giorni. Così, quel giorno sono rientrato a casa ed ho superato la delusione di non aver potuto incontrare i “miei calciatori”, accendendo la TV ed assistendo alla partita con il Catania, conclusasi vittoriosamente per la Juve con un fantastico gol di Tevez.

E continuo con il mio impegno: nel giorno previsto per la“partita” non prendo appuntamenti, non esco di casa per nessun motivo, dedicandomi esclusivamente alla mia squadra. Durante la partita chiedo agli altri il più assoluto silenzio e mantengo la totale concentrazione. La passione per la Juve è per me totalizzante e coinvolgente, la sua vittoria diventa la mia vittoria, gli scudetti conquistati diventano una mia conquista; nessuna sconfitta potrebbe comunque scalfire il mio amore per la Juventus.

L’articolo è stato scritto da Damiano Calabrò

Damiano CalabròDamiano CalabròNon c’è uno senza due, per il nostro beniamino Damiano, al suo secondo articolo sulla sua squadra del cuore, la Juve. A un passo di un incontro molto ravvicinato con i giocatori juventini, prima di un’emozionante partita che li vedrà vincitori a Catania, ecco che le barriere, e non sempre architettoniche, ostacolano un semplice desiderio di un qualsiasi tifoso. Ma Damiano, a soli 21 anni ha già di suo molte barriere; infatti, la distrofia muscolare di cui è affetto dall’età di tre anni lo limita moltissimo.

Pensava fosse più semplice avere un autografo dai calciatori, dopo aver tanto atteso l’incontro. Pochi minuti di attenzione, gli avrebbero regalato una gioia immensa. Ci sono barriere che solo l’uomo sa creare. Barriere che, a volte, solo il cuore può superare. E Damiano questo cuore lo conosce, e batte forte per la sua squadra bianconera. Così come la squadra non si lascia abbattere da qualche sconfitta, Damiano non perde la speranza di una prossima occasione per poter realizzare il suo sogno di incontrare da vicino la sua squadra del cuore. Non ci resta dunque che gridare più forte forza Juve!