Giardini Naxos, speranze di rinnovamento

Esordio consiliare con parole pesanti per il neo arrivato Nino Bonaventura ma si intravede una strada di collaborazione e rilancio dell’azione amministrativa

 Tre marzo 2014; nella sala del Consiglio comunale della più antica colonia greca di Sicilia, patria di Tisandros, Giardini Naxos, vengono pronunciate pesanti parole che, a molti, sicuramente, hanno detto poco, ma che pesate e esaminate con scrupolosa attenzione, avrebbero dovuto dire molto, anzi moltissimo… Sono parole che scorrono nell’atto di accusa che il neo Consigliere Nino Bonaventura pronuncia con voce ferma, nel momento del suo insediamento. Parole pesanti come macigni, che cadono nell’aula attenta e silenziosa, che denunciano una volontà ritardatrice alla sua proclamazione. Volontà che ha fatto passare quasi tre anni, prima di insediarlo nel posto che la volontà popolare gli aveva assegnato. Parole pesanti che scivolano senza alcuna risposta, come se non avessero peso e significato e alle quali nessuno risponde. Parole al vento.

Fra le tante accuse lanciate ai rappresentanti amministrativi ed ai dirigenti burocratici, il neo Consigliere, come per addolcire quanto detto, incunea alcune frasi dalle quali si evince che, per Giardini Naxos, può essere venuta l’ora del cambiamento. Al di là di quelle che possono essere le varie allusioni a chi ha provocato il ritardo, la disponibilità per un cambiamento dovrebbe essere presa in seria considerazione da tutti gli schieramenti presenti nel Civico consesso.

Le forze che hanno sostenuto il vincitore Lo Turco, che lo hanno appoggiato, voluto e sostenuto, dovrebbero approfittare dell’occasione che si è presentata con il nuovo ingresso e bussare alla porta del Sultano per ricordargli che, avendo contribuito alla sua affermazione, hanno il diritto, anzi il dovere, di pretendere che il programma sottoscritto e presentato agli elettori, dagli schieramenti politici, venga rispettato ed attuato. Il tempo e l’occasione sono propizi. La debolezza della anemica Amministrazione in carica, impone a tutte le aggregazioni che l’hanno sostenuta, ed ancora la sostengono, di parlare chiaro con voce forte, richiedendo che quanto promesso in campagna elettorale venga realizzato. Partiti politici ed aggregazioni debbono presentare proposte fattibili, discuterle con l’Amministrazione e cercare di realizzarle.

Sarebbe anche auspicabile che tutti i sostenitori di Nello Lo Turco, lo invitassero a rinvigorire la sua esangue Giunta, apportando linfa e sangue nuovi. Uomini e donne nuovi con idee nuove con progetti snelli, facili da realizzare, darebbero vigoria e forza al Re nudo. Davanti a proposte concrete, attuabili e innovative, il Sindaco non avrebbe più l’alibi della solitudine e sarebbe inchiodato alle sue responsabilità. Coloro che hanno sostenuto e sostengono il trionfatore avrebbero la possibilità di proporre e di risolvere quanto proposto. Per la Città di Giardini Naxos sarebbe una conquista, un enorme passo avanti, dopo mesi di stasi e di immobilismo. Troverebbero spazi di discussione i punti ricordati nei manifesti apparsi sui muri della nostra Città negli ultimi tempi. Piano regolatore; sgravi fiscali; lavoro; turismo, inteso come volano di progresso attraverso la conoscenza e la valorizzazione del territorio e lo sviluppo del turismo museale, scolastico, geriatrico, croceristico e non come motivo di “vacanzina”, come abbiamo letto ultimamente su qualche giornale.

Una nuova Giunta con uomini nuovi potrebbe essere portatrice di suggerimenti capaci di svegliare questo nostro sonnolento paese. I suggerimenti e le nuove proposte scaturite dai portatori di idee nuove, sarebbero portati in Consiglio e poiché questo è l’espressione di quanti l’hanno votato, diventerebbero subito realtà. Finirebbero così lamentale giuste e sacrosante, ma a volte tardive, e tutti, Sindaco, Partiti politici, aggregazioni, Consiglieri comunali, cittadini, sarebbero chiamati a rispondere del loro operato. Il tempo dei distinguo, del “non posso”, del “non è possibile”, dell’esser soli, finirebbe. Non potrebbero più esserci alibi, né scuse, ai ritardi, all’incapacità, alle inadempienze, ai non posso. Avremmo quindici mesi durante i quali recuperare quanto non si è fatto, quanto non si è potuto fare e, soprattutto, quanto non si è saputo fare. Quindici mesi che vedrebbero al lavoro i nuovi assessori che dai risultati ottenuti vedrebbero spuntare una nuova classe dirigente, capace e fattiva, formata da giovani preparati, da donne disponibili, tutti pronti a spendersi per il bene collettivo. È ora che le donne giardinesi, risorsa e capacità del paese, facciano sentire la loro voce, impegnandosi a contribuire alla soluzione dei problemi della città. Non possono più trincerarsi dietro i non posso, non ho tempo. Debbono partecipare e assumersi le loro responsabilità. Tutti abbiamo l’obbligo di sostenere la rinascita e il decollo di Giardini. Perché se non lo facciamo ora , quando?

Deve finire il tempo del non voler sapere, del girare la testa, del chiudere gli occhi, di sperare che con qualche critica le cose potranno cambiare. Il tempo degli amministratori incapaci, degli impiegati non all’altezza dei loro compiti, deve finire. Bisogna impegnarsi in prima persona, metterci la faccia. Ricordarsi che quando i capaci si ritirano, gli incapaci, gli incompetenti emergono.

Il Sindaco, creatura di tanti padri, ha l’obbligo di consultarsi, di chiedere suggerimenti a coloro che lo hanno, prima voluto, dopo votato e, in seguito, sostenuto; quindi, è tenuto ad ascoltare, a dialogare e dopo ad operare nell’interesse della collettività. I quindici mesi che mancano per le prossime elezioni debbono essere quelli della collaborazione, della cooperazione, dei suggerimenti, delle proposte. Quindici mesi durante i quali, nella diversità dei credi politici e degli afflati ideologici, tutti uniti, dobbiamo batterci per il rinnovamento del “ piccolo borgo delli giardini”.

Francesco Bottari