Nessuna chiamata per i diritti!

Controlli della Guardia di Finanza della Tenenza di Acireale confronti di un call center. Rilevati 7 lavoratori in nero e oltre 300 irregolari

 

Nell’ambito dei servizi volti a contrastare il fenomeno del ricorso a forza lavoro in nero, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno eseguito un controllo nei confronti di una società che gestisce un call center nella provincia etnea, operante nel settore delle telecomunicazioni.

Il controllo, svolto dai militari della Tenenza di Acireale, è stato focalizzato sui cosiddetti “contratti di collaborazione a progetto”, frequentemente utilizzati dalle società per i vantaggi che ne derivano in termini di riduzione dei versamenti dei contributi previdenziali e, conseguentemente, di abbassamento del costo del lavoro. I contratti esaminati, in base alle disposizioni in vigore sino al giugno del 2013, avrebbero dovuto mettere i lavoratori nelle condizioni di svolgere la loro attività in favore del call center in modo autonomo e senza i vincoli tipici del lavoro subordinato.

Invece, i riscontri effettuati e gli elementi forniti dai moltissimi lavoratori sentiti nel corso delle attività ispettive, hanno fatto emergere un quadro ben diverso, che ha portato alla constatazione di numerose irregolarità. Orari di lavoro predeterminati, retribuzioni legate alla produttività, nessuna libertà nella scelta e nella gestione dei contatti da assumere e, addirittura, nella quasi totalità dei casi, mancata conoscenza da parte dei lavoratori del progetto specifico per cui si era stati assunti e della finalità dello stesso, in aperto contrasto con quanto richiedeva il Legislatore fino al 28 giugno del 2013.

Per i contratti di lavoro in essere dopo tale data, alla luce delle innovazioni introdotte, invece, l’attenzione è stata riposta sulla verifica della previsione, nell’ambito dei contratti, di un corrispettivo fisso mensile in favore dei lavoratori, adeguato ai minimi sindacali di settore. Anche in questo caso, sono state riscontrate irregolarità, dal momento che nessuna traccia della “retribuzione minima garantita” è stata rilevata nei contratti stipulati dopo l’intervento normativo.

A conclusione delle attività sono stati segnalati alla Direzione provinciale del Lavoro 7 lavoratori completamente in nero e 330 irregolari, la cui posizione contributiva dovrà essere oggetto di regolarizzazione. Nei confronti della società sono state proposte le sanzioni amministrative previste dalla normativa di settore.