Scommesse online e mafia: altri 29 arresti nel Catanese e 7 fuori Provincia NOMI FOTO VIDEO -
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Scommesse online e mafia: altri 29 arresti nel Catanese e 7 fuori Provincia NOMI FOTO VIDEO

Scommesse online e mafia: altri 29 arresti nel Catanese e 7 fuori Provincia NOMI FOTO VIDEO

La squadra mobile di Catania ha eseguito un’ordinanza cautelare, emessa dal Gip su richiesta della Procura distrettuale, per 29 persone nell’ambito di un’indagine su mafia e il mercato della raccolta illecita delle scommesse on line.

Per sette persone che erano state fermate a Siracusa, Ribera (AG), Messina, Gela (CL) e Vittoria (RG), i Gip competenti hanno applicato, su richiesta delle locali Procure, la custodia cautelare in carcere. Durante l’operazione sono state sequestrate agenzie di scommesse nelle province di Catania, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa.

I destinatari del provvedimento, frutto dell’operazione “Gaming off line” sono indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione per delinquere, esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, riciclaggio, l’intestazione fittizia di beni. Contestata anche la truffa allo Stato con l’aggravante di avere favorito la mafia.

Le indagini della Squadra Mobile di Catania e dal Servizio centrale operativo di Roma hanno fatto emergere una consolidata organizzazione criminale che, sotto l’egida del clan catanese Cappello-Bonaccorsi, era dedita alla gestione di numerose agenzie di scommesse presenti sull’intero territorio siciliano e la progressiva e pervasiva infiltrazione e la connessa espansione nel settore dei giochi e delle scommesse on line.

L’inchiesta è il seguito della maxi operazione eseguita cinque giorni fa in diverse regioni d’Italia (clicca e leggi Catania, le mani della mafia sulle scommesse online. I DETTAGLI I NOMI VIDEO).

GLI ARRESTATI SONO:

  1. Castiglia Giovanni Orazio, cl 1984, già detenuto;
  2. D’Agata santo, cl. 1973, arresti domiciliari;
  3. Di Bella Andrea, cl. 1991, arresti domiciliari;
  4. Nania Francesco, cl. 1976, arresti domiciliari;
  5. Russo Antonino, cl. 1980, arresti domiciliari;
  6. Truglio Salvatore, cl. 1983, arresti domiciliari;
  7. Bosco Salvatore, cl. 1985, già detenuto;
  8. Salvo Salvatore Massimiliano, cl. 1982, inteso Massimo ‘u carruzzeri, già detenuto;
  9. Blanco santo, cl. 1964, arresti domiciliari;
  10. Bucceri Francesco, cl. 1978, arresti domiciliari;
  11. Caniglia Domenico, cl. 1971, arresti domiciliari;
  12. Castiglia Orazio, cl. 1963, arresti domiciliari;
  13. Cavaleri Angelo, cl. 1944, arresti domiciliari;
  14. Cavaleri Ivano, cl. 1977, arresti domiciliari;
  15. Conte Christian, cl. 1993, arresti domiciliari;
  16. Crali William, cl. 1989, arresti domiciliari;
  17. Di Cio Federico, cl. 1977, arresti domiciliari;
  18. Di Mauro Tiziano, cl. 1980, arresti domiciliari;
  19. Greco Giuseppe, cl. 1960, arresti domiciliari;
  20. Greco Lorenzo, cl. 1989, arresti domiciliari;
  21. Guasta Antonino, cl. 1973, arresti domiciliari;
  22. Iannelli Massimo, cl. 1965, arresti domiciliari;
  23. Lima Luca, cl. 1984, arresti domiciliari;
  24. Lizzoli Alessandro Rosario, cl. 1972, arresti domiciliari;
  25. Minutola Giovanni, cl. 1986, arresti domiciliari;
  26. Nania Cristian, cl. 1989, arresti domiciliari;
  27. Sterzi Andrea, cl. 1975, arresti domiciliari;
  28. Tela Giorgio, cl. 1979, arresti domiciliari.

Nei confronti dei 7 ulteriori indagati che, in esecuzione del citato decreto di fermo emesso da questo ufficio in data 12.11.2018, sono stati catturati in territorio di Siracusa (Conte Giovanni e Iacono Antonino), a Ribera (D’Anna Gino e Salvaggio Pietro), a Messina (Cioffi Davide), a Gela (Susino Angelo Antonio) e a Vittoria (Di Pasquale Giovanni) i Giudici per le indagini preliminari territorialmente competenti hanno applicato, su conforme richiesta dei locali uffici di Procura, la misura della custodia cautelare in carcere.

I DETTAGLI

L’attività investigativa, sviluppatasi in un arco temporale che va da aprile 2016 a marzo 2017, è consistita essenzialmente nello svolgimento di indagini di tipo tecnico, corroborate da attività di tipo tradizionale e successivamente da accertamenti patrimoniali.

Il procedimento penale prendeva le mosse dal monitoraggio del clan Cappello-Carateddi ed in primis del suo leader Salvo Salvatore Massimiliano e consentiva di rilevare come il Salvo avesse dimostrato interesse nei confronti di un nuovissimo, imponente ed efficace sistema criminoso finalizzato a consentire il massiccio reimpiego del denaro proveniente dalle attività criminali ascrivibili al clan Cappello – Bonaccorsi nel settore delle scommesse sportive on line, nonché l’incremento del capitale illecito attraverso le numerose agenzie che gestiscono, anche per conto del clan appena menzionato, il gaming on-line.

Le indagini, quindi, nate come naturale prosecuzione di quelle svolta dalla Squadra Mobile di Catania e dal Servizio centrale Operativo di Roma nei confronti di appartenenti al clan Cappello-Bonaccorsi e già sfociata nella nota operazione c.d. “Penelope”, si rivelavano da subito particolarmente fruttuose ed innovative, in quanto consentivano di registrare alcune conversazioni dal tenore delle quali si delineava in maniera chiara un articolato progetto di espansione, promanante da alcuni soggetti intranei al clan Cappello, nel settore delle scommesse on line, che prevedeva l’acquisizione nelle province di Ragusa e Siracusa di locali commerciali da adibire a sale scommesse sotto l’insegna “PlanetWin365” (le azioni delittuose oggetto dell’inchiesta riguardano la vecchia proprietà del brand e della società stessa, ovvero quella che ha operato fino al 2016/2017 e non l’attuale proprietà – SKS365 – nei confronti della quale non sono emersi elementi di responsabilità ma che, anzi, in una nota stampa, rinnova il proprio sostegno alle forze dell’ordine nella lotta alle attività di organizzazioni criminali che danneggiano il mercato italiano del gioco legale), nonché la commercializzazione di un software da installare presso sale di terzi che avrebbe consentito l’esercizio abusivo di scommesse, in quanto operativo sul .com  (illegale sul territorio italiano) in maniera parallela all’attività lecita, e quindi schermata dalla autorizzazione ottenuta dalla Planet di occuparsi delle scommesse on line esclusivamente attraverso l’estensione sul .it.

LE FOTO DEGLI ARRESTATI

Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini condotte dalla Squadra Mobile e dal Servizio Centrale Operativo attestavano quindi l’esistenza di una consolidata organizzazione criminale dedita alla gestione di numerose agenzie di scommesse presenti sull’intero territorio siciliano che, sovente, sfruttavano la copertura legale fornita dal marchio “Planetwin365” e consentivano di focalizzare l’attenzione degli investigatori sulla figura di un imprenditore aretuseo, in possesso di rilevanti risorse finanziare e tecniche, identificato in Lanzafame Fabio, il quale era attivamente collaborato – sotto il profilo tecnico-amministrativo – da una serie di soggetti, anch’essi tecnicamente attrezzati, per mantenere efficace il sistema occulto, parallelo a quello legale.

L’attività svolta dal predetto imprenditore presentava una duplice caratterizzazione, consentendo, da un lato, una pervicace infiltrazione nell’intero settore della raccolta del gioco attraverso cui assicurare, di fatto, una posizione di predominio alle famiglie mafiose rispetto agli operatori del circuito legale e, dall’altro, contribuendo in maniera determinante a rendere estremamente difficoltosa l’attività di controllo da parte degli organi istituzionali preposti, favorendo il reimpiego dei capitali illecitamente acquisiti, stante la perfetta sovrapponibilità del circuito legale con quello illegale.

Alla illecita acquisizione dei capitali riciclati nella suddetta attività imprenditoriale, si affiancava la continua opera di erosione del gettito fiscale dovuto allo Stato, stante la maggiore appetibilità dell’offerta del circuito illegale che, non essendo gravato dai costi di legalità, consentiva di realizzare vincite più facili e di maggiore importo.

Le indagini si incentravano, pertanto, sulle cointeressenze venutesi a creare tra Lanzafame Fabio e Salvo Salvatore Massimiliano, inteso “Massimo ‘u carruzzeri”, figura apicale del clan mafioso Cappello – Bonaccorsi (in atto detenuto e sottoposto al regime di cui all’art. 41 bis O.P.) tali da garantire una capillare diffusione, sul territorio catanese ed in provincia, della rete illegale di raccolta scommesse concepita e realizzata dal citato Lanzafame.

La intuitiva ed abile attività di indagine condotta dalla Squadra Mobile di Catania e dal Servizio Centrale Operativo consentiva, quindi, di disegnare un articolato sistema illegale, di descriverne le specialistiche modalità operative, di individuare le specifiche condotte e competenze in capo a ciascun indagato. Tale complessa ricostruzione otteneva, peraltro, autorevole conferma grazie alle dichiarazioni rese proprio da Lanzafame Fabio, il quale dal mese di gennaio 2018 avviava un percorso di collaborazione con l’Autorità Giudiziaria.

Quanto ai ruoli dei singoli indagati, gli interessi della compagine mafiosa, in tale specifico settore, venivano curati, sul versante catanese, da Castiglia Giovanni Orazio, legato a Salvo Salvatore Massimiliano da rapporti diretti di parentela, mentre sul versante aretuseo emergevano le figure degli imprenditori Bosco Salvatore e Iacono Antonino, entrambi residenti a Pachino (SR), quali garanti dei medesimi interessi.

Venivano così a delinearsi due distinte associazioni a delinquere, dedite all’esercizio del gaming online clandestino, che perseguivano interessi illeciti coincidenti con quello perseguito dalla compagine mafiosa di riferimento e che operavano, pertanto, al fine di agevolare e rafforzare l’operatività del clan Cappello-Bonaccorsi.

In particolare, Salvo Salvatore Massimiliano è ritenuto capo e promotore dell’associazione a delinquere, quale articolazione operativa della famiglia mafiosa Cappello – Bonaccorsi, avente quale fine specifico quello dell’infiltrazione nel mercato dei giochi e delle scommesse on line, nonché alla gestione della rete commerciale dell’organizzazione dedita alla diffusione di giochi e scommesse a distanza illeciti, mentre i predetti Castiglia Giovanni Orazio, Bosco Salvatore e Iacono Antonino figuravano quali organizzatori e direttori dell’associazione a delinquere con compiti di promozione, diffusione e gestione dell’articolata rete sul territorio con particolare riguardo alle province di Siracusa e Ragusa, nonché con compiti di raccordo con il vertice dell’associazione, anche attraverso la raccolta e la distribuzione del denaro, collaborati dagli agenti Sterzi Andrea, Greco Giuseppe, Greco Lorenzo, Tela Giorgio, Di Cio Federico, Di Mauro Tiziano e Bucceri Francesco.

L’associazione per delinquere, promossa da Salvo Salvatore Massimiliano ed organizzata dal Castiglia era finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, alla truffa aggravata ai danni dello Stato, al riciclaggio e all’autoriciclaggio, all’intestazione fittizia di beni attraverso l’illecito esercizio dell’attività di giochi e scommesse a distanza, riconducibili a società operanti all’estero (Albania, Romania e Malta) in violazione della normativa di settore, di quella fiscale, anti-riciclaggio, ovvero attraverso la creazione di diverse reti di gioco “on line” finalizzate alla raccolta abusiva di scommesse su eventi sportivi  ed al gioco d’azzardo.

In particolare, si fa riferimento alla rete operante su siti con estensione “.com” denominati, tra gli altri, “Futurebet, Futurebet2021, Future2bet2021, Betworld365, Betcom29, Betcom72”, mutevoli in ragione degli interventi di oscuramento da parte dell’Autorità amministrativa, non autorizzati dall’A.D.M., tutti operanti su server esteri (Malta, Austria, Inghilterra), utilizzati all’interno di sale scommesse, Internet point, C.E.D., C.T.D ed esercizi commerciali.

Tali attività, in alcuni casi, erano fittiziamente intestate a soggetti compiacenti.

CASTIGLIA Giovanni Orazio nell’ambito dell’attività di raccordo con il vertice dell’associazione era collaborato in provincia di Catania dai master RUSSO Antonino, NANIA Francesco, DI BELLA Andrea, D’AGATA Santo con compiti di direzione e coordinamento degli agenti LIMA Luca, MINUTOLA Giovanni e GUASTA Antonio.

Nel corso delle indagini, a dimostrazione della capillare e pervasiva ramificazione dell’associazione criminale sul territorio siciliano, emergeva la figura di CONTE Giovanni, organizzatore della rete di agenzie operante sui territori di Siracusa, Augusta, Gela, Vittoria, Floridia, il quale era collaborato dai master SUSINO Angelo Antonio, DI PASQUALE Giovanni e TRUGLIO Salvatore con compiti di direzione e coordinamento degli agenti BLANCO Santo, IANNELLI Massimo, CANIGLIA Domenico, CAVALERI Angelo e CAVALERI Ivano.

I servizi di intercettazione facevano emergere due elementi peculiari: da un lato una spasmodica ricerca da parte degli organizzatori di locali da adibire a sale scommesse sotto l’insegna Planetwin365 dietro i quali schermare il gioco illegale, dall’altro l’esistenza di un sistema che gli indagati indicavano con il termine di “bancare” che, sebbene nel mondo delle scommesse significhi pronosticare una cosa che non accada, in realtà stava ad indicare la pratica piuttosto diffusa tra molti bookmakers esteri di consentire ai gestori delle singole sale di assumere i rischi dell’attività di scommesse.

In altri termini, se nella tradizionale attività di una sala scommesse è il bookmaker titolare della concessione ad investire il denaro necessario a coprire le eventuali vincite dei giocatori, nel caso della c.d. “bancata” da parte del gestore sarà quest’ultimo, previo accordo con il concessionario, ad assumere su di sè tale rischio, riconoscendo al concessionario la percentuale pattuita relativa al flusso delle scommesse effettuate in quella determinata sala.

Un ruolo particolare nell’ambito dell’associazione per delinquere veniva rivestito da LIZZOLI Alessandro Rosario soggetto che forniva il software Racing Dogs connesso ai “virtual games” ed inserito all’interno delle agenzie riconducibili a BOSCO Salvatore e IACONO Antonino.

Della “doppia natura” degli illeciti conseguiti erano certamente consapevoli i vertici della associazioni in parola, tra cui CONTE Giovanni, organizzatore della rete di agenzie operanti nei territori di Siracusa, Augusta (SR), Gela (CL), Vittoria (RG) e Floridia (SR), braccio destro di LANZAFAME Fabio e responsabile della gestione territoriale della rete “.com”, CIOFFI Davide,  socio responsabile-accettazione della rete “.com”, D’ANNA Gino Vincenzo, responsabile tecnico- finanziario della rete “.com”, SALVAGGIO Pietro, socio di LANZAFAME Fabio, responsabile per la Sicilia occidentale della rete di siti “.com”.

A BOSCO Salvatore è contestato il reato di partecipazione all’associazione per delinquere di stampo mafioso Cappello – Bonaccorsi.

In proposito le indagini hanno consentito di dimostrare come SALVO Salvatore Massimiliano, nelle sue mire di infiltrazione nel tessuto imprenditoriale, ricercasse aziende nelle quali poter investire occultamente somme di denaro contante di provenienza illecita, in quanto frutto delle condotte criminali poste in essere dal gruppo mafioso da lui guidato dei Cappello – Bonaccorsi.

Anche nel corso dell’indagine in disamina, infatti, così come era già emerso nelle operazioni denominate “Penelope” e “Gorgoni” si registrava l’evoluzione criminale dell’associazione mafiosa in trattazione, a seguito del “nuovo corso” imposto da SALVO Salvatore Massimiliano che, conscio del potere criminale acquisito, prediligeva adottare la linea dell’avvicinamento all’imprenditore di turno (come è accaduto, ad es., per le due società operanti nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti, riconducibili a GUGLIELMINO Giuseppe – la GEO AMBIENTE – ed al padre dello stesso GUGLIELMINO Vincenzo – la E.F. Servizi Ecologici, soggetti rispettivamente attinti da ordinanza di custodia cautelare e rinviati a giudizio nell’ambito dei procedimenti 7590/12 RGNR c.d. “Penelope” e 15059/15 RGNR c.d. “Gorgoni”) con il proposito di prospettare una vera e propria forma di “affiancamento” nella conduzione dell’azienda che si concretizza con la possibilità di individuare interlocutori disponibili in modo da ampliare la capacità di mercato della medesima azienda.

CASTIGLIA Giovanni Orazio risponde di concorso esterno nella medesima associazione mafiosa perché, pur non essendo stabilmente inserito nel sodalizio, contribuiva sistematicamente e consapevolmente alla realizzazione di talune attività ed al raggiungimento degli scopi del clan, avendo organizzato e garantito la diffusione sul territorio di Catania e Siracusa della rete necessaria per realizzare i giochi on.line, acquisendo agenzie, dirigendo i master e gli agenti, gestendo il flusso di denaro necessario per le vincite, in tal modo fornendo un contributo causale di rilievo per il mantenimento e la realizzazione degli interessi del predetto clan  mafioso, cui consentivano l’acquisizione sul mercato o comunque una posizione dominante nel settore del gaming online, anche attraverso l’acquisizione di licenze ed autorizzazioni, necessarie all’apertura ed alla gestione, anche indiretta, di sale scommesse ed attività commerciali, nella provincie di Catania e Siracusa.

CASTIGLIA Giovanni Orazio e IACONO Antonino, inoltre, sono ritenuti organizzatori e direttori anche di una ulteriore associazione a delinquere – anch’essa facente capo al leader promotore SALVO Salvatore Massimiliano – che in termini e modalità del tutto speculari rispetto a quella prima citata, operava specialmente nelle province di Siracusa e Ragusa nella raccolta abusiva di scommesse “on line” tramite i siti con estensione “.com” denominati, tra gli altri, “Premierwin365”, “Special2bet”, “Goplay33”, “Racing dogs”, “betcom29.com”, “stanleybet”, anch’essi mutevoli in ragione degli interventi di oscuramento da parte dell’Autorità amministrativa, non autorizzati dall’A.D.M. e tutti operanti su server esteri (Malta, Austria, Inghilterra),

I destinatari della misura cautelare sono ritenuti, altresì, responsabili dei reati di:

–           truffa ai danni dello Stato perché, in concorso morale e materiale tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, con artifizi e raggiri consistiti nel progettare ed utilizzare numerosi siti con estensione “.com” tra cui “Futurebet, Futurebet2021, Future2bet2021, Betworld365, Betcom29, Betcom72”, “Premierwin365”, “Special2bet”, “Goplay33”, “Racing dogs”, “betcom29.com”, “stanleybet”, non autorizzati all’esercizio della raccolta delle scommesse e diffusi – attraverso master e agenti – anche all’interno di agenzie che, parallelamente, utilizzavano siti legittimamente autorizzati alla raccolta delle scommesse, sì da rendere più difficile la individuazione dei siti illeciti, consentendo l’organizzazione del gioco e delle scommesse “da banco” per ingenti importi, nonché il pagamento dell’eventuale relativa vincita, in tal modo inducendo in errore l’Agenzia delle Entrate e l’Erario sul luogo di raccolta delle scommesse (che si concludevano sul territorio italiano e non all’estero) e, conseguentemente, non corrispondendo l’imposta unica sulle scommesse. Gli indagati, così operando, si procuravano un ingiusto profitto con pari danno per le suddette amministrazioni statali, condotta aggravata per alcuni di essi ai sensi dell’art. 416 bis.1 c.p. per avere essi svolto una funzione strumentale ed agevolatrice nei confronti dell’associazione a delinquere di stampo mafioso Cappello-Bonaccorsi, alla quale consentivano in maniera determinante, l’infiltrazione e la connessa espansione nel settore dei giochi e delle scommesse on line;

–           esercizio abusivo di giochi e scommesse perché, in concorso morale e materiale tra loro e con altri soggetti non identificati, tramite le posizioni ed i ruoli associativi loro contestati, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, costituivano e gestivano sul territorio nazionale, in assenza di concessione, autorizzazione o licenza ai sensi dell’art. 88 T.U.L.P.S., numerose agenzie e/o Centri Trasmissione Dati (C.T.D.) che diffondevano ed utilizzavano le piattaforme illegali appositamente create e sopra elencate, attraverso le quali simulavano un’attività di trasmissione dati relativi alla raccolta “on line” delle scommesse, esercitando – di fatto ed abusivamente – l’organizzazione del gioco e delle scommesse “da banco”, accettando, direttamente, la conclusione del relativo rapporto contrattuale e, quindi, procedendo alla raccolta della posta giocata dal cliente (o la sua promessa) ed al pagamento della eventuale relativa vincita, in assenza delle previste concessioni e autorizzazioni ovvero con modalità difformi da quelle previste.

A CASTIGLIA Giovanni Orazio, infine, sono contestati alcuni episodi di intestazione fittizia di beni, avendo egli attribuito ad altri la titolarità di agenzie di scommesse, con l’aggravante di avere commesso il fatto per agevolare l’associazione Cappello – Bonaccorsi, consentendone in maniera determinante, l’infiltrazione e la connessa espansione nel settore dei giochi e delle scommesse on line.

Una persona, colpita dal medesimo provvedimento restrittivo, allo stato irreperibile perché all’estero, è attivamente ricercata.

Con il medesimo provvedimento, il G.I.P. del Tribunale di Catania, ha convalidato il sequestro preventivo emesso dalla Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia in via d’urgenza, di nr.20 agenzie di scommesse/internet point, ricadenti nelle province di Catania, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa, taluni dei quali riconducibili ad indagati nei confronti dei quali non è stata avanzata richiesta di misura personale.

Il volume di affari delle n.20 agenzie di scommesse, dislocate sul territorio delle province di Catania, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa, sottoposte a sequestro è stato stimato in un milione di euro mensile.

 

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