Giarre, un gruppo di commercianti decide le sorti della città: no all’isola pedonale -
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Giarre, un gruppo di commercianti decide le sorti della città: no all’isola pedonale

Giarre, un gruppo di commercianti decide le sorti della città: no all’isola pedonale

Un manipolo di commercianti ha deciso  l’isola pedonale in corso Italia a Natale non si farà. E l’amministrazione muta come un pesce. Il no è giunto al termine di una convulsa assemblea dei commercianti aderenti alla Confcommercio che lunedì sera hanno a lungo dibattuto sul tema.

La guerra” sull’isola pedonale, come sempre, è sulle cifre che non ci sono. Chi è favorevole alla pedonalizzazione ne magnifica i benefici commerciali; chi è contrario paventa disastri: tuttavia nessuna delle due fazioni ha mai riportato un numero, una cifra, una statistica, sulla base della quale poter prendere una decisione ponderata.

Attilio Lo Po’, presidente della locale Confcommercio, favorevole alla chiusura del corso Italia nelle domeniche di dicembre, ha passivamente accettato il responso non nascondendo  il proprio rammarico anche per il modo in cui si è palesata la linea  del no.

“Come al solito – afferma Lo Po’ – molti operatori commerciali hanno preferito disertare lincontro, sottraendosi al dibattito che sarebbe stato utile, anche per comprendere le vere ragioni del diniego alla “Ztl. Sono davvero rammaricato perché l’isola pedonale, alla quale abbiamo sempre creduto sin dal nostro insediamento, è voluta dalla città. Amareggiato perchè si continua a dare la colpa all’isola pedonale come se fosse il male del commercio, quando invece non si è capaci di sfruttarla, di condividerla e, al tempo stesso, di impegnarsi per attirare clientela. In realtà, purtroppo, molti rappresentanti della nostra categoria sono ostili all’isola pedonalesapendo bene che non c’è clima di collaborazione, che manca quella necessaria sinergia per rendere Giarre ancora una piazza appetibile. Cosi, non resta che mostrarci divisi e con posizioni contraddittorie,lasciando una immagine che certamente non aiuta il commercio che tenta di risalire la china”. 

Commercianti favorevoli e contrari suddivisi tra quei negozi che ricadono nel tratto di corso Italia da piazza Duomo al Carmine che ritengono utile l’isola con i suoi indiretti benefici in termini di riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico, sicurezza stradale, protezione del patrimonio storico, architettonico ed artistico, anche a fini turistici, e incremento delle attività dei commercianti. E chi, invece, nell’altra metà del corso che si estende da piazza Carmine in direzione di piazza Mazzini, ritiene l’isola pedonale un ostacolo al commercio tradizionale che si fonda anche sul sistema di viabilità; sulla facilità di parcheggiare, di trovare uno stallo libero davanti al negozio.

Alla fine conta la decisione di circa quaranta operatori commerciali che hanno persino negato la loro presenza all’assemblea confermando il proprio diniego attraverso la formula della delega.

Un manipolo di commercianti, molti dei quali non giarresi, ha deciso per 30 mila abitanti, bypassando una amministrazione inesistente e che continua ad essere ostaggio di una categoria divisa, all’interno della quale prevalgono solo invidie personali, beghe da quattro soldi.

Definirli commercianti? Non proprio. Quelli sono scomparsi ormai da lunghi anni. Giarre, nel frattempo continua a morire e c’è ancora chi consente, nell’assoluta apatia avvolgente, di infierire. Senza neppure muovere un dito. 

Mario Previtera

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