Juventus nel mito: la cronaca della stagione 2017/18 di Damiano, un suo tifoso "speciale" -
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Juventus nel mito: la cronaca della stagione 2017/18 di Damiano, un suo tifoso “speciale”

Juventus nel mito: la cronaca della stagione 2017/18 di Damiano, un suo tifoso “speciale”

Sette volte Juve, la Juventus aveva scritto la storia, era poi diventata leggenda, oggi si è trasformata in mito.

Nel campionato 2017/18 la “Vecchia Signora” si è portata a casa il settimo scudetto consecutivo, laureandosi campioni d’Italia (è il 36°), ha conquistato la 4° coppa Italia consecutiva, (è la 13°). Nessuno mai ha raggiunto questi traguardi.

Abbiamo fatto grandi cose, siamo pronti a continuare. Anche la squadra femminile della Juve, ha dato onore a questo nome, già al suo primo anno di gioco, ha conquistato il suo primo scudetto

Questo   campionato, giocato dalla Juve allenata da Massimiliano Allegri, è stato sin dall’inizio difficile e combattuto. A inizio anno non si era sufficientemente carichi, anche a fine campionato abbiamo avuto qualche difficoltà, ma lo stesso abbiamo portato a casa i risultati. Con l’andare dei mesi il duello con il Napoli ci ha dato la carica per dare il  massimo  e vincere ancora una volta.

Nell’ambiente Juve, c’è la mentalità di essere i migliori, vincere sempre e dimostrare di essere i più forti fino alla fine e non mollare mai. E’ questa la cosa che ci distingue dagli altri.

E’ stata certamente una grande emozione conquistare il primo di questi sette scudetti consecutivi, ma quest’ultimo è stato il più difficile. Una  giornata  prima della fine del campionato, la Juve matematicamente si aggiudica lo scudetto. La classica finale vede in testa la Juve con 95 punti, a quattro lunghezze rispetto la seconda. Sulle 38 partite giocate, 30 sono state vinte, pareggiate 5, solo 3 sono state le sconfitte.

La finale di coppa Italia, si gioca a Roma il 9 maggio,  vede  a  confronto il  Milan con  la Juve. Durante il primo tempo la Juve sostiene l’iniziativa, mentre il Milan si chiude in attesa di poter sfruttare la situazione. E’ nel secondo tempo che la Juve, inesorabilmente colpisce; in soli venti minuti chiude il discorso con quattro reti. All’11° minuto Benatia sblocca la situazione con un gol di testa. Douglas Costa raddoppia al 16° minuto, ricevendo  un  passaggio  al  limite  dell’area, tira col sinistro e segna. Dopo appena tre minuti, al 19° minuto, Mandzukic colpisce di testa, al portiere sfugge di mano la palla e Benatia rapidissimo segna il suo secondo gol. La partita è ormai vinta, a completare arriva l’autogol di Kalinic, che al 31° minuto, segna di testa. Quattro gol per quattro coppe Italia consecutive.

Nella Champions League, giocando nel girone D, incontriamo il Barcellona, lo Sporting Lisbona e l’Olimpiacos. Arriviamo secondi con 11 punti, su 6 partite giocate 3 sono state vinte, 2 pareggiate e solo 1 persa. La Juventus si qualifica per gli ottavi di finale giocando contro il Tottenham. Il primo incontro si gioca a casa nostra, all’Allianz Stadium, la partita finisce 2 a 2. L’inizio è davvero strepitoso, al 2° minuto, Higuain, raccogliendo un pallone da Pjanic su calcio di punizione, insacca con un destro. Poco dopo, al 9° minuto Bernadeshi conquista un rigore perché steso da un avversario in area, batte Higuain e segna. Al 35° minuto del primo tempo Kane segna e nel secondo tempo, al 27° minuto, Eriksen con il suo gol porta la patita al pareggio.

La partita di ritorno, giocata a Wembley vede gli Inglesi protagonisti, il primo tempo si chiude con il gol di Son al 39° minuto. La Juve continua a essere assente anche all’inizio del secondo tempo; improvvisamente si sveglia con due cambi di Allegri. L’allenatore al quarto d’ora, richiama Matuidi e Benatia, inserendo Asamoah e Lichtsteiner, passando al 4-2-3-1. La magia di Allegri da subito i suoi effetti. Al 19° minuto da Lichtsteiner arriva un cross dalla destra, Khedira tocca di testa e Higuain mette in rete. Ammutolendo Wembley. Passano solo tre minuti e al 22° la Juve ribalta tutto con un gol di Dybala. Higuain trova il tempo perfetto per passare la palla a Dybala che, sul filo del fuorigioco, arriva in area davanti al portiere e non può sbagliare. La partita si conclude con la vittoria della Juve per 2 a 1. Non togliendo i meriti a Higuan e Dybala, anche il colpo di classe del mister è stato determinante; tutto questo ci porta ai quarti di finale.

La partita di andata si gioca contro il Real Madrid a casa della Juve. Dopo appena tre minuti gli spagnoli si portano in vantaggio grazie a Ronaldo. Il palleggio del Real è impressionante, la Juve deve avere necessaria pazienza per recuperare la palla. La Juve è in partita, combattiva e ordinata, commette qualche errore negli ultimi metri; nonostante questo va vicinissima al pareggio al 20° minuto del primo tempo con Higuain, e poco dopo con un insidioso rasoterra di De Sciglio. Gli spagnoli sembrano dormire e in difficoltà, ma quando attaccano sono terribili. La  Juve  meriterebbe  di  andare  negli spogliatoi sul pareggio, anche la sforbiciata di Dybala, sul finale di tempo, finisce fuori di poco. Al 19° minuto del secondo tempo arriva il raddoppio con un capolavoro in rovesciata di Ronaldo. I tifosi Juventini applaudono in piedi il talento di un grande avversario, distinguendosi per sportività dagli altri che non ammettono mai i meriti dei nostri campioni, avendo sempre a che ridire. Due minuti dopo Dybala riceve il secondo giallo per un intervento scomposto su Carvajal. Se la seconda ammonizione è comprensibile, la prima assegnata alla fine del primo tempo, secondo me, non è simulazione ma cade da solo. Poco dopo, al 27° minuto, arriva il gol di Marcelo. Durante il recupero, all’ultimo minuto, non viene  assegnato  alla  Juve  un  rigore clamoroso per un fallo ai danni di Cuadrado. Per la qualificazione, la Juve deve riuscire in un’impresa a Madrid.

La  partita di ritorno,  giocata  a Madrid, si sblocca già al 2° minuto con un gol di Mandzukic. È Khedira, con un pallonetto, a servire il croato, libero sul secondo palo, che di testa segna. La Juve continua a fare la partita, con un pressing costante e aggressivo e una difesa attenta che contiene gli avversari, che arrivano, comunque, a dei tiri insidiosi. Una di queste occasioni vede Ronaldo a tu per tu con il grande Buffon, che riesce a evitare quello che sembrava un gol già fatto. Al 37° minuto del primo tempo, Lichtsteiner, entrato poco prima a sostituire De Sciglio, arriva al cross dalla destra e c’è ancora Mandzukic che si trova di nuovo sul secondo palo. Questa volta a rendere le cose più difficili c’è Carvajal  che lo marca,  ma  lo stacco di Mandzukic porta la palla fra portiere e palo. Il primo tempo si conclude con la Juve in vantaggio per 2 a 0. Nella ripresa il Real Madrid attacca a testa bassa per impedire alla Juve di ripartire. Al 16° minuto, il portiere del Real esce per bloccare un traversone di Douglas Costa, ma il pallone gli sfugge dalle mani e Matuidi manda in rete a porta vuota. C’è in questo momento perfetta parità fra andata e ritorno, il primo che segna potrebbe essere qualificato.

Sulla  soglia dei  supplementari,  dove avremmo avuto molte possibilità di farcela, arriva negli ultimi 30 secondi del recupero, come un fulmine a ciel sereno, il fischio dell’arbitro che assegna un rigore per un presunto fallo commesso da Benatia. Buffon viene espulso perché protesta; dalla  sua  posizione vede che il  rigore è dubbio. Szczesny  entra  per  Higuain,  solo  per  la battuta del rigore che Ronaldo batte e segna. Con questo gol svaniscono i nostri sogni di accedere  alle  semifinali,  sogni  annientati dalla  decisione  dell’arbitro che assegna un rigore, secondo me inesistente. Doppiamente danneggiati, perché come ho già riportato, durante la partita di andata non è stato assegnato un rigore su Cuadrado. La Juve esce dalla Champsons, a testa alta fra gli applausi di tutti, e tutti in piedi, giungendo a un soffio da un’impresa storica. Solo questa squadra poteva avere il carattere e  il coraggio di arrivare  al Bernabeu  e segnare tre gol, ribaltando il 3 a 0 dell’andata; nessuno potrà più permettersi di dire che il Real è superiore alla Juventus.

La Juve avrebbe meritato di  più,  resta  la consolazione di uscire a testa alta da parte di questi straordinari ragazzi di Allegri. Meritano un plauso e un ringraziamento per tutto quello che sono riusciti a fare. Un saluto, un ringraziamento, è doveroso rivolgere a tre grandi campioni che lasciano la nostra squadra. Sono stati tra i protagonisti dei successi di questi ultimi anni. Asamoah, presente negli ultimi sei anni, lo ringraziamo per quanto generosamente ha dato alla squadra; ci mancherà. Difficile la sua decisione, da come si legge nella sua lettera di saluto e ringraziamento. Lichtsteiner, detto “lo svizzero espresso”, ha avuto il privilegio di essere uno dei cinque a festeggiare, con i suoi compagni di squadra la vincita dei sette scudetti consecutivi; anche lui ci mancherà. Anche a lui vanno i nostri ringraziamenti. Dobbiamo,   purtroppo   salutare   anche   il grande  portiere,  il  più  grande  del  mondo, Gigi Buffon, dopo diciassette anni di permanenza alla Juve. Entrato a far parte della squadra nel 2001 a soli 23 anni, acquistato per 75 miliardi di lire dal Parma, da quel momento non toglie più la divisa della Vecchia Signora. Ora all’età di 40 anni completa la sua esperienza con la Juve. Era come un fratello, una presenza familiare che era di esempio per tutti e dava sicurezza. Quando entrava in campo, dava coraggio dispensando sempre utili consigli  ai compagni. Meritatamente da sei anni era diventato capitano, il capitano coraggioso che mai si arrende, sempre pronto a difendere i suoi compagni se in difficoltà. Nei momenti di difficoltà ha dimostrato la sua fedeltà; quando la Juve è stata ingiustamente retrocessa in serie B, non ha lasciato la squadra come altri hanno fatto. In questi anni di presenza nella Juve ha vinto tanto; basta pensare ai sette scudetti consecutivi e alle quattro coppe Italia consecutive, a queste vittorie hanno contribuito anche le sue parate. Detiene inoltre il record di imbattibilità nella Serie A girone unico, avendo mantenuto la sua  porta inviolata per 974 minuti nella stagione 2015/2016.

Buffon, nella sua prestigiosa carriera di grande portiere, avrebbe meritato, ma non ha avuto la soddisfazione di farlo, di sollevare con la Juve la coppa della Champions League. È ritenuto il portiere più forte del mondo, a mio giudizio avrebbe meritato di ricevere il pallone d’oro. Di seguito riporto alcune frasi della lettera di addio scritta da Buffon: “La  Juve è una famiglia. La mia famiglia. E io non smetterò mai di amarla, ringraziarla e chiamarla “casa”. Perché mi ha dato tanto. Tutto. Sicuramente  molto  più  di  quanto  io non abbia fatto nei suoi confronti. Sono arrivato allo stadio in bicicletta. Ero tanto giovane. E domani vorrei metaforicamente allontanarmi a piedi per poter assaporare ogni istante, sentire la fatica del distacco. E’ la gioia dei saluti. Per emozionarmi. Per  capire  che  mai  sarò lontano  da quel posto che chiamerò “casa”. Per sempre! E per poter salutare i compagni e gli amici che mai smetterò di chiamare fratelli. Fino alla fine! Per sempre vostro, Gianluigi Buffon.”

Sarà una grande tristezza  non  sentire più annunciare il suo nome nella formazione, ci sembrerà un errore e sarà brutto non vederlo più in campo. Lo ringraziamo per le sue parate e per tutto quello che ha fatto per la nostra squadra. Non ci dimenticheremo mai del   nostro grande portiere, il nostro valoroso capitano che porteremo sempre nel cuore.

Ringrazio, per le emozioni vissute anche quest’anno: Andrea Agnelli, Pavel Nedved, tutti i giocatori, Marotta e Paratici che sanno sempre acquistare i giocatori migliori che fanno grande questa squadra. Un ringraziamento anche al mister Massimiano Allegri che, in questi anni si è dimostrato un vincente capace di preparare la squadra nel migliore dei modi e gestire al massimo i giocatori. Un  riconoscimento a tutti quelli  che  ogni giorno, con dedizione, dietro le quinte, si prendono cura del mondo Juve.

Anche quest’anno, come già lo scorso anno, avrei voluto assistere all’ultima partita di campionato  quando  lo  scudetto  sarebbe stato consegnato nelle nostre mani. Sono rammaricato di non essere riuscito, ma non sono scoraggiato perché prima o poi realizzerò il sogno di assistere a una partita e incontrare i giocatori e il presidente.

Siamo pronti, come sempre, per una nuova fantastica emozionante stagione. Fino  alla  fine,  sempre e comunque, forza Juve. Io, Juventino doc, adoro questa squadra e non perdo mai una partita. Questa è l’unica “amica” che mi fa sempre compagnia e non mi tradisce mai.

Questo è il mio sesto articolo che scrivo a fine  campionato che racconta le imprese della mia squadra del cuore. Tutti i miei articoli si possono trovare anche sulla mia pagina facebook. Mi   chiamo Damiano Calabrò, sono un ragazzo di 25 anni, disabile dall’età di tre anni a causa di una patologia, la distrofia muscolare di Duchenne che limita la mia autonomia al cento per cento.

Molta gente si sofferma sulle apparenze, spesso non approfondisce la conoscenza, prova solo compassione e ignora ciò di cui ho veramente bisogno. La gente conosce il tuo volto, ma non il tuo cuore. Certamente non è quello che avrei desiderato da questa vita, ma accetto tutto questo con grande forza, senza scoraggiarmi. I miei limiti invece sono solo fisici, mentalmente, emotivamente sono un normalissimo ragazzo, con gli stessi sentimenti, desideri e bisogni di ogni essere umano.

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