Fiumefreddo e la carenza idrica che impazza nelle case dei cittadini – Parte seconda -
Catania
17°

Fiumefreddo e la carenza idrica che impazza nelle case dei cittadini – Parte seconda

Fiumefreddo e la carenza idrica che impazza nelle case dei cittadini – Parte seconda

In realtà tra la Società Bufardo-Torrerossa e il Comune di Fiumefreddo, per via dei prelievi eccedenti gli 11,65 lt/sec, vi è stata una vera e propria battaglia legale a partire dalla seconda metà degli anni ’70 e fino agli inizi del 2001.

Con la sentenza n. 109 del 24 novembre 2001, infatti, il Tribunale Superiore della Acque Pubbliche sancì definitivamente che il prelievo superiore rispetto agli 11,65 lt/sec. effettuato dal Comune non incideva in alcun modo sulla concessione della società Bufardo di 620 lt/sec e che la capacità superiore del pozzo, dovuta ad interventi effettuati nel corso degli anni, non dava diritto alla società Bufardo allo sfruttamento della quantità di acqua eccedente la loro concessione.

Nella seduta del 31 marzo 2015 la Commissione Consiliare Speciale ha preso atto della realizzazione di un progetto esecutivo per il collegamento dei serbatoi situati nel quartiere di Feudogrande. Tale progetto, che verrebbe a costare circa 150 mila euro, avrebbe permesso di avere una riserva d’acqua di circa 4.200 mc consentendo di sopperire alle carenze idriche per circa tre giorni considerando un impiego medio di 200 lt/pro capite.

Nello stesso anno è stata elaborata dall’ufficio tecnico comunale una mappa idrica, seppur approssimativa in quanto scaturita soprattutto dalla memoria storica di alcuni dipendenti, che ha permesso di capire quali condotte servono le varie zone del paese, il tipo di tubazione, la sezione del tubo e farsi un’idea sullo stato d’uso di ogni singolo tratto, tenuto conto del numero di interventi.

Dall’analisi è possibile capire il perché delle difficoltà di approvvigionamento di alcune zone che seppur situate non lontano dal serbatoio di provenienza dell’acqua, per via della ridotta sezione della condotta, non hanno una portata sufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione, che nel tempo ha subito importanti aumenti demografici e di conseguenza del fabbisogno.

Inoltre pare esista un dettagliato “Regolamento per la gestione dell’acquedotto comunale”, in cui si evidenzia all’art. 1 di come “Il servizio di provvista e distribuzione dell’acqua potabile, nonché della costruzione e manutenzione delle relative opere, è gestito direttamente dal Comune…”; nello stesso regolamento, all’art. 18, sono previsti i corrispettivi e spese che ciascun utente deve versare secondo i consumi effettuati nel corso del semestre.

L’ente quindi non ha mai provveduto ad una reale lettura dei contatori andando in contrasto tanto con il regolamento comunale quanto con le normative vigenti che prevedono il pagamento di una tariffa per il consumo d’acqua, cosa che a Fiumefreddo non avviene.

Si tratterebbe di un regolamento da rivedere necessariamente alla luce delle recenti normative e adeguato sotto diversi aspetti ma potrebbe essere fondamentale per mettere a norma l’utilizzo dell’acqua che non può in alcun modo essere controllato. I contatori, peraltro già presenti in buona parte delle abitazioni fiumefreddesi, potrebbero essere fondamentali. L’installazione in tutte le fontanelle pubbliche, che risultano essere una ventina, degli erogatori a pulsante farebbe ottenere un piccolo risparmio d’acqua e soprattutto darebbe un’importante segnale ai cittadini di non sperperarla.

Di recente l’attuale amministrazione comunale del sindaco Sebastiano Nucifora ha provveduto ad effettuare delle riparazioni all’acquedotto, emanando anche una determina per l’acquisto di ulteriori 30 lt/sec dalla Bufardo con una spesa di 20 euro l’ora e con un impegno contabile di 5 mila euro.

Tutto questo ha fatto scattare il botta e risposta tra il consigliere di minoranza Giuseppe Nucifora del gruppo “Diventerà Bellissima” e il primo cittadino. Da un lato si chiede a che titolo si sprecano questi soldi quando 64 lt/sec che il Comune ha in concessione sono superiori al fabbisogno della popolazione mentre dall’altro si risponde che il 40% dei residenti nel quartiere Liberto è senza contratto e senza contatore e che sono stati individuati anche degli allacci non autorizzati di alcuni soggetti che riempiono vasche o di altri allacciati direttamente alla rete con pompe di sollevamento.

Insomma pare che al momento una soluzione temporanea sia stata trovata ma quanto durerà? Si attende quella definitiva per un problema che potrebbe ancora presentarsi in futuro mentre il caro vecchio geniale Vito D’Amico, compianto amministratore della C.M.S. Costruzioni Meccaniche Speciali e che si è sempre occupato dei lavori per l’acquedotto fiumefreddese, si starà rivoltando nella tomba.

Alessandro Famà

Potrebbero interessarti anche