Origine del dissesto al Comune di Giarre. Giannunzio Musumeci: "Il colpevole si chiama Roberto Bonaccorsi". La replica di Cardillo: "Lui ha votato gli atti nel 2012" -
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Origine del dissesto al Comune di Giarre. Giannunzio Musumeci: “Il colpevole si chiama Roberto Bonaccorsi”. La replica di Cardillo: “Lui ha votato gli atti nel 2012”

Origine del dissesto al Comune di Giarre. Giannunzio Musumeci: “Il colpevole si chiama Roberto Bonaccorsi”. La replica di Cardillo: “Lui ha votato gli atti nel 2012”

Un corposo dossier quello illustrato ieri sera in Consiglio comunale dal presidente della Commissione Finanze Giannunzio Musumeci, che ha fatto il punto sulla drammatica situazione contabile dell’Ente comunale, facendo leva sulle ultime tre delibere recapitate dalla Corte dei conti.

L’ATTACCO DI GIANNUNZIO MUSUMECI  “Le conclusioni a cui è pervenuta la Corte – ha detto in Consiglio Musumeci – costituiscono il naturale epilogo dei rilievi contestati negli ultimi anni dal medesimo organismo che già con le ultime due delibere aveva segnalato la gravità della situazione finanziaria dell’Ente, evidenziando l’aumento esponenziale della passività. A cominciare dalla gestione di cassa che, negli ultimi anni, risulta contraddistinta dalla presenza di criticità così gravi e rilevanti da avere compromesso la capacità di garantire i necessari equilibri di bilancio”.

Musumeci, illustrando in Consiglio la propria relazione, in riferimento al potenziale dissesto, ha innescato un vero e proprio processo, individuando un grande colpevole in ordine all’origine del dissesto ormai inevitabile, contestando responsabilità politiche e morali all’ex sindaco Roberto Bonaccorsi: “Autentici “scandali” – ha rimarcato Musumeci in aula – a fronte di comunicazioni non corrispondenti alla realtà. Dati inattendibili e fuorvianti, trucchetti contabili che hanno creato, nel contempo, tra il 2013 e il 2015, un gravissimo danno d’immagine per l’intera città e che sono stati smascherati dalla Corte dei conti. Per anni – ha detto Musumeci – abbiamo sentito dell’inesistenza del buco finanziario, adesso inconfutabilmente accertato dai magistrati contabili. Alla fine conta il risultato: ad oggi i debiti ammontano a 57 milioni di euro. Una cifra spaventosa. E poi sempre nel triennio 2013-2015 la Corte dei Conti ha accertato – cosi come ricostruito da Musumeci in aula – che il servizio di igiene urbana ha comportato un costo per il Comune di Giarre pari a 16,8 milioni di euro e, nel medesimo periodo, le entrate riscosse in conto competenza a tale titolo risultano pari a 3,1 milioni di euro che costituiscono il 18% di quanto accertato; relativamente, invece, ai proventi acquedotto, fognatura e depurazione risultavano accertamenti pari a 7,9 milioni di euro e riscossioni in conto competenza pari a 48 mila euro corrispondenti ad un tasso medio dello 0,62 per cento rispetto a quanto accertato. Il Piano “SalvaGiarre” redatto dall’amministrazione Bonaccorsi – ha concluso Musumeci – ha fatto emergere una gestione palesemente fallimentare, che vìola i principi contabili basilari, omettendo di dichiarare la reale entità dei debiti, in cui si trasmettevano dati contabili non veritieri. Una gestione finanziaria caratterizzata da errori propri non tanto di un super tecnico quanto del peggior amministratore di condominio”.

CARDILLO SI CHIUDE IN DIFESA        E in un clima che si è poi particolarmente surriscaldato è toccato al consigliere Francesco Cardillo l’arduo compito di ergere il muro della difesa Bonaccorsi, snocciolando dati e riferimenti contabili provenienti dallo studio di via Brancati.

Cardillo in aula, nel corso di un lungo intervento protrattosi per circa mezz’ora, ha riepilogato “i fatti avvenuti nel 2012, con la dichiarazione di pre-dissesto e con l’adozione del piano di riequilibrio, ricordando tra l’altro al consigliere Musumeci che era stato proprio lui a votare entrambi gli atti con i quali si certificava la decozione finanziaria dell’Ente, ed attestare quali erano i debiti, e non invece l’amministrazione Bonaccorsi subentrata nel 2013.

“Nella mia relazione (di ben 9 pagine), in maniera puntuale sono indicati tutti i passaggi amministrativi nel succedersi delle amministrazioni Sodano, Bonaccorsi e D’Anna. Nella stessa relazione ho inteso fare presente che essendoci un giudizio in corso, non è opportuno fare valutazioni di merito, riservandomi di farle in un momento successivo”.

Poi un ultimo sassolino. “Un dato però lo voglio fornire – ha detto Cardillo – proprio per capire la fondatezza delle asserzioni del consigliere Musumeci; pensare che un fondo di accantonamento sia un debito, e non una posta contabile, che vincola il risultato di amministrazione a garanzia dell’esazione di crediti, la dice tutta sulla bontà delle conclusioni alle quali è giunto il presidente Musumeci nella propria relazione peraltro personale e non sposata dalla stessa III commissione”.

SAVOCA IN ATTACCO   E nel fuoco incrociato di Musumeci e Cardillo si è poi inserita la consigliera Giusi Savoca che non ha perso occasione di attaccare frontalmente il sindaco, presente ieri in aula, reo di “non avere dichiarato il dissesto già dal suo insediamento provocando solo ulteriori danni alla città. E’ arrivato il momento di accettare quanto accertato dalla Corte dei conti e ripartire da zero, ponendo fine a decenni di oscurantismo”.

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