Carcere di Giarre, agenti penitenziari allo stremo. Il 30 maggio protesta in Prefettura -
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Carcere di Giarre, agenti penitenziari allo stremo. Il 30 maggio protesta in Prefettura

Carcere di Giarre, agenti penitenziari allo stremo. Il 30 maggio protesta in Prefettura

Allo stremo gli agenti della polizia penitenziaria in servizio nella Casa circondariale di Giarre. Le organizzazioni sindacali di categoria in pieno allarme dopo la recente nota informativa della direzione del carcere giarrese con la quale si rimarcano le difficoltà organizzative nell’espletamento dei servizi di vigilanza, stante il sempre più ridotto numero di agenti di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di via Foscolo, allo stato attuale 30 unità lavorative, rispetto ai 34 in pianta organica.

Nella proposta contestata dai sindacati la direzione afferma di poter garantire, durante il periodo estivo, appena 10 giorni di ferie ai dipendenti, da ripartirsi in 9 turni.

Il delicato tema delle ridotte ferie estive è stato al centro di un tavolo di contrattazione svoltosi ieri nella casa circondariale di Giarre,  al termine del quale le sigle sindacali Sappe e Osap si sono riservate di concordare una proposta, mentre Uspp e la Uil hanno dichiarato “inaccettabile la proposta della parte pubblica ed hanno confermato lo stato di agitazione del personale, anticipando l’intenzione di organizzare una manifestazione pubblica, programmata per il 30 maggio prossimo, dinanzi la prefettura di Catania”.

“Le due single sindacali – sottolinea  in una nota Michele Pedone (Uspp) – ritengono inaudito il comportamento del provveditore dell’amministrazione penitenziaria che, pur portato a conoscenza con precedente corrispondenza sindacale delle inverosimili condizioni in cui è costretto a lavorare il personale di polizia penitenziaria in servizio a Giarre, ad oggi non ha disposto alcun provvedimento. Obiettivo finale delle organizzazioni sindacali sarebbe quello di ottenere almeno la pianta organica di 36 unità, così da rendere meno stressante ai lavoratori l’attività oggi più che mai svolta sotto pressione e con orari inaccettabili”.

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