Sgominata "banda dei bancomat" che operava tra Catania, Siracusa e Enna: arresti 8 catanesi FOTO VIDEO -
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Sgominata “banda dei bancomat” che operava tra Catania, Siracusa e Enna: arresti 8 catanesi FOTO VIDEO

Sgominata “banda dei bancomat” che operava tra Catania, Siracusa e Enna: arresti 8 catanesi FOTO VIDEO

Una banda specializzata in ‘furti con spaccate’ per estrarre e rubare bancomat da banche e uffici postali delle provincie di Catania, Siracusa e Enna, è stata sgominata dopo indagini dei carabinieri della compagnia di Gravina, coordinate dal sostituto procuratore Andrea Norzi.

Nei confronti degli 8 indagati il gip Anna Maria Cristaldi ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che ipotizza, a vario titolo, l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine. Il gruppo, secondo l’accusa, aveva come ‘base logistica’ il rione di Librino a Catania e in due occasioni non avrebbe esitato, per favorirsi la fuga, a tentare di travolgere un poliziotto e un carabiniere. Inoltre, dalle intercettazioni eseguite da militari dell’Arma, è emersa la volontà di “gambizzare a colpi di fucile” due ex affiliati che erano passati a un gruppo ‘rivale’ che agiva nello stesso ‘settore’.

Il provvedimento del Gip è stato eseguito nei giorni scorsi, ma la notizia ha trovato conferma soltanto adesso, dopo che due dei destinatari dell’ordinanza sfuggiti al blitz dei carabinieri si sono costituiti.

Gli arrestati sono:

  1. GRASSO Massimo nato a Catania il 28.11.1976, ivi residente Viale Bummacaro n.6/R Piano 3;
  2. MUSUMECI Salvatore inteso “Pistacchio”, nato a Catania il 20.08.1994, ivi residente via Pietro Platania n. 210, piano terra;
  3. PUGLISI Rosario, inteso “Saretto” nato a Catania il 03.1991, domiciliato in viale Moncada n. 13 Scala C.
  4. RAGONESE Rosario inteso “Saro u biondo”, nato a Catania il 28.06.1977, ivi residente in via San Jacopo n. 39, Scala T, piano V;
  5. RAVASCO Santo inteso “Pagnotta”, nato a Catania il 15.01.1994, ivi residente in via Fenga n. 32, di fatto domiciliato in via Curia n. 41;
  6. SILICATO Federico nato a Catania il 05.12.1989, residente a Mascalucia (CT) in via Giambattista Vaccarini n. 1, di fatto domiciliato a Catania in Viale Moncada civico 10 piano 1;
  7. VIOLA Alessio nato a Catania il 20.09.1988, ivi residente via Mulini a Vento n. 206,  scala L, interno 1, piano 1
  8. VIOLA Salvatore nato a Catania il 06.09.1982 ed ivi residente in Archimede 117, di fatto domiciliato in viale Grimaldi n. 10, Scala A, piano VII;

LE FOTO

La tecnica era sempre la stessa: rubare un camion e un escavatore per divellere la cassaforte dell’Atm e portarla via per aprirla successivamente in un posto sicuro.

Tra gli episodi contestati l’assalto al bancomat dell’ufficio postale di Villasmundo (Siracusa), del 13 novembre del 2016, fallito per l’arrivo dei carabinieri. Per garantirsi la fuga uno di loro, alla guida di un’auto rubata, non ha esitato a tentare di travolgere un maresciallo dell’Arma che prima ha esploso due colpi di pistola per provare a fermare la vettura, senza centrarla, e poi a scansarsi per evitare di essere investito.

Analogo episodio si è verificato, il 5 febbraio del 2018, quando la banda tentò di fare esplodere il un Postamat a Valguarnera Caropepe servendosi di una bombola di gas con miccia collegata a un detonatore a tempo. Anche in quel caso l’arrivo delle forze dell’ordine, la polizia, fece fallire il piano e anche quella volta per garantirsi la fuga i banditi non esitarono a tentare di travolgere un assistente capo che prima ha esploso due colpi di pistola a scopo intimidatorio, poi altri due nel tentativo di forare un copertone della vettura.

Riuscito invece l’assalto, il 3 gennaio 2018, al bancomat dell’agenzia di Palazzolo Acreide (Enna) della Banca agricola popolare di Ragusa e fallito, per l’arrivo dei carabinieri, quello del 4 ottobre del 2010 di un Postamat a Fiumefreddo di Sicilia.

Le indagini dei carabinieri di Gravina di Catania, coordinate dal Pm Andrea Norzi e dall’aggiunto Ignazio Fonzo, si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali. Ascoltando una conversazione tra il presunto capo, Ragonese, e un altro degli arrestati emerge anche un piano per ‘vendicarsi’ di due affiliati che erano transitati in un’altra ‘banda di bancomat’. Il progetto era quello di “bruciargli le auto” e di gambizzarli “con colpi di fucile”.

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