Via Chianchitta, la “terra di nessuno” tra Giardini Naxos e Taormina -
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Via Chianchitta, la “terra di nessuno” tra Giardini Naxos e Taormina

Via Chianchitta, la “terra di nessuno” tra Giardini Naxos e Taormina

Una parte del popoloso quartiere, ricadente nella competenza dei due Comuni ed in quella dell’ex Provincia Regionale di Messina, sarà oggetto di un intervento di sistemazione che verrà predisposto lunedì prossimo in un’apposita conferenza di servizi. Giuseppe Russo, presidente dell’associazione “Tradizione, Ambiente e Turismo”, auspica che non si tratti dei soliti “rattoppi” e suggerisce tutto il da farsi

C’è un angolo della provincia di Messina, al confine con quella di Catania, che ha ben tre “paternità”, ma che di fatto è “terra di nessuno”. Ci riferiamo al popoloso quartiere denominato “Chianchitta”, ricadente in parte nel territorio di Giardini Naxos ed in parte nel territorio di Taormina e la cui strada che lo attraversa, ossia la S.P. 9, rientra nella competenza dell’ex Provincia Regionale di Messina, attualmente sostituita da quell’organismo chiamato “Città Metropolitana”.

Tale trafficatissima arteria versa da tempo immemorabile in condizioni precarie, probabilmente perché i due Comuni di pertinenza e la Città Metropolitana di Messina si scaricano l’un l’altro le relative responsabilità.

Intanto per lunedì prossimo, 26 marzo, l’ex Provincia Regionale peloritana ha indetto una conferenza di servizi avente ad oggetto i lavori di sistemazione del tratto finale della Sp 9 che va dalla Via Alcantara all’intersezione con la Strada Statale 114, escluso dai lavori di pavimentazione effettuati qualche anno fa su tale arteria provinciale.

L’iniziativa viene salutata con favore da Giuseppe Russo (nel riquadro sulla foto principale, con sullo sfondo un tratto della Sp 9 che attraversa il quartiere Chianchitta), noto sindacalista e politico di Giardini Naxos che da anni, in qualità di presidente dell’associazione “Tradizione, Ambiente e Turismo”, si batte per richiamare l’attenzione delle autorità preposte sulle varie problematiche di Via Chianchitta, «un’assurdità – dichiara in merito Russo – tutta italiana, ossia un quartiere e la relativa strada che dovrebbero stare a cuore a tre enti, ma che alla fine rimangono abbandonati a se stessi. La nostra associazione sollecita ormai da anni chi di competenza a procedere alla messa in sicurezza ed alla sistemazione definitiva di questo importante asse viario, costellato di buche ed in parecchi tratti dissestato. Solo nel 2015 abbiamo avuto un immediato riscontro da parte della Prefettura di Messina, da cui è scaturito un intervento di parziale asfaltatura. Ben venga adesso quest’intervento di cui si discuterà lunedì prossimo, purché non si risolva nei soliti rattoppi occasionali».

Il pericoloso incrocio tra la S.P. 9, che attraversa il quartiere Chianchitta, e la S.S. 114

Giuseppe Russo elenca quindi tutto ciò di cui la Via Chianchitta necessita per poter giungere alla sua auspicata sistemazione definitiva.

«Innanzi tutto – sottolinea il presidente dell’assocazione “Tradizione, Ambiente e Turismo” – bisogna procedere al rifacimento della pavimentazione ed alla realizzazione di marciapiedi nei tratti mancanti. Di prioritaria importanza è inoltre un efficiente impianto di smaltimento delle acque meteoriche onde evitare i continui allagamenti ad ogni precipitazione piovosa. Occorrono poi un’adeguata illuminazione, un’opportuna segnaletica verticale ed orizzontale e l’installazione di catarifrangenti lungo i bordi laterali, di dissuasori di velocità e di un impianto semaforico nel pericolosissimo incrocio tra Via Alcantara e la Statale 114. Sarebbe anche il caso di ipotizzare un sovrappasso pedonale in corrispondenza della stazione ferroviaria “Alcantara”. Ma, al di là di questi interventi infrastrutturali, il quartiere Chianchitta merita anche la presenza di agenti di polizia locale, inviati dai due Comuni di pertinenza soprattutto nelle ore di punta, quando si creano fastidiosissimi ingorghi causati dal passaggio di mezzi pesanti, ai quali in questa parte di territorio bisognerebbe vietare il transito».

Rodolfo Amodeo

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