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Da Giardini Naxos rischio di annullamento per le recenti elezioni politiche

Da Giardini Naxos rischio di annullamento per le recenti elezioni politiche

Il fiscalista e tributarista Giuseppe Rodi, non nuovo a battaglie rivelatesi vincenti contro certi “potentati” nazionali, ha presentato un ricorso straordinario al Capo dello Stato eccependo tutta una serie di profili di illegittimità che inficerebbero il voto dello scorso 4 marzo. Dalla partecipazione di partiti e candidati “abusivi” alla violazione delle norme costituzionali e dei regolamenti europei

Proviene dalla ridente cittadina turistica siciliana di Giardini Naxos un fattore di rischio per la già di per sé problematica formazione del nuovo Governo dell’Italia. Nell’immediata vigilia (ossia sabato 3 marzo) delle elezioni politiche nazionali di due settimane fa, il dottor Giuseppe Rodi, noto fiscalista e tributarista originario di Messina ma ormai da diversi anni residente nella prima colonia greca di Sicilia, ha infatti notificato al Presidente della Repubblica ed al Ministero dell’Interno un ricorso straordinario al Capo dello Stato in cui si eccepiscono tutta una serie di fattori di illegittimità che potrebbero inficiare la recente consultazione, facendo così tornare gli italiani alle urne. Ed è lui stesso ad illustrarci i contenuti del suo ricorso contro la tornata elettorale dello scorso 4 marzo.

«In questi giorni – esordisce Giuseppe Rodi (nel fotomontaggio con accanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella)vien fatto capire agli italiani che si rischia di andare a nuove elezioni per il mancato accordo tra le forze politiche. Dietro l’eventuale ritorno alle urne, in realtà, c’è qualcosa di ben più grave, ossia l’evidente violazione di tutta una serie di normative nazionali e comunitarie da parte di chi ha “preparato” (legislatore, partiti, ecc.) questo appuntamento con il voto del 4 marzo. Si tratta di ben precisi profili di illegittimità che abbiamo puntualmente elencato ed ampiamente argomentato nel nostro ricorso.

«Innanzitutto l’incandidabilità e l’ineleggibilità di personaggi dei vari schieramenti politici nonché l’illegittima partecipazione della Democrazia Cristiana in quanto, alla luce di un pronunciamento del Tar del Lazio di alcuni anni addietro, una volta scioltosi (nel 1994) il partito fondato da Don Sturzo, di questa denominazione può fregiarsi solo il soggetto “Nuova Democrazia Cristiana”, che il sottoscritto rappresenta in qualità di presidente nazionale (più volte, peraltro, mi sono visto costretto a denunciare tale plagio).

«Ma le violazioni di legge di questa tornata elettorale non finiscono qui. Abbiamo anche denunciato che il cosiddetto sistema “Rosatellum” non poteva assolutamente inserire lo sbarramento in quanto il regolamento europeo n. 211 del 2011 prevede che anche le forze politiche minoritarie hanno diritto a partecipare alla vita politica dei Paesi aderenti all’UE, senza quindi dover superare alcuna soglia minima di accesso.

«Un trattamento disparitario è stato inoltre riservato al soggetto politico denominato “Destre Unite” (di cui sono stato di recente nominato commissario regionale per la Sicilia e membro del Consiglio Direttivo Nazionale) che, a parità di requisiti, è stato ammesso a competere in alcune regioni mentre è stato escluso in altre.

«Abbiamo poi fatto rilevare diverse altre “anomalie” tutte italiane, come la possibilità di “recuperare” candidati eletti in altri collegi e lo “spauracchio”, continuamente sbandierato, di doversi ritrovare con dei Governi “tecnici” non eletti dal popolo e, come tali, palesemente anticostituzionali».

Da sottolineare che questo ricorso di Giuseppe Rodi presenta una particolarità che non ha precedenti. Trattasi infatti di un ricorso straordinario al Capo dello Stato, ma che è stato notificato pure all’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in quanto quest’ultimo rappresenta la Corte Costituzionale e, come ha denunciato Rodi, con le elezioni politiche dello scorso 4 marzo non ci si sarebbe fatto scrupolo di violare anche alcune norme della Costituzione Italiana.

Giuseppe Rodi, a capo in questi anni di diverse organizzazioni a tutela dei diritti dei cittadini, dei contribuenti e dei consumatori, non è nuovo ad ingaggiare battaglie, spesso rivelatesi vincenti, contro certi “potentati”. A lui si deve, ad esempio, la decadenza dell’On. Giuseppe Buzzanca dalla carica di sindaco di Messina, “impresa” questa che gli è valsa il conferimento della laurea honoris causa in Giurisprudenza per la non comune capacità di aver personalmente seguito tale vicenda sino al massimo grado della Corte Costituzionale senza avvalersi di legali.

Adesso sono Luigi Di Maio, Matteo Salvini e tutti i sedicenti “trionfatori” delle elezioni politiche nazionali 2018 a dover temere questa sua nuova eclatante iniziativa a difesa della legalità.

Rodolfo Amodeo

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