Rifiuti, appalti per 350 mln: arresti eccellenti. Terremoto al Comune di Catania I NOMI LE INTERCETTAZIONI VIDEO -
Catania
21°

Rifiuti, appalti per 350 mln: arresti eccellenti. Terremoto al Comune di Catania I NOMI LE INTERCETTAZIONI VIDEO

Rifiuti, appalti per 350 mln: arresti eccellenti. Terremoto al Comune di Catania I NOMI LE INTERCETTAZIONI VIDEO

La Dia di Catania ha eseguito misure cautelari nel capoluogo etneo, a Roma e Milano nei confronti di funzionari pubblici, con ruolo apicale, del Comune ed imprenditori impegnati nel settore Ecologia e Ambiente indagati per reati contro la Pubblica amministrazione.

Al centro delle indagini, dirette dal capo centro Dia Renato Panvino e coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro, l’affidamento di un appalto dell’importo complessivo di 350 milioni di euro suddivisi in tre anni.

Tra i destinatari del provvedimento cautelare emesso dal Gip ci sono due funzionari dell’amministrazione ai vertici del settore Ecologia del Comune di Catania e un imprenditore romano che opera nel settore della raccolta dei rifiuti in Sicilia.

Le ordinanze sono state eseguite dalla Dia di Catania nell’ambito dell’inchiesta ‘Garbage affair’ coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania.

Nell’ambito della stessa operazione la Dia sta eseguendo perquisizioni nelle casa e nei luoghi di lavoro degli indagati a Catania, Milano e Roma.

Nel capoluogo etneo, personale della Direzione investigativa antimafia sta eseguendo anche perquisizioni e acquisizione di atti nell’ufficio del settore Ecologia del Comune.

I dettagli sull’operazione sono stati resi noti durante un incontro con i giornalisti che si è tenuto alle 10.30 nella sala stampa della Procura di Catania al quale hanno partecipato il procuratore Carmelo Zuccaro, il capo del secondo reparto della Dia, Maurizio Calvino, e il capo centro della Dia di Catania, Renato Panvino.

LE INTERCETTAZIONI

I soggetti coinvolti sono:

  1. Fazio

    Orazio Stefano Fazio,64 anni, responsabile dei “Servizi Esternalizzati” della Direzione Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania nonché direttore della esecuzione del contratto per i servizi di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e altri servizi di igiene pubblica del Comune di Catania a cui sono contestati i reati di turbativa d’asta e e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio (custodia cautelare in carcere);

  2. Deodati

    Antonio Deodati, classe 1962, 56 anni, imprenditore romano, comproprietario della I.P.I. s.r.l. affidataria con la Oikos fino al maggio dell’anno scorso del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania. Deodati è stato anche socio fino al marzo del 2017 della Eco.Car affidataria insieme alla Senesi S.p.A. del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, a partire dal maggio del 2017. Deodati è anche vicepresidente del Consorzio Seneco ed è accusato di turbativa d’asta e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio (custodia cautelare in carcere);

  3. Antonio Natoli, 46 anni, ex dipendente della I.P.I., che si è occupata con la Oikos del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania, e poi dipendente del Consorzio SENECO, costituito tra le società senesi e Eco.car attuali affidatarie del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, cui vengono contestati i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio (arresti domiciliari);
  4. Massimo Rosso, ragioniere generale del Comune di Catania 54 anni, nonché presidente del Consiglio di Amministrazione della S.R.R. di Catania area metropolitana, cui viene contestato il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.(interdizione per 12 mesi dai pubblici uffici);
  5. Leonardo Musumeci, 33 anni, direttore della Direzione Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania; Responsabile Unico del Procedimento per l’affidamento del Servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati, compresi quelli assimilati, e altri servizi di igiene pubblica all’interno dell’ARO Città di Catania, cui viene contestato il reato di turbativa d’asta (interdizione per 12 mesi dai pubblici uffici).

“Oggi abbiamo accertato che gran parte dei disservizi legati alla raccolta dei rifiuti sono legati al fatto che dei funzionari pubblici sono stati in busta paga delle ditte coinvolte per non fare il loro dovere”. Lo ha detto il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro sull’inchiesta ‘Garbage affair’ della Dia.

“Il mio dovere – ha sottolineato Zuccaro – è quello di accertare le responsabilità penali, agli altri, un altro tipo di responsabilità. Certo però è molto grave che vi sia un appalto che viene gestito nei modi che da cittadini abbiamo modo di costatare, fatto sempre dalle stesse ditte. Questa è una situazione che non dovrebbe mai avvenire. Non dovrebbe essere mai consentito. Ma io – ha detto il procuratore Zuccaro – voglio rivolgere questo appello alle persone: se ci sono gestioni illecite, la nostra procura ha degli abili investigatori che potranno far luce su questi fenomeni. Sappiamo che vi sono nel comune di Catania dei funzionari per bene, ecco questo non accettino di essere messe da parte perché altre persone che invece sono asservite hanno più spazio nel comune. Vengano a portare la loro indignazione alla Procura di Catania. E poi i cittadini che acquisiscono un servizio così deludente segnalino questi fatti e queste cose alla Procura di Catania. La fiducia della gente – ha concluso il procuratore Zuccaro – per noi è il patrimonio più importante, con queste operazioni vogliamo ridare alla gente fiducia…”.

“Io non commento le carriere altrui e come, ha detto il procuratore Zuccaro, noi accertiamo i fatti. Abbiamo messo un punto su una gestione allegra da parte di alcuni pubblici amministratori in un settore molto delicato che quella della gestione dei rifiuti”. Lo ha detto il capocentro della Dia di Catania, Renato Panvino, sull’inchiesta ‘Garbage affair’.

“È ovvio che – aggiunto Panvino – più si riesce a operare con trasparenza e minori saranno anche i costi. Questo appalto era conveniente sicuramente per le società per come è stato detto dagli stessi indagati o gli stessi arrestati che hanno
commentato il prezzo. E parlando del valore dell’appalto 350 milioni di euro dello stesso Deodati che avrebbe voluto gestirlo da solo con la sua società senza condividerlo con altri quindi siamo di fronte a un appalto appetitoso che sicuramente e non può non lasciare l’appetito delle stesse società che sono interessate ad acquistare questa questa grossa fetta di denaro pubblico”.

Per il suo appalto sui rifiuti “Catania è il primo Comune d’Italia”, o meglio, “sarebbe il secondo dopo Roma, ma Roma è pubblica, perciò gare private”, mentre nel capoluogo etneo “con 350 mila abitanti sono pubbliche, come l’Ama”. Parla così l’imprenditore romano Antonio Dedoati, con una donna al telefono, non sapendo di essere intercettato dalla Dia, e si lamenta “… pensa se l’avessi fatta da solo”, perché si è dovuto appoggiare con la Ecocar alla Senesi nel consorzio Seneco, che aveva tra i dipendenti Antonino Natoli, ai domiciliari.

Dedoati è stato arrestato dalla Dia per turbata libertà degli incanti e corruzione. Per un appalto che faceva gola per la sua consistenza e per quel meccanismo collaudato, secondo la tesi della Procura distrettuale di Catania, di controllo e gestione da parte di settori dell’amministrazione pubblica che avevano ‘comunione d’intenti’ con i privati in cambio di benefici personali. Che evitano, scrive la Procura, per esempio, di segnalare che l’Associazione temporanea di impresa mancasse del requisito di avere svolto nel triennio precedente (2013-2015) servizi analoghi per un importo analogo o per un numero di utenza pari alla popolazione residente a Catania. O la mancata esclusione nonostante la riconducibilità della Ecocar all’ex rappresentante legale dell’Ipi destinatario di un’interdizione antimafia da parte della prefettura di Latina nel 2014.

“Sin dal momento del mio insediamento ho avuto piena percezione della delicatezza delle vicende amministrative nel settore dei rifiuti. Dopo pochi mesi ho destituito la dirigente del servizio per connivenze con le imprese che operavano con il Comune; successivamente è stata avviata azione penale ancora in corso. Ho licenziato e denunciato dipendenti infedeli che non controllavano la qualità dei servizi di pulizia espletati, richiedendo favori”.

Lo afferma il sindaco di Catania, Enzo Bianco, ricordando di avere presentato segnalazioni all’Anac e alla Procura e di avere chiesto al Conai assistenza tecnica per formulare gli elaborati della procedura di gara. “Tutto ciò non è bastato – aggiunge – e la vicenda e il quadro che vengono fuori dall’inchiesta sono torbidi e gravissimi. Essi coinvolgono miei collaboratori, che hanno tradito la fiducia da me riposta in loro. Provo rabbia e amarezza”. Il sindaco ribadisce “piena fiducia nella magistratura” e annuncia che “assumerò immediatamente ogni iniziativa amministrativa coerente con lo svolgimento dell’inchiesta”.

Intanto il M5S chiede le dimissioni del sindaco Bianco.

Potrebbero interessarti anche