Riposto, omicidio Chiappone: chiuse le indagini. Mistero sul movente IL FOTO RACCONTO -
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Riposto, omicidio Chiappone: chiuse le indagini. Mistero sul movente IL FOTO RACCONTO

Riposto, omicidio Chiappone: chiuse le indagini. Mistero sul movente IL FOTO RACCONTO

Movente oscuro e killer ancora da identificare. Nonostante la chiusura delle indagini restano ancora molti punti neri nell’atroce delitto del 27enne giarrese Dario Chiappone sgozzato la sera del 31 ottobre 2016. Una terribile esecuzione cui ha assistito la donna che stava con lui in auto.

Con l’accusa di omicidio premeditato in concorso (con l’aggravante di avere commesso il fatto con crudeltà verso la persona) la Procura di Catania, come dicevamo,  ha notificato gli avvisi di chiusura delle indagini preliminari ai due indagati Agatino Tuccio, 51 anni di Giarre – nella foto sotto – e Salvatore Di Mauro 53 anni, di Riposto (assistiti dagli avvocati Enzo Iofrida e Cristoforo Alessi) coinvolti nel brutale omicidio del pizzaiolo giarrese, in via Salvemini a Riposto.

Secondo l’accusa, la vittima, in quella tragica circostanza, fu martoriata con 18 coltellate all’addome e al torace, di cui due produttive della tipica lesione da “scannamento” al collo. La morte del giovane, si legge nell’informazione di garanzia, è avvenuta per “insufficienza cardiorespiratoria insorta acutamente per anemia metaemorragica”.

Dario Chiappone, la sera del cruento delitto si era appartato in fondo a quel budello di strada, priva di illuminazione, a bordo di una Suzuky, in compagnia di una 41enne ripostese, commerciante, che ha assistito alla feroce esecuzione.

La donna sin da subito non è stata coinvolta nelle indagini che, però, nel maggio scorso hanno registrato la svolta, con il sequestro di una Ford Fiesta station wagon di colore grigio di proprietà di Salvatore Di Mauro (che nel frattempo si è reso irreperibile) utilizzata, secondo l’accusa, dagli assassini la sera del delitto, e immortalata da alcune telecamere di video sorveglianza presenti sulla scena del crimine.

Al termine degli accertamenti in quell’auto sono state rilevate alcune tracce ematiche sui tappetini, verosimilmente appartenenti alla vittima. Successivamente è scattato il fermo di Agatino Tuccio, disposto dal magistrato inquirente Santo Distefano.

A distanza di oltre un anno e mezzo dai fatti, però, non si conosce il movente di quell’atroce delitto, mentre rimangono ancora ignote le identità di almeno altre due persone che avrebbero preso parte alla missione di morte.

Inghiottito dalla terra lo stesso Salvatore Di Mauro, ufficialmente latitante, del quale nulla si è più saputo.

 

 

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