Giarre, la morte di Emanuela Pulvirenti: un altro caso di malasanità? Regione dispone indagine -
Catania

Giarre, la morte di Emanuela Pulvirenti: un altro caso di malasanità? Regione dispone indagine

Giarre, la morte di Emanuela Pulvirenti: un altro caso di malasanità? Regione dispone indagine

Sabato mattina, attorno alle 10 è deceduta in rianimazione all’ospedale Cannizzaro nonostante i tentativi di salvarla. Emanuela Pulvirenti, 31 anni, estetista, venerdì notte ha subìto un arresto cardiaco mentre si trovava a casa, in via Settembrini a Giarre. Di recente, la giovane donna, era stata colpita da una sindrome influenzale dalla quale sembrava guarita, ma il suo stato di salute è rapidamente peggiorato.

I medici del Cannizzaro nel bollettino diffuso dopo il decesso non hanno escluso che a determinare la morte sia stata una fatale “complicanza miocarditica post-influenzale”.  A funerali eseguiti Graziella Pulvirenti, la sorella maggiore della povera Emanuela, ricostruisce nel dettaglio quanto accaduto nelle ore che hanno preceduto la morte della 31 enne giarrese.

IL RACCONTO

“C’è stata una evidente omissione di soccorso”. Mia sorella è stata soccorsa da una ambulanza non medicalizzata e forse la sua morte poteva essere evitata. Venerdì pomeriggio Emanuela, attorno alle 16 accusa un malore improvviso, constatiamo che ha la febbre alta ed e’ colta da una improvvisa crisi di tachicardia.

Nei minuti successivi ha anche difficoltà a respirare. Sono momenti drammatici. Alle 22 decidiamo di chiamare la guardia medica, l’operatore sanitario interpellato al telefono e e poi di presenza, però si è rifiutato di effettuare una visita a domicilio trattandosi di influenza e che per questo tipo di patologie non sono previste visite. Mio padre era andato a prelevarlo sin dentro la Guardia medica, ma non è voluto venire a casa. Nel cuore della notte, all’1.20 la situazione si è aggravata ulteriormente. A quel punto non abbiamo esitato a chiamare il 118 specificando che la persona che richiedeva assistenza era cardiopatica, aveva avuto una pericardite e che aveva difficoltà a respirare. Poco dopo è giunta l’ambulanza che però non aveva medico a bordo (è stata attivata l’eccedenza del 118 con l’ambulanza della postazione di Riposto).

I soccorritori non hanno compreso la situazione affermando che quei sintomi erano legati ad una crisi di ansia. Mia sorella aveva invece la lingua d colore blu e le mani gelide. Quando si sono resi conto della situazione che stava ormai precipitando, i due soccorritori, visibilmente smarriti, hanno richiesto alla centrale del 118 il supporto di una seconda ambulanza, questa volta con medico a bordo, il quale ha immediatamente compreso la gravità del quadro clinico.

Mia sorella nel frattempo ha subìto un arresto cardiaco e a quel punto è stata intubata e sottoposta ad una serie di massaggi cardiaci, contemporaneamente gli è stata somministrata l’adrenalina. Nel giro si pochi minuti l’ambulanza è partita alla volta del pronto soccorso del Cannizzaro di Catania, dove è poi deceduta poche ore dopo in rianimazione. Nella struttura catanese i medici hanno fatto l’impossibile per salvarla ma era troppo tardi. Mia sorella , in realtà, era già morta cerebralmente presso il proprio domicilio ed è palese che c’è stata una evidente omissione di soccorso e tutto ciò nel 2018 è inammissibile. Non capisco perché non è stata inviata una ambulanza medicalizzata nonostante avessimo detto sin dalle prime chiamate quale fosse la patologia. Un fatto gravissimo che ho il dovere di denunciare pubblicamente”.

IL 118

Isabella Bartoli, responsabile della centrale operativa del 118 afferma che, nell’immediatezza è intervenuta l’ambulanza disponibile più vicina al luogo dell’evento, quella della postazione di Riposto, non medicalizzata. I soccorritori sono arrivati in via Settembrini in 7 minuti, come da protocollo. Venti minuti dopo, su esplicita richiesta, è giunta la seconda ambulanza con medico a bordo dalla postazione di Giarre. Ora appare evidente che le ambulanze del circuito del 118, a mio avviso, devono essere tutte medicalizzate, perchè parlano lo stesso  linguaggio, perché  c’è un medico che fa diagnosi e terapia e invece, come sta accadendo anche al nord, stanno aumentando le ambulanze di base con a bordo solo soccorritori e autisti e soprattutto quelle non del circuito 118, quelle in eccedenza, che vengono chiamate a supporto per potere arrivare il più presto possibile sull’evento. Nel territorio di Giarre – ammette la Bartoli- su tre ambulanze attive, solo una risulta medicalizzata”.

AVVIATA INDAGINE DALLA REGIONE

E sul delicato caso interviene l’assessore alla Salute Ruggero Razza che annuncia un’indagine sulla morte di Emanuela«Faremo chiarezza – afferma in un comunicato – Ho chiesto di disporre verifiche da parte dell’ufficio vigilanza e controllo, per comprendere cosa sia accaduto e se esistono precise responsabilità». L’assessore afferma di avere incontrato questa mattina il nuovo amministratore unico del Seus (Sicilia emergenza-urgenza sanitaria 118), Roberto Colletti, al quale sarebbe stato chiesto di inviare l’indagine conoscitiva. «I risultati –  rimarca l’assessore Ruggero Razza – saranno trasmessi alla procura della Repubblica di Catania».

Mario Previtera

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