Danno fuoco ad un locale per ripicca ma uno rischia di essere arso vivo: arrestati -
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Danno fuoco ad un locale per ripicca ma uno rischia di essere arso vivo: arrestati

Danno fuoco ad un locale per ripicca ma uno rischia di essere arso vivo: arrestati

Quando si dice che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Due giovani avevano deciso di dare fuoco ad un locale ricevimenti di nuova apertura: la sala ricevimenti “Santorini” di Monforte San Giorgio. Il grave gesto sarebbe stato motivato da una “vendetta” per essere stati costretti, qualche sera prima, dal personale addetto alla sicurezza, ad allontanarsi dall’attigua discoteca “Manila” gestita dagli stessi proprietari del locale dato alle fiamme.

I due armati con circa 50 litri di liquido infiammabile sono penetrati all’interno del locale che doveva esse ancora inaugurato la notte del 29 dicembre e uno dei malviventi, Luca Bertè, una volta giunto sui luoghi, iniziava a spargere benzina all’ingresso del locale, per poi continuare anche all’interno.

A questo punto, il complice, Mirko Lupo, rimasto all’ingresso, non essendosi accorto che l’ingresso era già cosparso di liquido infiammabile, appiccava il fuoco – verosimilmente in ragione dei vapori altamente infiammabili – provocando immediatamente l’incendio con il correo ancora l’interno dell’immobile.

Bertè trovandosi intrappolato dalle fiamme è stato costretto ad una precipitosa fuga attraverso le fiamme, non essendovi altre vie di fuga percorribili, che quella utilizzata per accedere al locale. Dopo essere uscito dal locale si spogliava, abbandonando gli indumenti bruciati, e ricorreva alle cure mediche presso il Policlinico di Messina.

A finire in manette quindi il 24enne Luca Berté ed il 19enne Mirko Lupo, entrambi originari di Venetico (ME), ritenuti responsabili di incendio aggravato in concorso.

Sono stati arrestati la scorsa notte quando i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), dott. Fabio Gugliotta, su richiesta della locale Procura della Repubblica (il Procuratore della Repubblica, dott. Emanuele Crescenti, e il Sostituto Procuratore d.ssa Sarah Caiazzo sono i titolari delle indagini).

Il provvedimento cautelare scaturisce dalle indagini svolte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Messina, i cui esiti hanno consentito di identificare i due giovani che, utilizzando alcune taniche di benzina, avevano appiccato il fuoco all’immobile per vendicarsi di essere stati costretti qualche sera prima, dal personale addetto alla sicurezza, ad allontanarsi da una discoteca gestita dagli stessi proprietari del locale dato alle fiamme.

Quando i militari dell’Arma sono intervenuti presso la sala ricevimenti “Santorini” di Monforte San Giorgio, interessata dall’incendio, constatando la distruzione di tutti gli arredi, gravissimi danni a tutte le pareti e la rottura di tutte le vetrate, rinvenivano e sequestravano, all’interno dell’edificio, due taniche della capacità di 25 litri contenenti residui di liquido infiammabile, una mazza per carpenteria, verosimilmente utilizzata per rompere una porta secondaria di accesso al locale, un guanto ed un accendino mentre all’esterno venivano rinvenuti un passamontagna, 2 paia di scarpe parzialmente bruciate ed indumenti contenenti tracce ematiche, tutti elementi che
avvaloravano la natura dolosa dell’incendio.

Seguendo tale ipotesi gli investigatori interpellavano diverse strutture sanitarie di questa provincia, accertando che presso il Policlinico di Messina, la stessa notte era stato ricoverato un giovane, successivamente identificato in Luca Bertè, con diverse ustioni agli arti inferiori e superiori.

Le indagini dei carabinieri, condotte anche mediante l’utilizzo di attività tecniche
hanno permesso di raccogliere un quadro indiziario, rassegnato alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, permettendo di dimostrare la condotta delittuosa e documentando, in particolare, la dinamica del grave atto incendiario a carico di entrambi i soggetti.

Come è ulteriormente emerso dalle indagini, l’impiego di un elevato uso di combustibile e la modalità concreta con la quale il fuoco veniva appiccato, nonché le conseguenze che ne sono derivate anche a carico degli stessi autori fanno ritenere che l’intento fosse quello di cagionare danni di ingenti proporzioni alla sala ricevimenti, peraltro prossima all’inaugurazione (prevista il successivo 31 dicembre).

Dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati ristretti nel casa circondariale di Messina – Gazzi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria barcellonese.

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