Riposto: in Consiglio Comunale scoppia il caos ed è "tutti contro tutti" -
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Riposto: in Consiglio Comunale scoppia il caos ed è “tutti contro tutti”

Riposto: in Consiglio Comunale scoppia il caos ed è “tutti contro tutti”

E’ finita in baraonda la seduta di ieri sera del Consiglio comunale di Riposto. All’ordine del giorno c’era la “nomina di una commissione di indagine conoscitiva per l’accertamento di eventuali irregolarità nella direzione dei lavori di completamento ed adeguamento del museo del vino”, un ordine del giorno contestato subito in aula dal consigliere Ezio Raciti che ha ricordato che lo stesso argomento era stato già portato in Consiglio ed era stato respinto e che, soprattutto, c’è un’indagine della Procura in corso e per cui era inopportuno intercettare il percorso della giustizia.

Ma la situazione è precipitata quando ha preso la parola l’avv. Carmelo D’Urso che ha iniziato a leggere una relazione tecnica sui lavori effettuati al museo del vino (foto a destra), redatta da un tecnico incaricato dello stesso avv. D’Urso.

Saro Cerra ha contestato la lettura di questa relazione; gli assessori, il sindaco e i consiglieri che sostengono Caragliano hanno abbandonato l’aula.

Si è creato un vocio sempre più rumoroso in aula, fin quando il presidente della seduta, che ieri era Michele D’Urso (in sostituzione della presidente Mariella Di Guardo) ha deciso di sospendere la seduta per mancanza di numero legale. Dall’aula sono usciti Michele D’Urso e il segretario comunale Sebastiano Marano.

Daidone e D’Aita prendono il posto del presidente del Consiglio e del segretario comunale

I consiglieri rimasti in aula, a partire dall’avv. Carmelo D’Urso hanno contestato che non essendoci stata alcuna votazione non si poteva sospendere la seduta per mancanza del numero legale. E qui il colpo di scena: il consigliere Daidone, come consigliere anziano, ha preso il posto del presidente e la consigliera Claudia D’Aita quello del segretario (foto sopra). La tensione arriva alle stelle. L’avvocato Carmelo D’Urso continua a leggere la relazione.

Entra in aula il consigliere Ezio Raciti per protestare contro quello che, a suo dire, è un abuso in quanto la seduta era stata sospesa dal presidente ed era pure assente il segretario. E a quel punto la situazione precipita, e c’è un duro scontro tra Raciti e il consigliere Virgitto, che voleva consentire all’avv. D’Urso di contuare a parlare.

D’Urso, nel caos generale, arriverà a completare il suo intervento condannando quanto accaduto e annunciando che invierà questa sua relazione alla Procura.

Ma perché si è cercato di impedire all’avv. D’Urso di leggere quella relazione in aula? 

L’interessato ha affermato che il suo intervento voleva dare un contributo alla verità e ci ha dichiarato che nella relazione tecnica che ha commissionato emergeva che il muro del museo del vino non era stato realizzato come la stessa impresa aveva dichiarato.

Per questa vicenda l’avvocato D’Urso è stato querelato per diffamazione dall’impresa e con questa perizia che ha commissionato dimostra le sue ragioni e, a suo dire, anche l’assurdità della costituzione di parte civile del Comune nei confronti del dipendente accusato di estorsione.

Chi contestava l’intervento dell’avvocato Carmelo D’Urso non voleva che il Consiglio facesse da cassa di risonanza a quella che è ritenuta la memoria difensiva di una persona che ha ricevuto una denuncia per diffamazione. A loro dire quanto aveva da dichiarare D’Urso doveva dichiararlo solo alla Procura.

Ezio Raciti, dopo l’uscita del presidente Michele D’Urso dall’aula, afferma di avere notato che l’avvocato Carmelo D’Urso a voce alta ha detto a Daidone di prendere il posto del presidente e alla consigliera D’Aita di prendere il posto del segretario e secondo Raciti l’avvocato D’Urso ha continuato a leggere la relazione assumendo di forza il controllo del consiglio. «Ho chiesto – dice Raciti – il da farsi al segretario e al presidente e mi è stato detto che era tutto gravemente irregolare». Da qui la sua reazione.

Il prosieguo tecnico-giuridico

Ma la storia non finisce qui e il prosieguo forse sarà da azzeccagarbugli. La seduta ieri non è stata chiusa e stasera c’è la prosecuzione. Secondo quanto detto ieri, la consigliera D’Aita redigerà un verbale ma i verbali hanno bisogno di tre firme per essere validi: quella del presidente, quella del segretario e quella del consigliere anziano. Il segretario comunale, che è il notaio dell’Ente, essendo uscito fuori dall’aula non riconosce quella parte di seduta nel verbale e con ogni probabilità non pubblicherà il verbale della D’Aita.

Di norma i Consigli devono approvare i verbali delle sedute. Ammettiamo che nelle prossime sedute in aula arrivi il verbale redatto dal segretario comunale senza l’aggiunta del “segretario D’Aita”, i consiglieri che ieri sono rimasti in aula con l’avvocato D’Urso potrebbero tentare di non fare approvare il verbale: ma avrebbero i numeri per non approvarlo? Se riescono a non farlo approvare, la mancata approvazione del verbale ne inficia la validità? Anche per inserire in quel momento nel verbale la relazione dell’avvocato Carmelo D’Urso occorre il voto di una maggioranza consiliare.

Insomma a Riposto in vista delle elezioni più che riscaldarsi i motori si sono surriscaldati. E, a proposito di elezioni, e di clima elettorale incandescente, alla ricandidatura certa del sindaco dott. Enzo Caragliano, si dovrebbe aggiungere – secondo bene informati – già da domani quella dell’avv. Carmelo D’Urso a cui si dovrebbe aggiungere un terzo contendente che dovrebbe essere Ezio Raciti.

Maria Gabriella Leonardi

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