Riposto, è caos nel Pd, intanto resta il mistero su chi ha scritto la nota contro Caragliano e Pappalardo Fiumara -
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Riposto, è caos nel Pd, intanto resta il mistero su chi ha scritto la nota contro Caragliano e Pappalardo Fiumara

Riposto, è caos nel Pd, intanto resta il mistero su chi ha scritto la nota contro Caragliano e Pappalardo Fiumara

E’ un Pd senza direttivo, quello del circolo di Riposto, dopo le dimissioni rassegnate dal segretario Domenico Marino sabato scorso.

Sarà probabilmente il vertice di questa sera nella segreteria provinciale a chiarire le posizioni interne e cercare di ricompattare il circolo che, già poche ore prima della decisione di Marino, aveva perso un altro importante componente: il consigliere comunale Sebastiano Bergancini.

La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso e creato la spaccatura interna, il comunicato politico diramato pochi giorni fa nel quale il circolo ripostese esprimeva forti perplessità circa l’atto intimidatorio ai danni del sindaco Enzo Caragliano e dell’assessore Gianfranco Pappalardo Fiumara.

“Una messinscena”, così i democratici hanno definito l’episodio, ipotizzando una sorta di strategia architettata da qualcuno vicino ai due amministratori per favorire la loro candidatura alle prossime elezioni del 2018.

La domanda che viene da porsi è allora chi ha scritto la pesante nota, dato che lo stesso segretario ne ha preso le distanze?

Frattanto,  in attesa del vertice provinciale di questa sera col segretario Enzo Napoli,  sul sito del Pd di Riposto è apparsa una nuova nota per fare chiarezza su quanto manifestato nei giorni scorsi in relazione alle missive recapitate in municipio

“I due plichi – si legge nel testo – sono stati rinvenuti intorno alle ore 10/11 del 6 dicembre 2017 nella segreteria del Comune, ubicata al secondo piano del Palazzo comunale, inseriti in due carpette contenenti, l’una, la posta per il segretario e, l’altra, la posta per l’assessore Pappalardo.

L’ipotetico e incauto delinquente, invece di utilizzare il servizio postale, ha preferito portare a destinazione le buste entrando in un ufficio del secondo piano con il rischio di essere visto e smascherato.

Questi sono i fatti. È difficile credere che le buste siano state collocate dall’ipotetico delinquente nel luogo dove sono state trovate”.

E di nuovo ribadiscono i democratici : “Noi non ci siamo associati al coro di quanti, ignorando i fatti, hanno precipitosamente espresso solidarietà. La manifesteremo, se sarà fugato il nostro dubbio in termini di assoluta certezza. Nutriamo fiducia nell’Arma dei Carabinieri”.

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