Due giornate di studio a Roma sulla drammaturgia di Franco Scaldati con il fondamentale apporto organizzativo di una giarrese -
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Due giornate di studio a Roma sulla drammaturgia di Franco Scaldati con il fondamentale apporto organizzativo di una giarrese

Due giornate di studio a Roma sulla drammaturgia di Franco Scaldati con il fondamentale apporto organizzativo di una giarrese

Franco Scaldati, drammaturgo, poeta, attore e regista, alla sua morte avvenuta nel 2013 ha lasciato tredici testi pubblicati e trentasei inediti. Il mondo che emerge dalle sue opere è meridiano e notturno, lirico e carnale.

C’è una Palermo fatta di voci di venditori, di serenate all’amata, di richiami di bambini all’imbrunire, di violenze improvvise e apparentemente immotivate, di giochi, di dialoghi fra figure erranti, creature eteree o al contrario estremamente radicate ai bisogni terreni.

In quarant’anni di attività, prevalentemente svolta a Palermo, Scaldati non ha avuto la considerazione che merita come scrittore-attore e come non ne ha avuto il suo magistero di formazione dei giovani che hanno partecipato alle sue attività per lo più in sedi precarie e disagiate.

Valentina Valentini, docente di Discipline dello spettacolo nell’Università “La Sapienza” di Roma con la collaborazione della dottoranda Viviana Raciti, originaria di Giarre (Catania), con l’apporto della sua Università, di quella di Tor Vergata, del Teatro di Roma, della Biblioteca nazionale centrale di Roma ed altri enti, ha programmato due giornate di studio per il 29 e il 30 novembre nella Biblioteca nazionale dedicate alla drammaturgia di Franco Scladati con storici del teatro e della letteratura, linguisti e critici per analizzare per la prima volta  il mondo, la scrittura e il linguaggio dell’autore-attore nel contesto del teatro e della letteratura del Novecento italiana ed europea.

L’ipotesi che sottende la composizione delle due giornate di studi è quella di far circolare la produzione di questo scrittore insulare, soave e violento. Il 30 novembre al Teatro Argentina di Roma  si testerà il mondo-teatro scaldatiano, difficile da riproporre con attori e attrici differenti per generazione, per pratiche vocali, linguistiche, sonore e performative, tenuto conto che l’attore Scaldati comunicava con la sua voce, con il ritmo dei suoi gesti  e con i movimenti del suo corpo a platee che non conoscevano il teatro né comprendevano la sua lingua.

Insomma, si vorrà verificare se e come sia possibile far vivere il teatro di Scaldati senza Scaldati, sulla scena, sulla pagina e per radio. Un’altra occasione di verifica è il laboratorio che si terrà al Teatro Tor Bella Monaca dal 24 al 28 novembre. Questione anch’essa cruciale  del progetto è quella di far conoscere  in quali biblioteche, librerie, siti on line è reperbile la produzione letteraria dell’autore siciliano.

Giovanni Vecchio

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