Riposto, in Consiglio si dibatte su una convenzione per impedire opere di urbanizzazione non a regola d'arte -
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Riposto, in Consiglio si dibatte su una convenzione per impedire opere di urbanizzazione non a regola d’arte

Riposto, in Consiglio si dibatte su una convenzione per impedire opere di urbanizzazione non a regola d’arte

Stop alle opere di urbanizzazione abbandonate e nuovi strumenti per evitare opere pubbliche non a regola d’arte. Sono alcune novità che dovrebbe apportare uno schema di convenzione ai sensi del testo unico sull’edilizia, recepito dalla Regione, e che è al vaglio del Consiglio comunale di Riposto. Questa convenzione andrebbe applicata nelle aree da urbanizzare.

Il consigliere Saro Cerra, presidente della II commissione “Urbanistica e lavori pubblici” spiega che la novità di questa convenzione è l’art. 4 che impone ai soggetti attuatori l’obbligo perpetuo di manutenzione delle aree.

«Le opere di urbanizzazione in tutti i Comuni sono abbandonate – sottolinea Cerra – se identifichiamo queste opere di urbanizzazione come pertinenze poi il giardino di casa tua lo curi».

La commissione ha attenzionato anche la questione dei collaudi per realizzare opere pubbliche a regola d’arte.

I consiglieri hanno constatato l’esistenza a Riposto di opere di urbanizzazione del tutto diroccate, con parti di muri divelti, lavori fatti male. «Per evitare questo disastro – spiega Cerra – nella fase esecutiva dei lavori, si può chiedere ai costruttori uno schema su come realizzeranno queste opere. In tal modo si dà uno strumento al collaudatore per valutare la correttezza dell’esecuzione e questo – aggiunge Cerra – sarà un deterrente per coloro che sinora a Riposto hanno fatto quello che volevano cedendo al comune opere di urbanizzazione fatiscenti».

Anche il sindaco Enzo Caragliano conviene sull’utilità di questa convenzione: «Abbiamo ereditato – dice – strade obsolete, con 5 cm di asfalto invece di 10. Con uno schema su come saranno realizzati i lavori e con quali materiali al momento del collaudo si potrà verificare l’esecuzione a regola d’arte».

Dubbi invece, ma su un’altra questione, li ha manifestati il consigliere Saro Caltabiano. A  suo avviso l’ aspetto riguardante la cessione delle aree non è chiaro in quanto si prevede la possibilità che il costruttore ceda solo una parte ad uso pubblico mentre un vincolo prevede che mantenga la proprietà, proprietà che passerà, di conseguenza, a quanti andranno ad abitare negli insediamenti realizzati: ma non è chiaro in quali circostanze applicare questa possibilità e in quali quantità.

Poi c’è il problema della gestione delle aree a verde: secondo Caltabiano non lo si risolve delegando ai cittadini che vanno a vivere in un luogo la manutenzione ad esempio delle villette realizzate dai costruttori come opere di urbanizzazione. In tal modo, secondo Caltabiano, si sovraccaricano questi cittadini di spese e di oneri.

L’argomento è stato rinviato a data da destinarsi per ulteriori approfondimenti.

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