Operazione Chaos, 30 arresti nella notte nelle province di Catania e Siracusa NOMI FOTO VIDEO -
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Operazione Chaos, 30 arresti nella notte nelle province di Catania e Siracusa NOMI FOTO VIDEO

Operazione Chaos, 30 arresti nella notte nelle province di Catania e Siracusa NOMI FOTO VIDEO

Su richiesta della  Direzione Distrettuale Antimafia, l’Ufficio GIP del Tribunale di Catania ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 30 persone, 6 delle quali già detenute  per altra causa e altra misura cautelare di arresti domiciliari nei confronti di altro soggetto.

L’esecuzione è stata effettuata nella decorsa notte da parte di personale del R.O.S. e dell’Arma territoriale di Catania e Siracusa ed ha interessato l’attuale reggente della famiglia Santapaola-Ercolano, nonché i soggetti responsabili delle diverse articolazioni territoriali dello stesso gruppo criminale e di quelli alleati.

L’operazione, denominata Chaos, ha interessato l’attuale reggente della famiglia Santapaola-Ercolano nonché i soggetti responsabili delle diverse articolazioni territoriali dello stesso gruppo criminale e di quelli alleati.

Il provvedimento scaturisce da articolata attività di indagine condotta dal R.O.S. – Sezione Anticrimine di Catania in prosecuzione di quella Kronos, giunta a compimento il 20 aprile dello scorso anno (e nel corso della quale erano già stati individuati i reggenti dell’epoca della famiglia Santapaola/Ercolano in  Santapaola Francesco, Ercolano Aldo e Amantea Francesco).

L’indagine Chaos, è stata orientata al contrasto a cosa nostra catanese, ed ha ulteriormente sviluppato le complesse dinamiche relazionali già censite in Kronos, muovendo dalla operatività dei soggetti emersi in quel contesto e non colpiti da provvedimenti restrittivi, tra cui:

  • Caltabiano Francesco, esponente del clan Nardo;
  • Fallica Carmelo Cristian, uomo di assoluta fiducia di Amantea Francesco;
  • Magrì Angelo Marcello, uomo di assoluta fiducia di Santapaola Francesco;
  • Vespa Sebastiano, risultato in stretti contatti con il citato Fallica.

Per la famiglia Santapaola-Ercolano, le emergenze investigative raccolte nel procedimento Chaos consentono di affermare che certamente a partire dall’ottobre dello scorso anno Tomaselli Antonio, già referente del settore delle “messe a posto”, ha poi assunto su di sé la gestione assoluta ed esclusiva della carta, vale a dire degli introiti derivanti dalle attività delittuose e dei pagamenti degli stipendi agli associati e dei rapporti con esponenti degli altri assetti operanti in seno a cosa nostra e con i clan alleati alla famiglia Santapaola – Ercolano.

Tomaselli, ai fini dell’assolvimento dei compiti apicali devolutigli, si è avvalso, in particolare, di:

  • Distefano Carmelo, a carico del quale sono stati censiti intensi momenti relazionali con esponenti della famiglia Mazzei, intesi dei carcagnusi, altro gruppo storicamente collegato a cosa nostra etnea, che a lui si rivolgevano per conferire con Tomaselli, identificandolo nel «responsabile dei Santapaola»;
  • Fallica Carmelo Cristian che ha svolto il ruolo di porta voce e, su delega, ha altresì presenziato a riservati incontri.

Con riferimento ai gruppi della cintura cittadina in cui è articolato il sodalizio è emerso che:

  • Gruppo di San Giovanni Galermo: il responsabile è Marino Luca, che si avvale degli affiliati Fiore Salvatore, La Mattina Giovanni, Mangano Antonio, Marino Roberto (genitore di Luca), Mirenda Arturo, Motta Francesco Lucio e Paternò Christian;
  • Gruppo della Stazione: il responsabile del gruppo è stato identificato in Coco Alfio Davide, coadiuvato da Arena Peraltro, nel corso della manovra sono state accertate criticità relazionali tra la famiglia Santapaola – Ercolano e quella Mazzei, proprio a seguito dell’aggressione perpetrata da affiliati a quest’ultimo assetto a danno di Coco.

Quanto, invece, ai gruppi operanti nell’area pedemontana e dei paesi, è emerso quanto segue:

  • Gruppo di Giarre: ne fanno parte Di Grazia Orazio e Leonardi Salvatore;
  • Gruppo di Lineri: in seno ad esso hanno rango apicale Distefano Carmelo e suo suocero Rannesi Carmelo, coadiuvati da Monaco
  • Gruppo di Paternò: da esso, come estrazione criminale e geografica, proviene Fallica che, stabilmente residente su Catania, funge da vettore comunicativo tra il capoluogo e quel centro;
  • Sottogruppo di Palagonia: successivamente all’arresto di Fiammetta Alfonso e Oliva Febronio (inteso Nuccio e fratello del più noto Pasquale, inteso Pascuddu), in Kronos – che esercitavano rispettivamente il controllo mafioso di Palagonia e Ramacca – ed all’arresto di Terranova Carmelo, uomo di fiducia di Fiammetta, referente locali di cosa nostra catanese è divenuto Fiammetta Gaetano, figlio di Alfonso, per Palagonia, che ha intrattenuto riservati rapporti con il capoluogo etneo per il tramite di Vespa

Quanto al clan Nardo, operante a Lentini e Comuni limitrofi, è emerso che ne fanno parte Caltabiano Francesco, Catania Salvatore, Iachininoto Fabrizio e Rizzo Cirino i quali, il 20.10.2016, hanno preso parte ad un summit cui, in rappresentanza di Tomaselli, è intervenuto Fallica che, dopo aver chiarito che «per i catanesi ci sono solo io» e segnalato l’esigenza di «ritornare come prima», nel senso di riorganizzare le fila dell’associazione unitaria previo studio della «cartina geografica» per ristabilire confini e competenze, ha ribadito l’inscindibile legame tra «catanesi» e «lentinesi» dovuto al fatto che «gli ergastoli che ci sono qua, sono per i catanesi e non per i lentinesi!», talché «Lentini è Catania!».

Nel corso dell’indagine, inoltre, è stata compiutamente accertata la relazionalità diretta e riservata tra Tomaselli e Caltabiano, tant’è che quest’ultimo imputava a Tomaselli l’onere di «pagare gli operai», con riferimento agli stipendi da versare ai vari affiliati.  

Con riferimento alla famiglia Mazzei, ne è stata documentata l’appartenenza di Coppola Orazio, dei fratelli Maugeri Alfio e Mario, con questi ultimi due in posizione apicale, Pappalardo Mario, Di Benedetto Santo e Pantalena Carmelo.

I rapporti con la famiglia Santapaola-Ercolano, che sono fondati sul reciproco riconoscimento di autonomia operativa ed improntati al rispetto delle regole di cosa nostra, nel periodo dell’indagine hanno conosciuto momenti di criticità in ragione della condotta addebitata all’affiliato Di Benedetto Santo. Quest’ultimo, già responsabile di aver autonomamente avviato proprie attività criminali in Adrano e Lentini, aveva poi avuto dissapori con Coco Alfio Davide, responsabile del gruppo della Stazione, giungendo ad aggredirlo fisicamente.

Esponenti della famiglia Santapaola-Ercolano avevano perciò programmato un’azione violenta in suo danno, poi non perpetrata, e prima di darvi corso si erano premurati di avere contatti con i vertici dei Mazzei onde metterli di fronte alle loro responsabilità di capi e ricordare loro quale fosse il comportamento da tenere per evitare ulteriori e più gravi criticità tra i due assetti di cosa nostraquesta situazione si deve fermare… noialtri non ci siamo permessi mai a fare queste cose fra noialtri… ci sediamo e la discutiamo civilmente… fino a quando non ci sono morti e cose… e questo dobbiamo evitareora noi abbiamo un problema con questo… dobbiamo risolvere questo problema che è anche in casa vostra… La nostra storia ci porta che noi abbiamo avuto dei problemi dentro casa nostra e noi stessi li abbiamo risolti… ora questo problema è un problema che pende più da voi… Se uno di noialtri ogni mattina si alza e fa discussioni e non dice niente, mi sembra che è anche giusto che si prenda le sue responsabilità se succede qualcosa. Al mio paese si è detto che quando io ho un problema … me ne vado dal responsabile della mia Famiglia, dal mio principale.. Lineri, Nesima.. eccetera eccetera.. “vedi che ho un problema con ddu carusu ca ti rissi”.. i Cristiani vanno avvisati!… Quando noialtri abbiamo avuto Angelo e ‘mbare, Angelo ha pagato per tutti gli sbagli che ha fatto! Lui infatti prendeva le decisioni lui solo, non si considerava nessuno completamente… e là è stata la stessa cosa.. tutti quanti si sono seduti… E si chiamava Santapaola… si chiamava Santapaola, non si chiamava con un altro cognome… questo, per farti capire… perché quando muore un Santapaola… viri ca fa sgrusciu … e questi sono gli esempi che abbiamo dato per gli sbagli che ha fatto»).

Nel corso dell’indagine sono state documentate condotte estorsive, sia consumate che tentate – in quest’ultimo caso anche attraverso il compimento di atti intimidatori – in pregiudizio di soggetti esercenti attività imprenditoriali, una ipotesi di sequestro di persona e ipotesi delittuose in materia di armi. E’ da rilevare come dato negativo la mancanza di denunce da parte delle vittime delle attività estorsive.

Le persone colpitie dal provvedimento sono:
– famiglia SANTAPAOLA – ERCOLANO:
✓ posizione apicale: TOMASELLI Antonio;
✓ Gruppo di San Giovanni Galermo: FIORE Salvatore, (in atto detenuto), LA MATTINA Giovanni, MANGANO Antonio,  (in atto detenuto), MARINO Luca,  MARINO Roberto, MIRENDA Arturo,  (in atto detenuto), MOTTA Francesco Lucio,  (in atto detenuto), PATERNÒ Christian;
✓ Gruppo della Stazione: ARENA Angelo, COCO Alfio Davide;
✓ Gruppo di Lineri: DISTEFANO Carmelo, RANNESI Carmelo, MONACO Corrado;
✓ Gruppo di Giarre: DI GRAZIA Orazio, LEONARDI Salvatore
✓ Gruppo di Paternò: FALLICA Carmelo Cristian;
✓ Gruppo di Palagonia: FIAMMETTA Gaetano, VESPA Sebastiano;
Benché non affiliati, ma ritenuti responsabili di ipotesi delittuose aggravate ex art. 7 l.n. 203/91, poiché commesse con metodo mafioso ovvero per agevolare la famiglia SANTAPAOLA – ERCOLANO, sono stati altresì raggiunti dal provvedimento:
ROMEO Alfio, per detenzione di stupefacente;
MODICA Giuseppe,  (destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari), perché coinvolto in una vicenda estorsiva.
– famiglia MAZZEI: MAUGERI Alfio e MAUGERI Mario, che rivestono ruoli apicali, COPPOLA Orazio, DI BENEDETTO Santo, PANTALENA Carmelo (in atto detenuto) e PAPPALARDO Mario;
– clan NARDO: CALTABIANO Francesco e CATANIA Salvatore, che rivestono ruoli apicali, IACHININOTO Fabrizio,  (in atto detenuto) e RIZZO Cirino.

Le complesse attività investigative si sono avvalse principalmente di servizi tecnici di intercettazione e si sono protratte dal settembre del 2016  al settembre 2017, data di deposito dell’informativa da parte dei Carabinieri del ROS, anche se in realtà i servizi di intercettazione sono proseguiti per monitorare l’attività ancora in corso del più pericoloso sodalizio mafioso operante nella provincia di Catania.

L’elevato livello qualitativo del lavoro operato dagli investigatori ha consentito a questa Procura distrettuale, costantemente informata degli sviluppi investigativi che ha direttamente coordinato, di approntare in poco più di un mese una corposa richiesta di misure cautelari che è stata positivamente ed accuratamente vagliata dal GIP di Catania in tempi altrettanto rapidi, così come richiesto dalle gravi esigenze cautelari nella fattispecie ricorrenti.

Anche la complessa attività di localizzazione di tutti i sodali mafiosi da arrestare  è stata effettuata dagli investigatori in tempi assolutamente rapidi, così come imposto dall’esigenza di evitare la latitanza di pericolosi criminale ed a dimostrazione del livello operativo di eccellenza dei reparti impiegati nell’Operazione.

 

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