Giarre, rimborsi, certificazioni, gettoni, indennità. Le solite sviste. E se vi fosse una indagine? -
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Giarre, rimborsi, certificazioni, gettoni, indennità. Le solite sviste. E se vi fosse una indagine?

Giarre, rimborsi, certificazioni, gettoni, indennità. Le solite sviste. E se vi fosse una indagine?

La nota con la quale la dirigente dell’area amministrativa Letizia Nanì ha informato nei giorni scorsi amministrazione e Consiglio comunale dell’avvio di alcune verifiche contabili sull’entità delle indennità di funzione, rimborsi e gettoni di presenza, in ragione di alcune modifiche di alcuni articoli e commi della Legge regionale n. 30 del 2000, intervenute con l’introduzione della Legge regionale n. 11 del 2015, solleva alcuni precisi interrogativi (clicca e leggi Giarre, nota a sorpresa per Consiglieri e Giunta su errata quantificazione delle indennità: tensioni in Municipio).

Perché, in primis, improvvisamente la dirigente dell’Ente, Nanì, si accorge dell’esistenza delle nuove normative, disponendo, in autotutela i controlli?

E perché ciò ha determinato solo il congelamento delle somme liquidate ai consiglieri comunali e non ai componenti della Giunta, sindaco compreso, considerato che le novità intervenute riguardano non solo i gettoni ma anche le indennità di funzione per i componenti dell’esecutivo?

E ancora: chi si è assunto la responsabilità “politica” di mettere il Consiglio comunale tutto davanti al rischio della decadenza in blocco? O forse qualcuno ha subodorato una indagine, mettendosi in sicurezza?

Letizia Nanì è alla guida dell’area amministrativa dallo scorso gennaio (precedentemente il dipartimento è stato lungamente gestito da Maurizio Cannavò – dal 1 gennaio 2015 a tutto il 2016 – e prima ancora da Giuseppe Panebianco, quest’ultimo estromesso dopo la sentenza del Tar) e solo in pieno agosto, ovvero sette mesi dopo, si accorge che indennità di funzione (esecutivo) gettoni e rimborsi ai consiglieri dipendenti in aziende private, potrebbero presentare delle anomalie in virtù delle predette modifiche.

Colta dal medesimo ravvedimento anche la funzionaria comunale Orazia (Graziella) Gulisano. Va detto che lo stesso Cannavò (e con lui la Gulisano) fino quando è stato alla guida dell’area amministrativa, prima dell’arrivo della Nanì, non si era accorto delle novità della legge 11 del 2015.

Nulla di nuovo. Per un’altra analoga vicenda, nei mesi scorsi, all’ex dirigente dell’area amministrativa Cannavò e alla funzionaria Gulisano, responsabile del procedimento, non sono bastati 5 anni per accorgersi dell’errore commesso nel caso delle indebite liquidazioni corrisposte all’ex presidente del Consiglio Raffaele Musumeci, durante il quinquennio 2008-2013.

Musumeci, dipendente pubblico dell’Asp, avrebbe dovuto percepire l’emolumento mensile ridotto del 50%, così come previsto per legge.

Nel frattempo la Guardia di finanza, su delega della Procura, ha aperto una inchiesta: dirigenti e funzionari sono stati sentiti come “persone informate dei fatti”. E, si apprende, nessuno pare si sia ricordato quale fosse l’impiego principale del consigliere Musumeci (ma è stato chiesto?). Qualcuno vedendolo sempre con Scuderi e Fiumanò ha persino azzardato l’ipotesi che esercitasse la professione di avvocato!

Certo è che, alla vigilia del processo a carico dell’ex presidente del Consiglio, il prossimo 25 novembre, con l’accusa di truffa, appare stupefacente che a pagare le colpe (ammesso che ci siano) sia solo Musumeci. Gli uffici e con loro dirigenti e funzionari non sono stati neppure sfiorati.

Non ha poi importanza che gli accertamenti compiuti, 5 anni dopo i fatti contestati a Raffaele Musumeci, si sono concentrati esclusivamente sulle indennità di funzione e non sui gettoni o sui rimborsi,  se è vero che taluni consiglieri, già ai tempi della sindacatura Sodano,  avrebbero usufruito di certificazioni per il rimborso alle rispettive ditte private per l’intera giornata lavorativa e non come prevede la normativa, ovvero “il diritto di assentarsi dal servizio per il tempo strettamente necessario alla partecipazione a ciascuna seduta, compreso il tempo per raggiungere il luogo della riunione e rientrare al posto di lavoro nella misura massima di un’ora prima e di un’ora dopo lo svolgimento della seduta” con il rimborso che “spetta per le sole spese di viaggio effettivamente sostenute per l’effettiva partecipazione ad ognuna delle sedute dei rispettivi organi assembleari ed esecutivi, nonché per la presenza necessaria presso la sede degli uffici per lo svolgimento delle funzioni proprie o delegate”.

Ancora oggi, con questa Consiliatura, al netto delle indennità di funzione e dei gettoni, gli uffici preposti del Comune che tipo di certificazioni hanno rilasciato agli attuali quattro consiglieri dipendenti in aziende private? Siamo certi che la dirigente Nanì, avendo annunciato una operazione trasparenza, ce lo dirà.

Mario Previtera

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