Operazione Camaleonte: quel rapporto "speciale" tra Pellizzeri e l’ex funzionario del Comune di Catania -
Catania
19°

Operazione Camaleonte: quel rapporto “speciale” tra Pellizzeri e l’ex funzionario del Comune di Catania

Operazione Camaleonte: quel rapporto “speciale” tra Pellizzeri e l’ex funzionario del Comune di Catania

Una inquietante ramificazione di interessi, scambi di favori e quel rapporto stretto tra Giovanni Pellizzeri, a capo di due cooperative sociali, dalle quali dipendevano sei centri di accoglienza, arrestato ieri nell’operazione Camaleonte, con l’accusa di corruzione, falso in atto pubblico e maltrattamenti, con quel funzionario del Comune di Catania (oggi in pensione), peraltro residente a Riposto  – che risulta tra gli indagati della medesima inchiesta – che ricopriva un importante incarico dirigenziale nel dipartimento Famiglie e politiche Sociali del Comune di Catania.

Rapporti intrattenuti da Pellizzeri nella sua veste di amministratore delle cooperative Ambiente e Benessere e Esperanza con quel funzionario che, attraverso la corresponsione sistematica di mazzette – sostiene l’accusa- indicava alla questura di Catania – in occasione dell’arrivo di migranti – le comunità delle cooperative gestite dai Pellizzeri, padre e figlio,  nonostante fosse consapevole che quelle strutture di accoglienza erano prive di autorizzazioni e in condizioni fatiscenti.

Un rapporto privilegiato quello di Giovanni Pellizzeri con l’ex funzionario del Comune di Catania, quest’ultimo in una conversazione telefonica esprimeva all’imprenditore mascalese la propria preoccupazione per un servizio televisivo di Raitre, trasmesso il 19 marzo del 2015,  dal quale si desumeva che le cooperative di Pellizzeri risultavano prive di autorizzazioni: “Pellizzeri… la prego, anche su internet, cerchi di individuare la cosa, perché un funzionario della Regione ha detto che la comunità non è autorizzata… cercate di capire e cercate di attrezzarvi, perché ci dobbiamo trovare tutti nelle condizioni di poterci difendere. Bisogna che ci purifichiamo e ci leviamo un po’ di fango”.

Secondo la Procura dal compendio indiziario acquisito si desume con qualificata probabilità l’avvenuta conclusone di un “pactum sceleris” fra l’ex funzionario del Comune di Catania e i Pellizzeri, padre e figlio, titolari delle cooperative cui facevano capo le comunità che ricevevano indebitamente, in quanto non autorizzate e, al di fuori di casi effettivi d’urgenza, l’affidamento dei minori e, quindi, destinatari dei provvedimenti di favore adottati nel corso del tempo dall’ex funzionario comunale. Non meno importante, poi, il rapporto dei Pellizzeri con il funzionario tecnico del Comune di Sant’Alfio in relazione a quel parere positivo dell’Ufficio tecnico per il rilascio dell’autorizzazione – in riferimento alla Comunità Paoli di Sant’Alfio – fondato su palesi falsità materiali e ideologiche (fatto per il quale è stata richiesta misura interdittiva).

Sul fronte giudiziario, per domani sono in programma gli interrogatori di garanzia di Giovanni, Mario Pellizzeri e Isabella Vitale. Gli indagati coinvolti nell’inchiesta Camaleonte, sono complessivamente 10, fra questi il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di S. Alfio, un geometra, in servizio nel medesimo Comune etneo, alcuni parenti del Pellizzeri e altre figure insospettabili.

Potrebbero interessarti anche