Catania: docenti precari in prima linea per una scuola migliore con l’associazione "G.A.E." -
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Catania: docenti precari in prima linea per una scuola migliore con l’associazione “G.A.E.”

Catania: docenti precari in prima linea per una scuola migliore con l’associazione “G.A.E.”

Nasce nel capoluogo etneo l’organizzazione degli insegnanti delle cosiddette “graduatorie ad esaurimento”. Nostra intervista al loro leader Sergio Di Marco. «Interloquendo con le varie forze politiche – dichiara quest’ultimo – stiamo tentando di mettere ordine e ristabilire equità nell’alquanto convulso sistema delle assunzioni»

Nasce a Catania un’organizzazione che da oltre un anno si sta battendo alacremente a livello regionale e nazionale per “mettere ordine” nel complesso comparto della Pubblica Istruzione per quanto concerne coloro che hanno il delicato compito di educare le nuove generazioni.

La Legge n. 107 del 2015, molto più nota come “Legge della Buona Scuola”, ha infatti ingenerato non pochi problemi per le varie categorie di insegnanti (di seconda fascia, di terza fascia, precari, supplenti, ecc.), delle quali, dal capoluogo etneo, si erge a “paladina” l’Associazione Nazionale Docenti “G.A.E.” (acronimo di “Graduatoria Ad Esaurimento”).

A presiederla è il geologo Sergio Di Marco, originario del Comune messinese di Francavilla di Sicilia ed attualmente docente di sostegno in un istituto scolastico di Raddusa.

Abbiamo voluto personalmente incontrare il Prof. Di Marco per saperne di più sulle “battaglie” che la sua associazione G.A.E. sta conducendo.

«Premetto – esordisce Sergio Di Marco – che sono un docente precario in servizio ormai da diversi anni in un paesino molto distante dalla città in cui risiedo, ossia Catania. Ma un lavoro, comunque sia, ce l’ho, così come i colleghi con cui abbiamo intrapreso questa iniziativa. Pur tuttavia ci siamo immedesimati nei tanti insegnanti di tutta Italia che stanno peggio di noi, soprattutto a causa di quella cosiddetta “legge della buona scuola”. Pertanto, l’associazione G.A.E. da me presieduta e di cui mi faccio portavoce intende dare un contributo alla risoluzione dei problemi della pubblica istruzione attraverso il “fare rete” tra le diverse componenti del precariato. Perché non si può varare una riforma scolastica senza tenere conto delle esigenze e delle rivendicazioni delle varie categorie di docenti (precari, supplenti, di ruolo, ecc.)».

– Ma quali sarebbero gli effetti negativi di questa discussa legge sulla cosiddetta “Buona Scuola” tanto decantata dall’ex premier Matteo Renzi?

«Il vizio di fondo di questa normativa è l’aver assimilato il docente ad un operaio, l’alunno ad un cliente ed il dirigente scolastico ad un amministratore delegato dell’azienda. Un servizio pubblico così importante quale è l’istruzione meriterebbe, invece, logiche gestionali diverse perché la scuola non è una semplice attività economica, bensì l’agenzia educativa per eccellenza da cui dipende il futuro dei nostri figli. Scendendo più nei dettagli, siamo in presenza di una legge iniqua che, così come è congegnata, non risulta certo ispirata a criteri di meritocrazia. La cosiddetta “Buona Scuola”, insomma, ha creato malcontento in tutte le categorie. Abbiamo i cosiddetti “immobilizzati”, insegnanti meridionali con alle spalle una lunghissima gavetta (della serie: anni ed anni di insegnamento in lontane località del Nord Italia) che vedono svanire il sogno di poter rientrare nei rispettivi territori grazie alla scellerata politica delle cosiddette “assegnazioni provvisorie in deroga”, i precari delle G.A.E. e quelli di seconda e terza fascia (particolarmente penalizzati quelli del Sud Italia) e le maestre dell’infanzia che vedono, da anni, promesse sistematicamente disattese».

– Tornando alla denominazione della vostra associazione, l’esaurimento delle graduatorie non era previsto nella legge sulla cosiddetta “Buona Scuola”?

«Infatti. Solo che, proprio qualche giorno fa, tra il Governo nazionale e le organizzazioni sindacali “ufficiali” (dalle quali la nostra G.A.E. prende decisamente le distanze…) è stato siglato un accordo che consente di derogare al vincolo dei tre anni dall’assunzione prima di poter richiedere il trasferimento di cattedra. Potete ben capire che tutto ciò penalizzerà parecchi insegnanti che aspiravano a lavorare nei rispettivi territori sulla scorta della lunga “gavetta” da loro maturata. Ci ha, dunque, parecchio deluso il ministro della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli, sembrataci inizialmente propensa al dialogo tra le varie parti, ma poi scesa, evidentemente, a compromessi per favorire una qualche categoria di insegnanti a discapito delle altre».

– A proposito di ministri, che rapporto ha l’associazione G.A.E. con la politica?

«A scanso di equivoci, tengo a sottolineare che siamo un’associazione di insegnanti che, come tali, non dobbiamo assolutamente “fare politica”, bensì lasciare liberi i nostri allievi di abbracciare, supportati dalla formazione da noi ricevuta e dalle loro esperienze di vita, qualsivoglia ideologia. Comunque sia, abbiamo ottimi rapporti con tutte le forze politiche, sia di Destra che di Sinistra. Alcuni giorni addietro, ad esempio, abbiamo avuto un proficuo incontro con Elena Centemero, responsabile di Forza Italia per le questioni scolastiche, recatasi a Catania per conoscere le problematiche della pubblica istruzione siciliana. Ma interloquiamo pure con diversi esponenti del Pd, anch’essi sensibili alle nostre rivendicazioni, cui purtroppo, però, rimangono sordi i vertici del loro partito. E visto che la famosa “Legge sulla Buona Scuola” è soggetta a continue modifiche, stiamo cercando di ritagliarci un ruolo importante nel tentare di migliorarla».

– In cosa consiste l’impegno dell’associazione G.A.E. in tal senso?

«Nel dare il nostro concreto apporto per modificare al meglio questa discutibilissima legge, sforzandoci di conciliare gli interessi delle varie categorie di docenti. Siamo dunque quotidianamente in contatto con diversi parlamentari nazionali, i quali stanno apprezzando e recependo i nostri suggerimenti per poter giungere ad una normativa effettivamente calata nella realtà e che tenga una volta per tutte conto dei meriti e dei sacrifici dei tantissimi insegnanti italiani, senza perpetrare più ingiuste sperequazioni. Comunque è un qualcosa di assurdo e contraddittorio che questa tanto “decantata” legge 107/2015 sulla “Buona Scuola” venga continuamente emendata e modificata, così come è maldestramente avvenuto sino a qualche giorno fa, dagli stessi governanti che l’hanno partorita: ciò sta a significare che trattasi di una normativa rivelatasi assolutamente inadeguata per il settore cui deve essere applicata».

– Voi, dunque, siete nati come associazione rappresentativa dei docenti precari delle cosiddette “graduatorie ad esaurimento” (G.A.E., per l’appunto), mentre in realtà state anche tutelando gli interessi dei colleghi appartenenti ad altri comparti della pubblica istruzione.

«Certamente. Riteniamo, infatti, che per la risoluzione di un problema occorrano dialogo, confronto e collaborazione tra tutte le varie componenti. Perché “l’un contro l’altro armati” non porta da nessuna parte: sarebbe solo un’inutile, sterile e controproducente “guerra tra poveri”. Come associazione G.A.E. ci siamo dunque offerti di dare il nostro spassionato contributo di idee e di proposte affinché si possa effettivamente giungere a quella tanto agognata “Buona Scuola”, in grado di contemperare gli interessi delle varie tipologie di docenti (di ruolo, precari, supplenti, immobilizzati, ecc.). Anche tramite gli utilissimi social network abbiamo cercato di “fare rete” (vedasi il nostro gruppo Facebook “Associazione Nazionale Docenti GAE”), senza però rimanere in una realtà “virtuale”, bensì dando concretezza al nostro progetto attraverso soprattutto incontri personali con tutti coloro i quali (politici, tecnici, ecc.) possono a vario titolo avere un ruolo determinante nella risoluzione delle problematiche del “pianeta scuola”».

– Come sottolineavamo prima, la G.A.E. nasce a Catania ed ha il suo “fulcro” in Sergio Di Marco, geologo ed insegnante originario del Comune messinese di Francavilla di Sicilia. Ma visto che la sua “mission” è di respiro nazionale, la vostra associazione avrebbe tutte le carte in regola per radicarsi anche nel resto d’Italia.

«E’ proprio quello che sta avvenendo. In Sicilia la G.A.E. può attualmente contare su oltre trecento iscritti. Ma in questi mesi abbiamo allacciato rapporti con docenti di altre regioni italiane. Ci sono particolarmente vicini gli insegnanti precari della Campania e della Puglia, mentre quanto prima apriremo una nostra sezione nel Nord-Ovest d’Italia».

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: Sergio Di Marco e l’attuale ministro della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli         

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