Ufficio tecnico sotto i riflettori della Procura. La lunga storia di un palazzo di "veleni" -
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Ufficio tecnico sotto i riflettori della Procura. La lunga storia di un palazzo di “veleni”

Ufficio tecnico sotto i riflettori della Procura. La lunga storia di un palazzo di “veleni”

Gli occhi della Procura di Catania puntati sull’Ufficio tecnico del Comune. In molti parlano di un precedente destinato a lasciare il segno, anche a fronte di svariate situazioni anomale che hanno investito in questi anni i vertici dell’Area tecnica del Comune. Sullo sfondo di una guerra senza esclusione di colpi tra i dirigenti Nuccio Russo e Pina Leonardi, tra ripicche, carta bollata, avvisi di garanzia, estromissioni e case vendute per sostenere le spese legali, vi sono, per l’appunto, le gare d’appalto.

Gazzettinonline e il blog Niente Limiti, sin dalla fine della sindacatura Sodano, hanno raccontato di vicende torbide sulle quali sono state aperte diverse indagini della Guardia di finanza, alcune arenatesi come quella clamorosa sull’appalto della pubblica illuminazione con un progetto di finanza annullato e sostituto da un affidamento diretto senza gara.

La plateale denuncia dell’imprenditore tagliato fuori dal progetto di finanza a sua insaputa e, come detto, l’indagine delle Fiamme gialle.

Prima ancora, nel giugno del 2013, sempre all’Ufficio tecnico del Comune l’inquietante scoperta di una microspia nell’ufficio della dirigente tecnica, una “cimice” piazzata nel terminale del condizionatore. Che si trattasse di un apparecchio in dotazione alle forze di polizia lo hanno confermato i carabinieri del nucleo operativo che hanno smontato il dispositivo elettronico.

La presenza di una microspia non ha precedenti a Giarre e ha gettato delle ombre pesanti. Chi aveva interesse a sentire e vedere cosa accadeva nell’ufficio della dirigente? Ufficio ove in quel periodo si svolgevano spesso le gare d’appalto e si incontravano i vari professionisti. Ufficio frequentato dagli assessori e dal personale tecnico della III Area.

Andando indietro, a ritroso, si scopre anche che nel marzo del 2012, un nuovo raccapricciante episodio si era verificato alla vigilia della stipula del Contratto di Quartiere.

Ignoti autori hanno dato fuoco all’autovettura della dirigente comunale Leonardi. Nel rogo, avvenuto nell’area perimetrale dell’abitazione privata del funzionario tecnico, furono inghiottite dalle fiamme, oltre alla Mercedes “classe A” della Leonardi, anche una Panda, una Rover e un’Alfa 156, di proprietà dei condomini del complesso edilizio. Gli ignoti autori dell’atto incendiario sono penetrati all’interno dello spazio condominiale tranciando un pezzo di recinzione esterna che si affaccia sulla via Mascagni, creandosi un piccolo varco, a conferma del fatto che la missione criminale era stata studiata nei minimi dettagli. I carabinieri sulla vicenda hanno mantenuto da subito il più stretto riserbo. Il dirigente tecnico era stato sentito dagli inquirenti ma nulla è poi trapelato sulla pista investigativa privilegiata.

L’ing. Leonardi, dal canto suo, commentando alla stampa l’episodio, si era affidata agli organi inquirenti: “saranno loro a fare piena luce e capire le ragioni di questo atto delinquenziale”.

Ma all’Ufficio tecnico dove in molti parlano seppure con la discrezione di chi teme per la propria sorte lavorativa c’è anche qualche geometra che ha preferito, per propria scelta, non fare più parte delle commissioni di gara. Pare, e ribadiamo, pare, che il geometra in questione abbia notato qualcosa di strano, di anomalo. Della vicenda sarebbero venuti a conoscenza anche alcuni organi di polizia, il tecnico comunale nel frattempo, ha deciso di occuparsi di altro.

Ora la vicenda del micro asilo di Macchia minimizzata dal sindaco che parla di indagini ancora in corso (mentre è stato recapitato agli indagati un avviso di conclusioni indagini con l’accusa di turbativa d’asta e falso ideologico) riaccende i riflettori sulla gestione degli appalti a Giarre e sul ruolo svolto dall’Area tecnica e indirettamente, seppure non coinvolto nella vicenda giudiziaria,  a nessun titolo, dallo stesso assessore in carica, Giuseppe D’Urso, che pare frequenti poco, troppo poco, il palazzo di via Principessa Jolanda.

I successivi “step” giudiziari probabilmente ci faranno capire eventuali altri scenari, oppure tutto, potrebbe sgonfiarsi come un pallone pieno d’acqua a contatto con fatale una spina.

 

Mario Previtera

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