Giardini Naxos, un paese che vive nel presente -
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Giardini Naxos, un paese che vive nel presente

Giardini Naxos, un paese che vive nel presente

Da quando l’uomo ha preso coscienza di sé, alzandosi sugli arti posteriori e assumendo la posizione eretta, ha analizzato quanto lo circondava e ha sempre guardato al passato e, memore e consapevole di quanto successo, ha vissuto il presente, organizzando il suo domani in modo che potesse essere migliore e più produttivo del tempo vissuto. Il passato ci insegna a vivere il presente e ci migliora nel tempo che verrà. Serve ad evitare di commettere gli stessi errori e da questi errori analizzati e discussi, far nascere un futuro programmato e preparato.

La città di Giardini Naxos vive un eterno presente, ignorando il passato e non progettando il suo futuro. Abbiamo un Consiglio comunale che non è nemmeno invidioso, invidioso del suo stupendo passato. Vive un presente amorfo e incolore, senza nessun ricordo del suo passato, ricco di storia, di cultura amministrativa e dialettica. Un passato che viene dimenticato e mai pensato come termine di paragone e di confronto. Sicuramente, questo Consiglio non sa che nelle passate Amministrazioni le riunioni del Consiglio Comunale di Giardini, erano palestra di cultura, di dialettica giuridica ed amministrativa e facevano antologia per i Comuni vicini.

Abbiamo un Consiglio dove si stenta a capire quale possa essere la maggioranza e quale la minoranza; un Consiglio dove la dialettica è sconosciuta e dove la lingua italiana viene continuamente umiliata. Un Consiglio che, spaccato nella sua naturale formazione, trova difficoltà a trovare punti di convergenza. Sono passati due anni e ancora dal Civico consesso non è uscita né una delibera, né un atto di crescita per il paese.

Mai una parola che parli del programma presentato; nessun progetto, solamente litigi e scissioni. Era stato promesso che il paese sarebbe cresciuto, cambiato, abbellito; fino ad ora niente di quanto promesso. Abbiamo un paese impoverito, offeso, umiliato che rimpiange i tempi passati. Nessuna iniziativa; le tasse sono aumentate, i servizi diminuiti e peggiorati, la vita non è migliorata. Nessuna opera pubblica realizzata, né progettata: l’unica di cui tutti si riempiono la bocca è “l’eterna incompiuta”, il Porto; un’opera che ha avuto tanti padri, ma mai iniziata.

Amministratori che hanno un orizzonte limitato: quello di vivere alla giornata e durare fino al termine della sindacatura. Nessuna prospettiva di futuro, né si pongono la domanda di cosa stanno fornendo. Nessuno nota che nessuna grande opera è stata realizzata, né messa in cantiere. E, mentre il tempo passa, il paese viene offeso, umiliato. Aggregazioni che si sono contesi gli scranni di Palazzo dei Naxioti, si spaccano per motivi personali, mai fatti conoscere. Partiti che hanno dimenticato che con il loro silenzio e il loro mutismo, il loro isolamento, favoriscono il degrado del paese.

Giardini è diventato un paese che vive solamente di presente, sperando che il domani sia almeno uguale all’oggi. Giardini vive un presente che umilia e offende.

Francesco Bottari

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